venerdì 13 luglio 2007

Emergenza idrica a Taranto




Dalla Agenzia Quotidiana di Stampa del Consiglio Regionale della Puglia, riportiamo qui sotto tre articoli interessanti:

Mineo (Ds) sull’emergenza idrica a Taranto: “Affrontiamo il problema con umiltà”

Una nota del vicepresidente del Consiglio regionale, Luciano Mineo, sull’emergenza idrica a Taranto.
“Mentre è in corso la solita girandola di dichiarazioni, interviste, prese di posizione e interrogazioni sull’emergenza idrica che si è abbattuta su Taranto e sull’intera Puglia, mi si permetta di rivolgermi all’intera classe dirigente della nostra regione: a chi, prima del 2005, era al governo e oggi è all’opposizione e a chi, prima del 2005, era all’opposizione e oggi è al governo.
Cerchiamo di affrontare con umiltà l’emergenza in atto. Lo ‘scarica-barile’ non serve a niente e soprattutto offende chi, in questi giorni, giovane o anziano, ricco o povero, donna o uomo che sia, si sta recando presso le autobotti o le fontane per riempire qualche bidone d’acqua.
Perché invoco umiltà? Perché la responsabilità di quello che sta avvenendo è di tutta la classe dirigente di questa nostra regione.
L’emergenza c’era ieri e c’è oggi. Il 40% dell’acqua si perdeva ieri lungo le condotte che la portano dagli invasi ai rubinetti e si perde oggi. I dissalatori non sono stati realizzati ieri e non sono in corso di realizzazione nemmeno oggi. Le acque depurate del Gennarini venivano versate in mare ieri e sono versate in mare oggi, mentre potrebbero servire all’Ilva ed all’agricoltura. Il progetto di raddoppio della condotta del Sinni non è stato preso in considerazione ieri e non è stato preso in considerazione neppure oggi. L’AQP non informava per tempo i cittadini ieri e non lo ha fatto oggi. Sempre l’AQP è stato gestito male ieri ed è gestito male oggi.
La responsabilità dell’emergenza è, dunque, di tutta una classe dirigente, a prescindere dall’alternanza dei governi. L’unica differenza che mi sento di fare è quella relativa alla durata dei governi: il centrodestra ha governato per un decennio, Vendola è presidente della Giunta regionale da poco più di due anni. E naturalmente non è una differenza da poco.
L’unico vero segnale positivo che possiamo dare ai cittadini, l’unico vero elemento di discontinuità, è quello dell’umiltà e del mettersi al lavoro in silenzio.
E per favore, mettiamo al bando ogni demagogia e sollecitazione populistica. Al sindaco di Taranto, ad esempio, vorrei dire che sembrerebbe molto più utile che egli s’incontrasse con Vendola presso gli uffici della Presidenza o in una delle stanze della sede di Rifondazione, piuttosto che sottoporre i cittadini di Taranto all’ulteriore ‘sbattimento’ di andare a protestare a Bari in pullman. E’ già sufficiente quello che stanno facendo tutti i giorni: andare a prendere l’acqua alle fontane o alle autobotti.
E non si invochino complotti o sabotaggi. Da parte di chi, poi? E per quali reconditi interessi? Si individuino, casomai, le responsabilità politiche ed amministrative, che sono ben altra cosa e su cui sta facendo bene la magistratura ad indagare.
Due responsabilità, ad esempio, per restare alla stretta emergenza, emergono con chiarezza: perché i cittadini non sono stati avvertiti per tempo? E perché le soluzioni per le quali si sta lavorando in questi giorni non sono state attivate prima che l’emergenza esplodesse?
Il problema è, allora, quello di rimboccarsi le maniche. Tutti e tutti insieme. Ma questa volta davvero, avendo l’obiettivo di impedire, per la prossima estate, una nuova emergenza che, a quel punto, non sarebbe solo idrica ma anche politica ed istituzionale”. (Anno 3 Numero 1871 - data 13/07/2007)


Caroppo (UDC): “Emergenza idrica: Vendola deve rispondere al Consiglio regionale”

Il consigliere regionale e coordinatore dell’U.D.C., Gino Caroppo, si unisce a quanti chiedono che il governatore della Regione Puglia informi l’assemblea dei motivi che hanno generato la crisi idrica salentina.

Il presidente Vendola deve immediatamente dare delle risposte al Consiglio regionale sulla gravissima crisi idrica che da più di una settimana sta creando disagi alle popolazioni salentine ed in particolare a quella tarantina, delle cause che l’hanno determinata, della mancata predisposizione di un piano di intervento sollecitato dal Governo Nazionale, della mancata utilizzazione dei fondi e delle misure adottate per fronteggiare la gravissima crisi che non accenna a rientrare.

Vendola ha dimostrato di non avere minimamente a cuore la soluzione della crisi. Infatti, mentre i cittadini di Taranto e della Puglia soffrono la sete, mentre dai rubinetti delle condotte non esce nemmeno una goccia d’acqua, le colture non possono essere irrigate e gli esercizi commerciali chiudono per motivi igienico-sanitari legati alla crisi, il presidente Vendola si concede beatamente una missione all’estero.

Per lui sono più importanti le relazioni internazionali della soluzione dei problemi di approvvigionamento idrico. E’ da irresponsabili avere un simile atteggiamento, soprattutto perché scopriamo che la crisi idrica non sarebbe stata determinata da una minore disponibilità di acqua negli invasi, ma da carenze strutturali denunciate da un dirigente del ministero delle infrastrutture.

Se quanto sostiene il Ministero delle Infrastrutture e il capo della Protezione Civile Bertolaso corrisponde al vero, Vendola ha il dovere morale di chiedere scusa a tutti quei cittadini che sta costringendo a sopportare tanti disagi.

Noi ci riserviamo di avanzare la proposta di una commissione d’inchiesta sul problema specifico. Vendola, comunque, non può più far finta di nulla”. (Anno 3 Numero 1870 - data 13/07/2007)



Maniglio (DS) sulla crisi idrica: “Riaprire i pozzi, non utilizzare l’acqua potabile a fini industriali (come fa l’Ilva di Taranto)”

Il presidente del Gruppo consiliare dei Democratici di Sinistra, Antonio Maniglio, ha diffuso la seguente nota: “L’acquedotto ha i progetti e le risorse finanziarie per risolvere la crisi idrica che periodicamente investe il Salento.

Nell’audizione in commissione è emersa, comunque, la necessità di una gestione unitaria della risorsa acqua.

Aqp e Regione devono monitorare permanentemente lo stato degli investimenti e la loro traduzione in opera. Altrimenti può capitare che con il piano d’ambito si preveda una riduzione del prelevamento d’acqua dai pozzi e con l’accordo di programma sottoscritto con la Basilicata si accetti di attingere, per i mesi di luglio e agosto, meno acqua dal Sinni. Ecco perché l’acqua nel Salento arriva a fatica. E’ già poca, se poi si procede a ulteriori a riduzioni la frittata è fatta.

Così come è inaccettabile che l’Ilva sottragga all’uso potabile 500 litri di acqua al secondo per usi industriali rifiutandosi di utilizzare acqua depurata.

Già da questi dati emerge la necessità di coordinamento e di direzione unitaria nella gestione dell’acqua, che non è una risorsa illimitata e che, proprio per questo, va gestita in modo oculato, intervenendo sulle perdite delle reti e sugli sprechi come quello dell’Ilva.

Nell’immediato la riapertura di 12 pozzi, di cui due in provincia di Lecce, che sono già pronti ad essere attivati, dovrebbe servire ad attenuare molto i disagi in previsione tra l’altro di una ulteriore riduzione nell’erogazione dell’acqua.

La prima e la quinta commissione hanno svolto un buon lavoro e per la prima volta hanno discusso concretamente della crisi idrica pervenendo a soluzioni ravvicinate e di medio periodo che possono essere utili per l’intero salento.”( Anno 3 Numero 1750 - data 28/06/2007)


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