mercoledì 25 maggio 2011
Quanti processi per i "benefattori" Riva!!!
di MIMMO MAZZA
TARANTO - Morti di cancro contratto sul posto di lavoro. Le malattie professionali costituiscono una dura e amara realtà per la provincia di Taranto, da anni e anni. E periodicamente la Procura della Repubblica avvia inchieste per fare chiarezza su cause e origini e dare giustizia alle vittime, dipendenti della grande industria che hanno contratto malattie durante il lavoro quotidiano in fabbrica, e ai loro familiari.
L'ultima iniziativa giudiziaria porta la firma del sostituto procuratore Raffaele Graziano che ha fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari a 30 indagati, tra i quali spiccano Emilio e Fabio Riva, oltre al direttore dello stabilimento Ilva di Taranto Luigi Capogrosso.
Nell'elenco ci sono molti dirigenti ex dirigenti del gruppo Riva. Per tutti l'accusa è pesante: concorso in omicidio colposo e si riferisce a 15 decessi che si sarebbero verificati tra gli ex dipendenti del siderurgico a causa dell'attività lavorativa svolta nell'Ilva.
I decessi sono avvenuti tra il 2004 e il 2010 per mesotelioma pleurico e peritoneale e per cancro ai polmoni.
La Magistratura, insomma, sospetta che ci sia un rapporto di causa-effetto tra il lavorare nell'acciaieria e poi morire per patologie tipiche di quell'attività, prendendo in esame un periodo che parte da quando la famiglia Riva ha acquistato dallo Stato lo stabilimento siderurgico di Taranto (maggio del 2005) ed arriva sino a qualche anno fa, anche sulla scorta delle denuncie presentate dalle famighttp://www.blogger.com/img/blank.giflie delle vittime.
Gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per presentare memorie, chiedere di essere interrogati e fare copie degli atti. Poi, spetterà al pm Graziano tirare le somme dell'inchiesta e decidere se chiedere o meno il rinvio a giudizio per gli indagati.
Sono 19, invece, gli imputati per cooperazione in omicidio colposo, cooperazione in omissione colposa di cautele o difese contro gli infortuni sul lavoro e per disastro ambientale, finito sotto processo a seguito dell'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Italo Pesiri e riguardante un periodo che parte da metà degli anni '80 e giunge sino alla privatizzazione dell'Italsider. In questo procedimento parti civile si sono costituiti i familiari delle vittime e la Fiom Cgil (il sindacato dei metalmeccanici) tramite l'avvocato Massimiliano Del Vecchio. (GDM)
martedì 24 maggio 2011
venerdì 20 maggio 2011
Le falde acquifere avvelenate: a Taranto. Chissà!
Professor Pirro, getti la maschera!
Il professor Federico Pirro in Puglia e non solo si conosce per essere docente universitario degli atenei barese e leccese. Insegna esattamente Storia dell’Industria presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari e di Politiche economiche territoriali presso il Corso di laurea in Scienze sociali per la cooperazione internazionale, il non-profit e lo sviluppo locale dell’Università di Lecce. In effetti firma gran parte dei suoi editoriali/articoli/lettere come "docente universitario".
A Taranto, Federico Pirro si conosce soprattutto come strenuo difensore della grande industria e soprattutto dell'Ilva di Taranto.
Ogni qualvolta che i movimenti dei cittadini attivi del capoluogo jonico promuovono una sana iniziativa a favore dell'ambiente e della salute pubblica, ecco che il Professore dalla prima pagina del Corriere del Mezzogiorno (di cui è uno degli editorialisti), fino ad altri giornali locali fa sentire la sua voce esperta di docente universitario, a difesa del più grande centro siderurgico d'Europa! Ma ciò che non scrive il Professor Pirro - nelle sue riflessioni che oramai si conoscono a memoria - è che, oltre ad essere docente universitario, fa parte del Comitato Scientifico del Centro Studi Ilva. E oltre a ciò, come si legge nel suo curriculum vitae pubblicato nel sito del CS Ilva, "nel 2004, in occasione della celebrazione del cinquantennale del Gruppo Siderurgico Riva ha collaborato alla redazione del volume promosso dalla holding milanese intitolato La Civiltà del ferro, redigendo la sezione più ampia dell’opera, dedicata alla storia della siderurgia italiana ed internazionale dal Secondo Dopoguerra ai giorni nostri.".
Allora sarebbe anche ora che il Professore firmasse i suoi articoli sull'Ilva, non più come docente universitario ma come "membro del Comitato Scientifico Centro Studi Ilva": in questo modo il lettore non verrebbe tratto in inganno.
Professor Pirro, di fronte ai tarantini, getti la maschera: Lei non è neutrale, non sta al di sopra delle parti, Lei è di parte!
Pubblichiamo a tal proposito, la risposta del Comitato Donne per Taranto alla "lunga dissertazione del prof. Pirro contro gli ambientalisti "estremisti" e nello specifico contro il comitato Donne per Taranto per la nostra richiesta sull'indagine epidemiologica".
"Egregio Professor Pirro, leggiamo la sua lunga e articolata lettera e ci sorge spontaneo qualche commento rispetto alle sue due osservazioni che sinceramente ci hanno fatto un bel po’ sorridere. Per questo la ringraziamo. Di questi tempi, sa com’è, con tutto questo “allarmismo” e questo “catastrofismo”ci vuole un bel sorriso.
La sua lunga dissertazione sulle nostre 7343 firme ci parrebbe quasi una sterile analisi di “numeri”, tipica di una certa frangia (di cui lei certamente non fa parte) che vede le persone solo come dei numeri. La differenza tra costoro e noi è che dietro ogni numero noi sappiamo esserci un volto, una storia, un sorriso, forse anche una lacrima… e quelle 7343 firme che per lei sono solo il 6% (ben meno della popolazione tarantina che lavora nell’area a caldo dell’Ilva, quella più inquinante) per noi sono 7343 volti di persone che soffrono, che hanno sofferto e che non hanno più voglia di farlo, ma soprattutto sono persone che chiedono essenzialmente una cosa: la VERITA’…
E allora, caro professore, per quale motivo si agita così tanto dinanzi a questa richiesta, attribuendo a coloro che la chiedono l’appellattivo di “estremisti”, “catastrofisti”, “allarmisti”…? Ciò che chiediamo è essenzialmente che si conosca la VERITA’; e la verità non scaturisce da dati sciorinati unilateralmente, che trascurano altri dati e fattori, non meno sensibili nè meno importanti (tutt’altro): quelli, per esempio, delle decine e decine di mamme che tutti i giorni vegliano i propri figli sul letto del dolore, delle centinaia di uomini e donne che ogni mese si affidano a medici e a terapie rincorrendo la speranza; delle migliaia che hanno visto ammalarsi e morire i propri cari o che vivono nell'angoscia che questo possa accadere….
Professor Pirro, questi dati sono importanti non meno dei “numeri” che ci avete elencato nell’ultima conferenza, e lei che rappresenta un membro del comitato scientifico del Centro Studi Ilva dovrebbe ringraziarci per quanto chiediamo, dandovi l'opportunità di allargare e approfondire, così, le vostre conoscenze in tema di impatto ambientale (che si descrive attraverso rilevazioni chimiche e sanitarie)… E ci dovrebbe ringraziare in quanto se questo studio dovesse rivelare che i Tarantini sono sani come i pesci (che al contrario non godono proprio di ottima salute, soprattutto quelli vicini agli scarichi industriali), allora sarebbe la dimostrazione che state facendo un ottimo lavoro.
Rifletta, professore, e si rilassi: la verità alle persone serie non dovrebbe suscitare paura, nè irritazione. E' per questo che noi non proviamo paura né irritazione nel cercarla.
La seconda osservazione è ancora più esilarante della prima: lei fa notare che noi del Comitato non solo chiediamo di conoscere lo stato di salute della città ma abbiamo niente di meno la pretesa di “chiedere la chiusura degli impianti ritenuti responsabili dell’insorgere delle patologie, qualora si dovesse definire la correlazione tra inquinamento e impianti industriali”. …. certo questa è davvero una cosa strana.
Queste donne e mamme di Taranto non sanno più cosa inventarsi! Ci chiediamo quale mente possa partorire una conclusione così... logica. Insomma lei auspicherebbe che noi, se proprio questa indagine si deve fare (ci vengono in mente i Bravi di don Rodrigo: “questo matrimonio non s’ha da fare!”), la chiedessimo solo per il gusto di chiederla. Come dire ad una mamma. “se proprio vuoi, metti pure il termometro altuo bambino, e poi se ha la febbre a 40 mandalo ai giardini a giocare!”. Si direbbe quasi che a lei, e non solo a lei, questa eventualità spaventi davvero… Se non fosse così, perchè il bisogno di evocarla sin da ora? Se lei, egregio professore, fosse così certo che dall’indagine epidemiologica risulterebbe una città sana (come i pesci di prima) non si preoccuperebbe affatto della nostra richiesta successiva, non crede?E invece fa già i conti con l’insorgenza, finanche, delle patologie correlate alla perdita del lavoro, qualora questo dovesse accadere… non considerando però che quelle patologie che lei ha ben specificato sono esattamente le stesse (o una parte) che insorgono quando una madre va’ a ritirare un referto di leucemia del suo bambino, o quando accerta che suo figlio di tre anni è autistico…, quando in qualche modo l'orizzonte si riduce ad un punto, professore, e si guarda in faccia la morte, che sia in senso fisico o interiore.
Sì, sono esattamente le stesse patologie: insonnia, ansia, disturbi psichici, ma queste sono solo la punta dell'iceberg...
Allora diciamo a lei e ai responsabili delle varie industrie presenti sul territorio: suvvia state tranquilli, voler mettere il termometro alla città (da un punto di vista sanitario) non è poi la fine del mondo!!!
Non siamo catastrofisti, né allarmisti, siamo solo realisti e chiediamo VERITA’! Le sembra eccessivo?! Bravo professore, ripetiamo: prenda pace, accadrà ciò che deve....accadrà che la Verità trionerài se non continuerà a essere ostacolata.
Noi dobbiamo salvare la vita nostra e dei nostri figli. Che ci vuole fare noi "donne" siamo così strane ad avere certe "pretese"!!
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il Coordinamento del Comitato Donne per Taranto
martedì 17 maggio 2011
Le Donne per Taranto in conferenza
I video della conferenza Stampa Comitato Donne per Taranto:
- parte 1: le NOSTRE RICHIESTE:
http://www.youtube.com/watch?
- parte 2: a Taranto si muore e ci si ammala di più...
analisi effettuate fino ad oggi, da ASL, Ministero dell'Ambiente e della Salute, Studi e ricerche universitarie, ecc... lo dimostrano. POWER-POINT della dott.ssa Airò
http://www.youtube.com/watch?
-parte 3: intervento della dott.ssa Paola D'Andria presidente dell'AIL
http://www.youtube.com/watch?
- parte 4: consegna firme alle Istituzioni presenti
http://www.youtube.com/watch?
Buona visione!
martedì 10 maggio 2011
L'arcivescovo Papa sputa in faccia ai suoi concittadini morti!
Garda una delle sue gesta cliccando qui
Dopo quest'ultimo schiaffo, possiamo dire che non sentiremo certamente la mancanza di Benigno Papa, arcivescovo piccolo piccolo. E' la sua ultima azione, poi si ritirerà.
Non ci mancherà la sua prostrazione ai poteri forti, la sua inerzia, il suo anacronismo, la sua inconsistenza culturale, religiosa, politica, i sospetti sulla sua gestione (clicca qui). Passerà alla storia per i trenta denari accettati da Riva per spolverare la chiesa del Gesù Divin Lavoratore sui Tamburi.
Non ne sentiranno la mancanza le anime dei morti di cancro, di asbestosi, di malattie cardiovascolari, di deformazioni e tare genetiche mutagene. Non gli ammalati della speranza nelle corsie degli ospedali d'Europa. Non gli operai costretti a mendicare senza dignità.
Quest'anno va via un Papa. Speriamo non se ne faccia un altro.
Per il bene della città.
Per il senso di un apostolato religioso.
Per non doversi vergognare ancora una volta.
Dal Corriere del Mezzogiorno
Oggi la processione a terra, l'ultima di monsignor Papa Con il ritorno nella chiesa del Carmine finisce la festa
TARANTO - Domenica la processione a mare, il Palio di Taranto e i fuochi d’artificio. Oggi la processione a terra lungo le strade della città alla quale si prevede possano assistere circa diecimila persone. I festeggiamenti per san Cataldo, il patrono di Taranto, passano dal sacro al profano e, poi, di nuovo al sacro. Oggi è il culmine, con la statua del santo portata su un carro addobbato da Largo Arcivescovado, in città vecchia, fino alla chiesa del Carmine, nel cuore del Borgo. Alle 19 l’arcivescovo Benigno Luigi Papa, alla sua ultima processione tarantina perché è già pronto il suo successore alla curia arcivescovile ionica, si rivolgerà ai tarantini tutti dal balcone di fronte a piazza della Vittoria. Pronuncerà un discorso che potrebbe anche essere quello d’addio ai suoi fedeli e, come tale, discostarsi dal classico messaggio pastorale inserito nella festa patronale.
La processione rientrerà in cattedrale scortata dagli scout, dalle confraternite e dalle associazioni cattoliche, dai parroci e dai cavalieri del Santo Sepolcro. Davanti al carro con la statua l’arcivescovo e il capitolo metropolitano, dietro le autorità civili e militari. La processione sarà preceduta dalla messa pontificale nella Basilica della città vecchia dove si svolgerà la cerimonia dell’obbedienza al successore di san Cataldo che sono chiamati a prestare i priori delle confraternite e i responsabili diocesani delle associazioni laicali. Ieri, intanto, giornata di mezzo tra l’una e l’altra processione dedicata alle premiazioni. Innanzi tutto i «Cataldus d’argento» nel salone dei vescovi del palazzo Arcivescovile. La cerimonia s’è svolta in serata con l’assegnazione dell’ambita statuetta d’argento. Cinque riconoscimenti speciali assegnati a chi s’è distinto nei settori del: Volontariato (Girolamo Archinà), Attività sociali e morali (Maria Rosaria Ladiana), Attività professionali (Antonio Raffo), attività culturali (Cosimo La Neve), attività imprenditoriali (Michele Dioguardi). Alle 21, infine, chiusura della giornata di festeggiamenti nella centralissima piazza Garibaldi.
Una donna, un secolo di storia
Gli occhi di Cecilia Mangini, l'arte di informare
lunedì 9 maggio 2011
VIA PAISIELLO NON è UNA DISCARICA PER RIFIUTI SPECIALI
Una delle vie principali della città vecchia, via Paisiello, all'altezza del piccolo “slargo” che fronteggia Palazzo D'Ayala Valva, eccezionale testimonianza rubata al patrimonio storico artistico della città è ancora piena di rifiuti! Accanto al portale d'ingresso danneggiato, un improbabile targa marmorea che lo connota come il Museo Etnografico “Alfredo Majorano” ed i “bidoni” della raccolta del tal quale. Nel piccolo slargo che fronteggia il Palazzo, vicoli murati, e un evidente stato di abbandono che ha favorito, ben presto, il proliferare della presenza di rifiuti. Autovetture abbandonate, celle frigorifere ingombranti, carta, cartone, plastica, legno, e siringhe miste a cumuli di materiali rinvenienti dai lavori dell'Acquedotto Pugliese Spa. Questo era quanto si poteva “visitare” fino a pochi giorni fa, quando dopo innumerevoli richieste agli amministratori, competenti e non, e dopo l'intervento di un solo operatore dell'AMIU (il quale ha rimosso i rifiuti di sua competenza), la Scuola Popolare e il Comitato di Quartiere Città Vecchia hanno autonomamente deciso, di porre un freno al degrado, selezionando i rifiuti rimasti e raccogliendo decine e decine di siringhe. In seguito ai numerosi solleciti orali il comune dopo aver 'promesso' che si sarebbe occupato della situazione si è limitato a ritirare, con immancabile ritardo, solo la macchina sottoposta a sequestro giudiziario; in tale macchina era presente il secchio di siringhe raccolte che è stato lasciato in piazzetta per un'altra settimana. Per quanto riguarda i materiali di risulta dei lavori dell'acquedotto il comune si è limitato a scaricare tutte le responsabilità sulla ditta che ha effettuato i lavori. Ci domandiamo come mai il comune non si preoccupi di tutelare la vivibilità del quartiere esigendo che la ditta smaltisca i materiali, e non possiamo non osservare che in vista delle processioni della Settimana Santa si è avuta la premura di pulire esclusivamente via Duomo in cui erano presenti altri materiali edili di risulta. Come sempre ci si preoccupa di dare un'apparenza di cura, si puliscono le strade passeggiate dagli abitanti del borgo, mentre tutto il resto del quartiere viene abbandonato nella spirale dell'inerzia che produce solo degrado. Non esiste una programmazione seria in merito alla riduzione, al riutilizzo e al riciclo dei rifiuti in un centro storico che esige questa realtà, e i presupposti per il degrado si moltiplicano quotidianamente. Per questo il Comitato di Quartiere e la Scuola Popolare di città vecchia invitano le autorità competenti ad adempiere ai propri obblighi e le realtà sensibili alla questione a partecipare ad un percorso che porti al miglioramento della vivibilità della città vecchia, anche attraverso l'attivazione della raccolta differenziata porta a porta nel borgo antico ed esperienze autorganizzate di riqualificazione e trasformazione del quartiere.
Scuola Popolare e Comitato di Quartiere Città Vecchia
Lungo(sporco)mare!
A spasso di buon ora sul Lungomare per una boccata d’aria, sono poco più delle 8 di domenica, un’ecosentinella di AltaMarea sente una puzza insopportabile e vede un gran tratto di mare torbido in corrispondenza della terza discesa a mare in corrispondenza di via C. Giovinazzi. Scende e tra gli scogli individua una grossa fuoruscita di liquido torbido e puzzolente proveniente da uno scarico AQP; lo sa perché l’anno scorso segnalò un analogo incidente e il suocero, vecchio capoperaio dell’AQP, gli descrisse com’era fatta la rete fognaria in quel tratto di Lungomare. Partono subito le telefonate a amici/colleghi, Vigili Urbani, ARPA Puglia, ASL/Dipartimento prevenzione, Guardia di Finanza. E’ domenica, occorre, quindi, un po’ di tempo perché arrivino le giuste persone interessate: quasi subito arriva la pattuglia dei VV.UU guidata da un’ufficialessa che, fatto un accurato sopraluogo, conferma telefonicamente agli interessati l’inconveniente segnalato dal cittadino e si attiva per quanto di sua competenza in attesa che arrivino i tecnici specifici. I cittadini presenti avvertono stampa e TV locali di quanto sta avvenendo. Verso le 11 arriva un operaio della ditta di appalto AQP e dice che è “tutto a posto, ha smosso manualmente il galleggiante bloccato e la pompa è ripartita”. Dopo un po’ si vede che l’efflusso di liquido diminuisce sensibilmente ma non si arresta del tutto. Nel frattempo arriva anche la pattuglia della Guardia di Finanza che anch’essa ha allertato ARPA ed ASL. Passa ancora un po’ di tempo e arrivano due ispettori del Dipartimento di prevenzione di ASL/TA e dopo un altro po’ di tempo arriva il tecnico ARPA attrezzato per il prelievo. Cosa che avviene circa quattro ore dopo che la ecosentinella si è accorta dell’inconveniente. Dopo c’è stata la redazione dei verbali che sono stati sottoscritti anche da due rappresentanti di AltaMarea ai quali i “pubblici ufficiali” assicurano che, per prassi, i verbali saranno inoltrati anche alla Magistratura. Il tutto termina alle 13 dopo che gli ecologisti presenti fanno rilevare che dallo scarico continua ad uscire liquido. Val la pena sottolineare che sia i VV.UU. che i cittadini presenti hanno constatato le condizioni indescrivibili in cui si trova l’ultimo tratto della scarpata sottoposta al Lungomare. Condizioni assolutamente indegne per una città che aspira ad incrementare il turismo ma poi lascia che uno dei più bei lungomari del mondo sia sfregiato dall’incuria delle amministrazioni pubbliche e dall’inciviltà di alcuni cittadini. Si è constatata anche l’imprudenza di un genitore che ha fatto fare il bagno a una bambina di pochi anni, là dove ci risulta che è vietato fare il bagno, divieto peraltro poco segnalato. Insomma i guai non sono solo quelli procurati da AQP, che deve essere debitamente sanzionata e deve assolutamente provvedere con soluzioni tecniche, che sicuramente esistono già, per impedire che simili guai si ripetano. AltaMarea desidera dare atto della sensibilità dimostrata dall’assessore Sebastiano Romeo che, allertato, ha voluto rendersi conto di persona di quanto è accaduto. Egli ha promesso di organizzare un sopraluogo sulla “passeggiata a mare” insieme al vice sindaco Cataldino per rendersi conto di persona delle condizioni indecorose ed estremamente pericolose per l’incolumità di quanti si avventurano su quella “passeggiata a mare” e farsi quindi promotori di tempestivi ed efficaci provvedimenti.
Aspettiamo di conoscere i risultati delle analisi, ma non potremo sapere quanti inquinanti sono arrivati effettivamente in mare per due ragioni: il campione è stato prelevato circa due ore dopo che lo scarico a mare era visibilmente cambiato in qualità e quantità; non si sa da quanto tempo il liquame puzzolente arrivava a mare prima che l’ecosentinella se ne accorgesse.
Beffa finale: quella brava ecosentinella, lasciata la macchina in sosta senza ticket in orario non gravato da ticket perché doveva andare via subito, nel trambusto dell’intervento per tutelare un bene pubblico, si è scordato della macchina e quando è andato a riprenderla l’ha ritrovata gravata, giustamente, della sanzione per omesso pagamento del ticket di sosta. Pagherà la multa e continuerà a vigilare, come dovrebbe fare ogni cittadino che ha senso civico.
Biagio De Marzo presidente di AltaMarea
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Altamarea
Coordinamento cittadini e associazioni
lunedì 2 maggio 2011
7 MAGGIO: in piazza per acqua e nucleare
Sabato 7 maggio dalle ore 17 alle ore 21 contemporaneamente, in piazza Immacolata, via Di Palma, via D'Aquino una serata d'informazione con banchetti, volantinaggio e videoproiezioni su Acqua e Nucleare insieme al Comitato Referendario 2 Si per l'Acqua Bene Comune e al Comitato VOTA SI per fermare il Nucleare.
Per tornare ancora una volta a dire il 12 e 13 giugno ai Referendum VOTO SI per fermare il nucleare eper l'acqua bene comune
domenica 1 maggio 2011
Arriva “Ciclofficine in piazza”.
Usare la bicicletta, imparare a conoscere il mezzo e creare una rete regionale di tutte le realtà che si occupano di mobilità ciclabile nel territorio.
Questa l'idea dell'associazione Ra-Dici (CicloMurgia.com) che, sostenuta dal programma ”Crea-attiva-mente”, promosso dall'Assessorato regionale alle Infrastrutture Strategiche e Mobilità che, il prossimo 2 maggio sarà a Taranto
Il pomeriggio dalle 16.30, in piazza della Vittoria i meccanici dell'associazione monteranno una Ciclofficina mobile e, gratuitamente, aiuteranno i cittadini a riparare le proprie bici, mentre i più piccoli potranno giocare a Ciclopoli, un avvincente gioco sulla mobilità ciclabile e partecipare a tutte le altre attività proposte dalle altre associazioni del territorio.
La giornata si concluderà con una tavola rotonda aperta a tutti per elaborare progetti e strategie a sostegno dell'uso della bici.
Il comune di Taranto ha patrocinato l’iniziativa.
Per informazioni Filippo Tito 3389881731 – associazione Ra-Dici
Facebook: gruppo “ciclofficine in piazza”