martedì 8 maggio 2007

DIOSSINA : il nemico invisibile. Ecco come scovarla

Da Taranto Sera del 07/05/2007
E’ arrivato finalmente il giorno dell’incontro per la verifica dell’inquinamento a Taranto. Oggi alle 15.00, alla direzione generale dell’Arpa Puglia, a Bari, si svolgerà il primo incontro operativo tra Arpa, Cnr, Regione Puglia, Provincia e Ilva, per definire le procedure operative finalizzate all’avvio dei campionamenti per la ricerca di tracce di diossina e relativa quantificazione. Un argomento oggi più che mai di attualità. E’ la prima volta che si avvia una procedura di questo tipo dall’insediamento del siderurgico fino ad oggi. Si tratta, oltretutto, di una delle prime ricerche del genere in Italia. Una questione scottante, quella della presenza di diossina in città, che nei giorni scorsi aveva sollevato molte polemiche e dure accuse. Tra le quali, quella tra il segretario della Uil, Aldo Pugliese e il Presidente della Regione, Nichi Vendola. “Il 23 ottobre 2006 è stata sottoscritta un’intesa Ilva-Regione, da lei definita “storica” - aveva scritto Pugliese nella sua lettera al Presidente Vendola - e firmata anche dallo scrivente, sia pure senza enfasi e senza entusiasmo. In totale isolamento nel sostenere determinate tesi, firmai perché capii che non si poteva ottenere di più. A distanza di quasi sei mesi mi chiedo: da quella data ad oggi, cosa è avvenuto? La Giunta regionale ha deliberato la costruzione di una nuova centrale termoelettrica da 600 megawatt; e rispetto a quei pochi impegni previsti nell’accordo, nulla è accaduto. “Tanto che nel frattempo il direttore generale dell’Arpa Puglia, professor Giorgio Assennato, ha denunciato che l’Ilva detiene il primato nazionale ed europeo della produzione di diossina. Lo stesso prof. Assennato ha detto che per l’Arpa le emissioni di molte altre sostanze velenose sono da accertare, in quanto la stessa Agenzia non è mai stata messa nelle condizioni, da parte dell’Ilva, di poter fare i necessari accertamenti. “Nello stesso tempo, l’Unione Europea ed il Governo nazionale hanno chiesto anche che l’Ilva riduca del 20% l’emissione di anidride carbonica. Nell’Intesa era programmato un incontro, da lei convocato per il primo di marzo, e a cui non ha partecipato. In sua vece l’incontro è stato presieduto dall’assessore regionale all’Ambiente, Michele Losappio. Ma l’assessore ha ignorato completamente questi dati che preoccupano non solo tutta l’Europa, ma anche l’intero pianeta per l’effetto serra. Inoltre a quello stesso incontro, come recita l’intesa, l’Ilva avrebbe dovuto comunicare la cantierizzazione delle opere per quanto attiene i parchi minerali. Ancora una volta, come è successo in passato, l’Ilva ha comunicato in quella sede che necessitava di un altro anno di tempo per studiare il fenomeno delle emissioni inquinanti. “Registrando l’assenso del rappresentante della giunta regionale, al sottoscritto non rimaneva altro che abbandonare quella riunione beffa. Oggi, veniamo a conoscenza di nuovi allarmanti dati, dalle indagini svolte dall’Ines (Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti) e integrati con i dati europei del registro Eper (European polluttant emission register). “Tutto questo, Signor Presidente, porta il sottoscritto e l’organizzazione sindacale che rappresento a dover ritirare la firma dall’Intesa del 23 ottobre scorso, avendone le parti contraenti fatto carta straccia della stessa. Auspico pertanto che i Ministri competenti, che leggono questa nostra missiva, prendano seriamente in considerazione quanto denunciato e conseguentemente assumano le decisioni del caso. “Infine, Le faccio presente che il prossimo 8 maggio il Sottosegretario alla Salute, Patta, ci ha convocato per discutere sulla questioni della salute e degli infortuni dell’Ilva di Taranto. Io sarò ovviamente presente, come lo sono stato la volta precedente, mi auguro che la Regione Puglia non sia assente, come avvenuto al primo incontro”. Così la risposta del Presidente della Regione: “Caro Aldo Pugliese - aveva scritto Vendola - vorrei rassicurare te e il sindacato che dirigi sul fatto che la Regione pone la più scrupolosa attenzione alle questioni delicatissime e scottanti dell’inquinamento ambientale e della sicurezza del lavoro relative agli stabilimenti ILVA di Taranto. “Sai bene che l’atto di intesa del 23 ottobre 2006 era “storico” per le modalità partecipative con cui era stato costruito e per i suoi contenuti rigorosi e prescrittivi. L’intesa non rappresentava in nessun modo una forma di “copertura” istituzionale di un modello produttivo così carico di ipoteche per la salute dei cittadini tarantini. E per la prima volta, con quell’intesa, si entrava nel merito di cose aspramente concrete: diossina, amianto, nastri trasportatori, parchi minerari. Una carta di impegni ed un crono-programma da rispettare. Bene, su questo piano noi non intendiamo compiere alcuna oscillazione. L’Arpa Puglia, che come sai è un’agenzia regionale, sta lavorando per portarci i risultati veri del monitoraggio sulla diossina. “Entro il 31 maggio l’Ilva è impegnata a portare il progetto di fattibilità delle barriere a copertura dei parchi. Tutti noi siamo più che allarmati dei dati che provengono da simulazioni e proiezioni effettuate da diverse istituzioni scientifiche. Guai se sottovalutassimo i rischi e se non ci accorgessimo delle gravi patologie ambientali che assediano l’area ionica. La fatica che dobbiamo condividere è quello di verificare continuamente il rispetto degli impegni assunti: non serve abbandonare un tavolo o denunziare un’intesa. Questo rende più debole il fronte di quanti vogliono che Taranto e la sua grande fabbrica siderurgica guadagnino in salute e in qualità della vita. Per questo nei prossimi giorni riconvocherò il tavolo Ilva, per aggiornare la nostra discussione e per monitorare lo stato di avanzamento del crono-programma: come ben capisci, sarebbe utile a tutti che a quel tavolo non mancasse la voce della Uil”.

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