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Si sta avvicinando San Giuseppe. E come ogni anno, a Taranto soprattutto i ragazzi (e per la maggior parte minori), da circa un mesetto fino al giorno fatidico, il 19 marzo, si organizzano per dare vita al tanto atteso Falò. Ma ad essere bruciati, come vuole la tradizione, non rami secchi, ma veri e propri rifiuti da incendiare.
Questo è avveuto nell'indifferenza del Comune di Taranto e delle forze dell'ordine. Tutti dovrebbero vigilare, ma invece nessuno si muove. Se non uno sparuto gruppo di cittadini indignati. A Taranto aumentano
i pazienti malati di cancro»
«C'è una massa di malati oncologici che è aumentata». Lo ha detto il dottor Patrizio Mazza, primario di Ematologia all’ospedale 'Moscatì di Taranto, in occasione della conferenza stampa dell’attore Michele Riondino, della giornalista Valentina Petrini e del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti sui disagi che vivono i pazienti del presidio sanitario a causa di problemi organizzativi e logistici.
«Le strutture ci sono - ha sottolineato Mazza - e vengono anche improntate. Le mancanze si rilevano soprattutto sul piano organizzativo-assistenziale. A volte è una mancanza più del territorio, che non fa il filtro e in effetti va detto che c'è una massa di pazienti che è aumentata. Una mole di pazienti seri, soprattutto pazienti oncologici». Il primario ha detto che "c'è un’emergenza che va in diverse direzioni. Una malattia come il mieloma multiplo, che è una malattia che fino a poco tempo fa interessava soprattutto persone anziane, ora la riscontriamo nei 50enni e si sta anche abbassando il livello di età di incidenza».
Secondo il Comitato dei 'Liberi e Pensantì i cittadini di Taranto hanno bisogno di risposte immediate e non possono attendere i tempi tecnici per la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo. Andrebbe quindi potenziato l’ospedale Moscati, fino a farlo diventare un polo oncologico d’eccellenza.
E’ stato ricordato che per la costruzione dell’ospedale San Cataldo verranno stanziati 207 milioni di euro, ma non si anno certezze sull'avvio dei lavori e soprattutto sulla loro conclusione. Basterebbe, secondo i 'Liberi e pensantì, spostare alcuni reparti già presenti e acquistare le attrezzature mediche necessarie.
«Dite che è un diritto - hanno osservato Michele Riondino e Valentina Petrini dopo aver visitato i reparti oncologico ed ematologico del Moscati - avere un posto per fare la chemio? Senza liste e attese? Noi diciamo di sì. No allo sperpero di soldi per nuovi ospedali che forse non vedremo mai. E' prioritario invece potenziamento del Moscati». Il 2015, hanno sottolineato gli attivisti del Comitato, si è chiuso per i malati oncologici di Taranto «con la certezza che per avere una diagnosi precoce è necessario superare un percorso ad ostacoli perché mancano gli strumenti più semplici. Nonostante gli sforzi dei medici e di tutto il personale sanitario, le cure oncologiche a Taranto sono un calvario nel calvario, tra situazioni logistiche estreme, mancanza di apparecchiature diagnostiche e personale insufficiente e spremuto al massimo».
«Chiediamo - hanno aggiunto - al governatore della Regione Puglia: che senso ha sprecare milioni di euro per un nuovo ospedale, che finiranno nelle tasche dei soliti palazzinari di questa città e non solo, quando esiste una struttura che se rinforzata e trasformata in polo oncologico con reparti specifici eviterebbe ai Tarantini di curarsi altrove?».
(GdM)