Questione Ilva, ecco le novità del decreto verso la conversione
Approda oggi in aula alla Camera il decreto legge
61 dal titolo «Nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della
salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico
nazionale». É, in sostanza, il decreto col quale a giugno il Consiglio
dei ministri ha disposto il commissariamento dell'Ilva a fronte della
situazione di stallo determinatasi col sequestro preventivo per 8
miliardi e 100 milioni di euro disposto dal gip di Taranto nei confronti
dei beni e dei conti della capogruppo Riva Fire, che a sua volta
controlla l'Ilva.
L'esame del decreto é cominciato nelle commissioni Ambiente e Attivitá
produttive della Camera, in seduta congiunta, lo scorso 11 giugno e si é
concluso il 4 luglio. Relatori del provvedimento i deputati Enrico
Borghi del Pd per la commissione Ambiente e Raffaele Fitto del Pdl per
la commissione Attivitá produttive. Si prevede che il decreto possa
essere approvato dall'Aula domani per poi passare al Senato.
Commissario dell'Ilva é stato nominato giá il 4 giugno Enrico Bondi, al
quale si é affiancato in seguito, come sub commissario nominato dal
ministro dell'Ambiente, Edo Ronchi, giá ministro dell'Ambiente. Come giá
a dicembre scorso, quando fu varato un altro decreto legge per l'Ilva,
il 207 poi convertito nella legge 231 del 2012, anche il decreto legge
61, al vaglio da oggi dell'Aula della Camera, interviene a fronte di una
situazione di emergenza. A fine 2012, infatti, il Governo Monti
intervenne - a fronte dell'iniziativa della Magistratura che aveva posto
sotto sequestro gli impianti siderurgici del sito di Taranto - per
consentire la continuitá dello stabilimento, la commercializzazione dei
prodotti realizzati nei mesi precedenti e l'attuazione
dell'Autorizzazione integrata ambientale che il ministero dell'Ambiente
aveva rilasciato all'azienda il 26 ottobre.
A giugno, invece, il Governo Letta é intervenuto di nuovo non solo per
evitare che il sequestro dei beni della societá Riva Fire, l'holding del
gruppo, e le dimissioni di tutto il cda dell'Ilva determinassero la
paralisi dell'azienda, ma soprattutto a fronte delle inadempienze che
sul versante dell'applicazione dell'Aia - i lavori sugli impianti per
abbattere le emissioni inquinanti - avevano riscontrato i tecnici
dell'Istituto superiore per la protezione ambientale nei loro
sopralluoghi nel siderurgico.
Rispetto a come é stato approvato dal Consiglio dei ministri, il decreto
legge 61 - atto Camera 1139 - esce dalle commissioni e approda in aula a
Montecitorio con alcune, significative novitá. La prima é che viene
aumentato il numero degli addetti degli stabilimenti industriali
ritenuti di interesse strategico nazionale. Erano 200 col dl 207, sono
diventati 1.000 col nuovo decreto emendato dalla Camera. Le norme
valgono anche per quei complessi che abbiano il personale in cassa
integrazione da almeno un anno. Si precisa meglio, poi, quando scatta il
commissariamento di un'azienda, ovvero quando l'inosservanza delle
prescrizioni dell'Aia abbia comportato e comporti «pericolo grave e
rilevante per l'integritá dell'ambiente e della salute».
Sull'Aia, inoltre, si puntualizza che le violazioni devono essere
reiterate e quindi non basta una sola inadempienza a far scattare il
commissariamento. Si puó disporre il commissariamento anche per un
singolo ramo di azienda. Chi accerta le violazioni ambientali - anche
questa è una novitá del decreto - sono l'Ispra e le Agenzie regionali
per la protezione ambientale ma in contradditorio con l'impresa stessa.
La Regione, invece, viene coinvolta nel piano delle misure ambientali.
Altro particolare é che il commissario riferisce dell'andamento
dell'azienda commissariata non solo al legale rappresentante della
societá ma anche del titolare dell'impresa e del socio di maggioranza.
Vengono poi definiti stabilimenti di interesse strategico nazionale
tutti i siti dell'Ilva e quindi non solo Taranto ma anche Genova, Novi
Ligure, Racconigi, Patrica e Marghera. Con la conversione in legge del
decreto, é infine previsto che cessi le sue funzioni il Garante dell'Aia
all'Ilva, nominato a gennaio scorso a valle della legge 231 nella
persona dell'ex procuratore generale della Cassazione, Vitaliano
Esposito. L'informazione ai cittadini, insieme alla «massima
trasparenza», recita ora il decreto, dovrá essere assicurata dal
commissario. (GdM)
Nessun commento:
Posta un commento