Ilva, i super poteri di Bondi: decide anche sul danno sanitario
Un comma nascosto. Uno schiaffo alla Regione. Il Governo accetta la
linea del commissario di Governo, Enrico Bondi, e di fatto annulla, o
comunque annacqua, la legge regionale sul danno sanitario. "Vale
soltanto la legge del 2012" scrivono. Che significa? "Che ora, anche se
ci trovassimo di fronte a dei dati epidemiologici, e quindi numeri di
malattie e tumori, da disastro - spiega il professor Giorgio Assennato -
non sarà possibile riaprire l'Aia. E quindi l'Ilva potrebbe continuare a
produrre come se niente fosse".
Per spiegare la vicenda bisogna
partire dalla lettera inviata nelle scorse settimane dal commissario
Bondi alla Regione. Per intenderci quella che va bene l'inquinamento
dell'Ilva, ma si sa che a fare male è anche il fumo delle sigarette
degli anni '70. A corredo della relazione nella quale era spiegata
l'originale teoria scientifica, Bondi spiegava che "i criteri adottati
dalla Regione avevano numerosi profili critici, sia sotto il profilo
dell'attendibilità scientifica sia sotto il profilo delle conclusioni
raggiunte" (da qui la storia delle sigarette). Ma soprattutto segnalava
che "il rapporto si sovrappone ad altre valutazioni nella stessa
maniera, attribuite ad autorità di vigilanza nazionali, previsti dalla
legge statale". Una "sovrapposizione e duplicazione che sarà oggetto di
apposita segnalazione al ministero per le opportune valutazioni e
determinazioni".
La segnalazione è arrivata. E ha avuto ragione Bondi. "A seguito dell'approvazione
di un emendamento del Governo - si legge nella nota di accompagnamento
alla nuova legge - presentato per l'esame in Assemblea, al comma 7, si
specifica inoltre che i rapporti di valutazione del danno sanitario si
conformano ai criteri metodologici indicati nel decreto
interministeriale previsto dal decreto legge 207 del 2012". Che
significa? Che la legge regionale viene spazzata via dalla vecchia
normativa voluta dagli ex ministri Clini e Balduzzi. Quella che non
prevedeva la riapertura dell'Aia neanche in caso di dati epidemiologici
disastrosi.
"A riguardo - si legge ancora nella nota a corredo
della legge - occorre segnalare che la norma nasce da alcuni rilievi
formulati dal commissario straordinario Enrico Bondi, il 27 giugno 2013,
in una lettera inviata all'Arpa Puglia e al presidente della Giunta
regionale. Nella lettera si evidenziavano le criticità della disciplina
recata dalla legge regionale pugliese n. 21 del 2012 sulla valutazione
del danno sanitario, sia sotto il profilo dell'attendibilità scientifica
sia sotto il profilo della duplicazione e sovrapposizione di norme
regionale e nazionali".
Che conseguenza potrà avere questa
norma? Dal Governo provano a spiegare che comunque la Regione potrà
chiedere di riaprire l'Aia, pur non nascondendo un certo imbarazzo. I
tecnici regionali sono invece molto duri. "Questo cambiamento - spiega
il direttore generale dell'Arpa Giorgio Assennato - certo non va verso
un miglioramento della situazione ambientale: con un provvedimento di
questo tipo il Parlamento perde l'ennesima occasione per collocare come
dovrebbe la collocazione del danno sanitario all'interno dell'Aia,
legittimando una politica omissiva del ministero dell'Ambiente per la
quale è dovuta intervenire la magistratura a porre rimedi. La
valutazione del danno attuale prevede solo la constatazione mentre la
Regione chiede una valutazione del rischio".
Proprio sulla legge
per la valutazione del danno sanitario nei giorni scorsi si era speso
il governatore Nichi Vendola, chiedendo al presidente di Confindustria
Squinzi di estenderla in tutta Italia. Mentre proprio Vendola aveva
attaccato Bondi sul doppio ruolo, chiedendo la restituzione della figura
del Garante. "È commissario di un'azienda di cui è ancora
amministratore delegato. Come può prendere provvedimenti contro se
stesso?". Ieri intanto è cominciata la visita delle commissioni
Industria di Camera e Senato a Taranto. Visita che terminerà oggi. (Rep)
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