Ilva: ex assessore provincia resta agli arresti domiciliari
Istanza di liberta' rigettata
per Michele Conserva, l'ex assessore all'Ambiente della Provincia di
Taranto - incarico dal quale si e' dimesso lo scorso settembre -
arrestato lo scorso 15 maggio insieme al presidente dell'ente, Gianni
Florido, nell'ambito di una delle fasi dell'inchiesta giudiziaria
sull'Ilva 'Ambiente Svenduto'. Conserva resta agli arresti domiciliari
perche', secondo i giudici, l'ex assessore dispone ancora di una fitta
rete di relazioni e contatti che potrebbe agire a suo favore . (Rep)
Il 15 maggio scorso era finito, invece, in carcere
insieme all’ex presidente della Provincia Gianni Florido con le accuse
di concussione tentata e consumata in relazione a pressioni su un
dirigente della Provincia per favorire l’Ilva. Dieci giorni dopo aveva
ottenuto i domiciliari (come Florido). I suoi difensori avevano
presentato al gip Patrizia Todisco una nuova istanza di revoca, che era
stata rigettata. Ora il Tribunale ha nuovamente respinto la richiesta di
rimessione in libertà.
Gli altri indagati che furono raggiunti da misura restrittiva a maggio
sono l’ex dirigente dell’Ilva, Girolamo Archinà, e l'ex segretario della
Provincia di Taranto, Vincenzo Specchia (era ai domiciliari ed è
tornato in libertà una decina di giorni dopo). Al centro delle
contestazioni per Conserva e Florido le autorizzazioni alla discarica
Mater Gratiae. I due sono accusati anche di aver indotto, dal 2006 al
2011, dirigenti del settore ecologia e ambiente della Provincia di
Taranto a rilasciare autorizzazioni per la discarica gestita dall’Ilva
in carenza dei requisiti tecnico-giuridici. (GdM)
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