mercoledì 31 ottobre 2007

Nasce l'archivio nazionale dell'energia solare

Dal Quotidiano Energia

Energia solare: ora c'è anche un Archivio nazionale


Roma, 31 ottobre - L’energia solare avrà presto un Archivio Nazionale dedicato alla sua storia. Il progetto è stato presentato lunedì a Roma nel corso di una giornata di studio (“Informazione e cultura sull’energia solare nell'età dei combustibili fossili e nucleari”) dai suoi ideatori: Conases (Comitato Nazionale “La Storia dell’Energia Solare”) e Gses (Gruppo per la storia dell’energia solare).


Dal sito Gruppo per la storia dell'energia Solare, rileviamo che la presentazione al pubblico di questo importante archivio è avvenuta già nel 2006. Qui sotto alcuni frammenti (quelli più rilevanti) degli interventi:


Il progetto avviato dalla Fondazione Archivio Luigi Micheletti di Brescia ha il fine di raccogliere e mettere ordine negli archivi degli studi sull'energia solare in Italia, nella documentazione su quanto è stato fatto negli ultimi tre o quattro secoli in Europa, ma anche di affrontare il poco esplorato campo delle conoscenze "solari" di altri paesi e culture. La documentazione che comincia ad essere disponibile apre nuovi orizzonti sulle attività nel campo solare ed eolico, nell'Unione sovietica, nel mondo islamico, dove l'attenzione per specchi e motori solari e eolici risale a oltre mille anni fa, nei duemila anni di culture quasi ignorate come quella cinese, persiana, indiana. In questo modo la storia dell'energia solare apre nuovi orizzonti anche nella trasmissione delle conoscenze scientifiche e tecniche fra est e ovest; emblematico è il caso della trasmissione delle conoscenze sui motori eolici dall'Asia centrale verso la Cina da una parte e verso il Mediterraneo dall'altra, vero veicolo di incontro di civiltà.(Giorgio Nebbia)

I principali archivi sulla storia dell'energia solare sinora raccolti e in corso di inventariazione sono: Fondo Giorgio e Gabriella Nebbia, Fondo Giovanni Francia, Fondo Vittorio Storelli. La sezione "Energia Solare" del Fondo Nebbia, comprendente n°53 buste d'archivio, è stata inventariata ed è consultabile sul sito www.musil.bs.it. Essa contiene una ricchissima documentazione ed un panorama internazionale sulle tecnologie ed i dibattiti concernenti l'energia solare, specie per la seconda metà del Novecento. ( Pier Paolo Poggio)

L'idea della realizzazione di un grande "Archivio nazionale sulla storia dell'energia solare, ANSES", ha cominciato a concretizzarsi a partire dal 2005, a cinquant'anni dal primo grande congresso mondiale solare organizzato nel 1955 in Arizona dall'Association for Applied Solar Energy (AFASE), oggi International Solar Energy Society (ISES) (www.ises.org). (...) L'obiettivo sarebbe quello di realizzare un archivio solare storico dislocato fisicamente su tutto il territorio nazionale, ordinato in forma digitale e su internet, mirato a preservare e valorizzare un enorme patrimonio di conoscenze sull'energia solare maturate nel passato. L'archivio nazionale solare è previsto che si sviluppi con riferimento a tre principali tematiche: pionieri e macchine solari a partire dagli inizi dell'industrializzazione; architettura e urbanistica solari; uso dell'energia solare in agricoltura. ( Cesare Silvi)

Solidarietà agli amici di Modugno

Articolo  tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno:

Modugno in strada contro la centrale turbogas

I celerini sono pronti e anche i manifestanti che aspettano l'arrivo del convoglio che trasporta le turbine destinate alla contestata centrale in costruizione nella cittadina del Barese

BARI - Il sindaco di Modugno, Giuseppe Rana, ha raggiunto i manifestanti che per strada stanno aspettando l'arrivo del convoglio che trasporta le turbine destinate alla centrale turbogas. Rana ha parlato di una “manifestazione spontanea” e anche se non esplicitamente ha preso le distanze dall’iniziativa.
“Con l’amministrazione comunale – ha detto – siamo soddisfatti del fatto che nei giorni scorsi abbiamo ottenuto l'apertura di un tavolo di confronto in Prefettura con il ministero dell’Ambiente, la regione Puglia e la provincia per discutere delle questioni legali riguardanti la realizzazione della centrale”. “Certo noi avevamo chiesto una conferenza di servizi a livello ministeriale, ma anche questo obiettivo per noi è un risultato”. “E sul confronto – ha aggiunto – che noi dobbiamo giocare ora la nostra partita”. Al suo arrivo Rana è stato contestato da alcuni manifestanti che hanno polemizzato con lui per le sue posizioni. Ne è scaturita una breve ma accesa polemica durante la quale altri manifestanti hanno difeso il sindaco di Modugno sostenendo che si stava attaccando l’unico amministratore sceso in piazza a difesa dei cittadini. Mentre si attende l’arrivo del convoglio le forze dell’ordine in assetto antisommossa presidiano i margini della strada. Intanto lungo il tragitto che sarà seguito dai Tir continuano i preparativi per consentire il passaggio delle turbine. In particolare una gru sta abbattendo un muro che delimita il fascio dei binari delle ferrovie sui quali passeranno i Tir.

31/10/2007

Rassegna stampa del 31 ottobre 2007

Iniziative dell'Assessorato all'Ambiente della Regione Puglia, articolo tratto da Puglia.

Articolo tratto da Il Sole 24ore.

Articolo tratto da Il Sole 24ore.
Qui sotto, Articolo tratto da La Repubblica di Bari

Il Comitato per Taranto insieme ad altre associazioni su Telenorba a parlare di inquinamento ambientale...


Vi informiamo che lunedì 5 novembre alle 21,15 su Telenorba andrà in onda la trasmissione "Il graffio" con collegamenti e riprese da Taranto sull'inquinamento ambientale. Parteciperanno l'assessore Losappio, il prof. Assennato, il prof. Portaluri, un magistrato e ci sarà anche la voce di "Bambini contro l'inquinamento", "Aiutiamo Ippocrate" e "Comitato per Taranto".

Ultimi dati di PM10 in Via Macchiavelli


M199 microgrammi/mc il 6 e il 13 luglio ed il 5 e 6 agosto 2007. Impietosamente la centralina Arpa di via Machiavelli registra valori di PM10 che continuano a crescere a livelli smisurati al di fuori di ogni controllo. Nel solo mese di luglio c’è stato praticamente uno sforamento dei limiti di legge ogni giorno. Non accade in nessuna parte del mondo industrializzato che dopo un periodo così lungo non ci sia un intervento per combattere una simile emergenza. In soli tre mesi, tanti sono i mesi nei quali è entrato in funzione nella centralina di via Machiavelli un nuovo e più efficiente analizzatore, si sono avuti ben 68 superamenti rispetto ai 35 che la legge pone come limite annuo.

La bella manifestazione di domenica 28 ottobre ci richiama tutti alla responsabilità di non perdere altro tempo. Ormai siamo ben oltre l’emergenza, ma nulla cambia. Certo da qualche tempo i tavoli tecnici dell’Atto d’Intesa sono qualcosa di più serio rispetto al passato. L’Arpa è ormai un’entità che ha recuperato prestigio professionale ma soprattutto forte autonomia di giudizio nel suo ruolo di principale controllore dei livelli di inquinamento prodotti dalla grande industria, come dimostrano le forti critiche rivolte all’effimero progetto di superbarrieramento proposto da Ilva su progetto CNR.

Ma tutto questo non basta, la situazione è sempre più drammatica. Basta con le discussioni mentre Sagunto viene espugnata.

L’allegato III del D.M. 2.4.2002 n.60 definisce i valori limite che non devono superare le emissioni di particolato PM10. A partire dal 1° gennaio 2005 il valore di 50 microgrammi/mc non deve essere superato più di 35 volte per anno. Dal 1° gennaio del 2010 i superamenti non potranno essere superiori a 7 volte per anno.

Qualche settimana addietro avevamo preso a riferimento i dati della stazione di rilevamento di via Archimede al rione Tamburi. In questa stazione il rilevatore di PM10 è stato installato l’11 marzo 2005. I dati rilevati nei report mensili pubblicati dall’Arpa segnalavano la seguente situazione:

Marzo 2005 9 superamenti

Maggio 5 superamenti fra i quali uno di 102 microgrammi/mc

Giugno 7 superamenti con una punta max di 90

Luglio 11 superamenti con una punta max di 111

Agosto 9 superamenti con una punta fino a 138

Fra settembre ed ottobre il numero complessivo di superamenti arriva a 53. Considerando che la stazione è stata attivata a marzo e che mancano i dati relativi ai mesi di novembre e dicembre si può realisticamente ipotizzare che il numero di superamenti complessivi nell’anno 2005 si aggira attorno a poco più di 70.

Più completi i dati rilevati dai report del 2006

Gennaio 2006 1 superamento

Febbraio 7 superamenti con una punta di 109

Marzo 7 superamenti

Aprile 6 superamenti

Maggio 6 superamenti con una punta di 117 microgrammi/mc

Giugno 16 superamenti

Luglio 13 superamenti con una punta di 100

Agosto 8 superamenti con una punta di 91

Settembre 8 superamenti con una punta pari a 149

Ottobre 3 superamenti

Novembre 2 superamenti

Dicembre 1 superamento

Pur considerando che i dati di novembre e dicembre sono stati condizionati da un basso rendimento dei rilevatori, l’anno 2006 si chiude con un numero complessivo di superamenti pari a 78 ovvero più del doppio del limite previsto per legge, ma a nessuno sembra importare più di tanto così come lo era già stato al termine dell’anno 2005. Da considerare inoltre che sempre nel 2006, sia pur di poco il superamento complessivo di 35 volte ha riguardato anche il rilevatore posto a Paolo VI.

Si pensava che i dati del 2005 e 2006 fossero una sorta di trend in via di stabilizzazione, con dati preoccupanti, in quanto superiori per due volte alle medie sui superamenti previsti dalla legge ed invece nel 2007 ecco il dato a dir poco agghiacciante. Dopo l’installazione, nel mese di maggio, nella stazione di rilevamento di via Machiavelli di un analizzatore polveri tipo Swam al posto di quello obsoleto e non più efficiente installato in precedenza nei soli mesi di giugno, luglio e agosto vengono registrati ben 68 superamenti (18 a giugno, 27 a luglio e 23 ad agosto) mentre siamo in attesa che vengano pubblicati i dati di agosto, settembre ed ottobre. Ma la cosa più grave è che i superamenti giornalieri in molti casi raggiungono punte di gran lunga superiori al limite giornaliero di 50 microgrammi/mc con punte fino a ben 199.

Ormai il quartiere Tamburi sembra essere avvolto quotidianamente da una coltre di micidiali polveri PM10 che senza soluzioni di continuità aggredisce l’apparato respiratorio di chi abita in questo martoriato rione.

Insomma la sensazione secondo cui più si incrementano i livelli di produzione, più sono attivi i processi di combustione e più PM10 si sprigiona è più che un’ipotesi. E dunque, nel mentre si discute su Bat e quant’altro necessario a ridurre l’emissione di inquinanti, non è il caso di cominciare a pensare a provvedimenti tesi al contingentamento dei volumi produttivi nel quadro di un programma che punti ad una graduale dismissione dell’area a caldo?

Nello De Gregorio

martedì 30 ottobre 2007

Il calendario del Comitato!

è stato aggiornato e reso pubblico il calendario del Comitato per Taranto: per conoscere le nostre iniziative e di quelle delle associazioni, enti, e via dicendo, che riteniamo interessanti e rilevanti in ambito ambientale.

Lo trovate sempre sulla sinistra: chi cerca trova!

Referendum popolare per la chiusura dell'Ilva


E' giunta notizia della convocazione di una conferenza stampa da parte del costituente "comitato promotore per il referendum popolare per la chiusura dell'Ilva a causa dei danni alla salute dei cittadini e dell'ambiente" che provoca. Nell'incontro stampa che si terrà domani mercoledì 31 ottobre alle ore 16,30 presso la scuola Colombo in via Medaglie D'oro verrano illustrate le motivazioni e le modalità operative per giungere al referendum.

Sulle manifestazioni per l'ambiente dei giorni scorsi: i commenti di Franzoso


Dal Corriere del Giorno del 29 ottobre 2007.
Per i commenti, si rimanda al guestbook (cliccare sulla sinistra)

Ai seminari dell'Università dell'idrogeno interverrà anche il Comitato per Taranto

Nell'ultima pagina, la presentazione della relazione del Comitato per Taranto, presentata dall'Ing. Biagio De Marzo.






lunedì 29 ottobre 2007

Dalla fabbrica dei Veleni....

Vi ricordate l'iniziativa de "La fabbrica dei Veleni"?
Qui sopra troverete un interessante articolo sulla relazione presentata da Alessandro Marescotti. Qui sotto invece riportiamo una poesia che lo stesso Alessandro ha letto in quella bellissima occasione:

Il cielo rubato


Non templi innalzati agli Dei

Ma colonne di fumi

Veleni sputati nel cielo

Civiltà sepolte

Splendori perduti

Identità svendute

Per uno sviluppo mancato

Arrivando non senti il profumo del mare

Non ascolti più la sua voce

Il mare muore e tace

Ma quando Taras si riprende il suo cielo rubato

E splende la luna

Il mare piange i suoi figli ammazzati

Non per amore,come in Medea,ma

Per un pezzo di pane sudato di duro lavoro

Morti bianche non fantasmi

Ma figli,mariti padri,fratelli

Mandati all’inferno senza peccato


di Almerina Raimondi.
Per questa poesia le hanno assegnato il Premio Moicarte "Maria
Scarcella Padovano" - XVI Concorso internazionale letterario
di poesia e narrativa 2006.
E' una splendida poesia che ha suscitato palpabili
emozioni generali durante la lettura che ne ha fatto Alessandro
Marescotti al termine del suo intervento nel convegno del 25 ottobre
sulla "Fabbrica dei veleni" di Felice Casson.

L'isola della spazzatura......


dal sito di La Repubblica


Si chiama Pacific Trash Vortex. Ha un diametro di 2500 chilometri
ed è profonda 30 metri. Il suo peso ha raggiunto 3,5 milioni di tonnellate

Nel Pacifico l'Isola della spazzatura per l'80 per cento formata di plastica
Come un deserto oceanico, dove la vita è ridotta
solamente a pochi grandi mammiferi o pesci

di LUIGI BIGNAMI

LO CHIAMANO Pacific Trash Vortex, il vortice di spazzatura dell'Oceano Pacifico, ha un diametro di circa 2500 chilometri è profondo 30 metri ed è composto per l'80% da plastica e il resto da altri rifiuti che giungono da ogni dove. "E' come se fosse un'immensa isola nel mezzo dell'Oceano Pacifico composta da spazzatura anziché rocce. Nelle ultime settimane la densità di tale materiale ha raggiunto un tale valore che il peso complessiva di questa "isola" di rifiuti raggiunge i 3,5 milioni di tonnellate", spiega Chris Parry del California Coastal Commission di San Francisco, che è da poco tornato da un sopralluogo.

Questa incredibile e poco conosciuta discarica si è formata a partire dagli anni Cinquanta, in seguito all'esistenza della North Pacific Subtropical Gyre, una lenta corrente oceanica che si muove in senso orario a spirale, prodotta da un sistema di correnti ad alta pressione. L'area è una specie di deserto oceanico, dove la vita è ridotta solo a pochi grandi mammiferi o pesci.

Per la mancanza di vita questa superficie oceanica è pochissimo frequentata da pescherecci e assai raramente è attraversata anche da altre imbarcazioni. Ed è per questo che è poco conosciuta ai più. Ma proprio a causa di quel vortice l'area si è riempita di plastica al punto da essere considerata una vera e propria isola galleggiante. Il materiale poi, talvolta, finisce al di fuori di tale vortice per terminare la propria vita su alcune spiagge delle Isole Hawaii o addirittura su quelle della California.

In alcuni casi la quantità di plastica che si arena su tali spiagge è tale che si rende necessario un intervento per ripulirle, in quanto si formano veri e propri strati spessi anche 3 metri. La maggior parte della plastica giunge dai continenti, circa l'80%, solo il resto proviene da navi private o commerciali e da navi pescherecce.

Nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di chilogrammi all'anno di plastica, dei quali, grosso modo, il 10% finisce in mare. Il 70% di questa plastica poi, finirà sul fondo degli oceani danneggiando la vita dei fondali. Il resto continua a galleggiare.

La maggior parte di questa plastica è poco biodegradabile e finisce per sminuzzarsi in particelle piccolissime che poi finiscono nello stomaco di molti animali marini portandoli alla loro morte. Quella che rimane si decomporrà solo tra centinaia di anni, provocando da qui ad allora danni alla vita marina.

(29 ottobre 2007)

Il Primo palazzo fotovoltaico: un'iniziativa di Credicoop San Marzano.

Dal Corriere del Mezzogiorno del 29 ottobre 2007.

Cosa succede a Punta Rondinella????


Qui sotto invece riportiamo diversi articoli, tutti estremamente interessanti. In particolare noi vi consigliamo di leggere soprattutto quello sulla sinistra, che non è stato sicuramente messo in evidenza.
In effetti quello che sta succedendo a Punta Rondinella è molto strano. Là vicino la Gas Natural chiede di costruire un impianto di rigassificazione, l'Eni chiede di raddoppiare la produzione, e il Noe (Nucleo Operativo ecologico) di Lecce proprio nel sito in questione, pone i sigilli ad un cantiere per lo stocaggio di olii combustibili della Basile Petroli.






I Bambini contro l'inquinamneto manifestano ai Tamburi

Qui sotto troverete alcuni articoli che descrivono l'evento:




Dal Quotidiano del 29 ottobre 2007.



Dalla Gazzetta di Taranto, del 29 ottobre 2007.
Dal Corriere del Giorno del 29 ottobre 2007.


venerdì 26 ottobre 2007

Dal ponte sullo stretto ai Rigassificatori



un articolo da Liberazione del 26 ottobre 2007.

Da un articolo del Quotidiano del 26 ottobre 2007.

Da un articolo tratto dal Corriere del Mezzogiorno del 26 ott 2007. Buona lettura!

Piano Regionale della Qualità dell'Aria

Se si va nel sito "Portale Ambientale" della Regione Puglia, compare tra le news il Piano Regionale di Qualità dell`Aria (PRQA)
E' scritto che si tratta di un "perfezionando" piano, "che consentirà di raggiungere il livello massimo di conoscenza dello stato della componente ambientale ARIA mai raggiunto nella Regione, è stato redatto secondo i seguenti principi generali:
  • Conformità alla normativa nazionale
  • Principio di precauzione
  • Completezza e accessibilità delle informazioni.
Sotto la pagina in questione, troviamo il testo (scaricabile cliccando qui) e tutti gli allegati... che trovate nel Portale Ambiente.

Per i commenti, andate sul forum (sempre sulla sinistra)

Finanziaria 2008 - Il testo del disegno di legge: gli interventi su Energia e ambiente


Capo V
MISSIONE 6 – GIUSTIZIA

ARTICOLO 23.
(Razionalizzazione del sistema delle intercettazioni telefoniche, ambientali e altre forme di comunicazione informatica o telematica)
1. Il Ministero della giustizia provvede entro il 31 gennaio 2008 ad avviare la realizzazione di un sistema unico nazionale delle intercettazioni telefoniche, ambientali e altre forme di comunicazione informatica o telematica disposte o autorizzate dall'autorità giudiziaria, anche attraverso la razionalizzazione delle attività attualmente svolte dagli uffici dell'Amministrazione della giustizia. Contestualmente si procede all'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo 96, del decreto legislativo 1º agosto 2003, n. 259, e successive modificazioni.
2. Il Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, procede al monitoraggio dei costi complessivi delle attività di intercettazione disposte dall'autorità giudiziaria.


ARTICOLO 26.
(Sicurezza della navigazione)
1. Per l'anno 2008 è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro da iscrivere nel fondo di cui all'articolo 1, comma 1331, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da ripartire, per le esigenze di funzionamento e per l'esercizio dei compiti di vigilanza e controllo operativi in materia di sicurezza delle navi e delle strutture portuali svolti dal Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera, con decreto del Ministro dei trasporti, da comunicare anche con evidenze informatiche, al Ministero dell'economia e delle finanze, tramite l'Ufficio centrale del bilancio.
2. Al fine di sviluppare la componente aeronavale e dei sistemi di comunicazione del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2008, 10 milioni di euro per l'anno 2009 e 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011.


Capo IX
MISSIONE 10 – ENERGIA E DIVERSIFICAZIONE DELLE FONTI ENERGETICHE

ARTICOLO 30.
(Incentivi alle fonti energetiche rinnovabili)
1. Ai fini della piena attuazione della direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, con particolare riferimento all'articolo 2 della direttiva medesima, i finanziamenti e gli incentivi di cui al secondo periodo del comma 1117 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono concessi ai soli impianti realizzati ed operativi.
2. La procedura del riconoscimento in deroga del diritto agli incentivi di cui al comma 1118 dell'articolo 1 della citata legge n. 296 del 2006, per gli impianti autorizzati e non ancora in esercizio, e, in via prioritaria, per quelli in costruzione, è completata dal Ministro per lo sviluppo economico, sentite le Commissioni parlamentari competenti, inderogabilmente entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge.
Capo XVI
MISSIONE 18 – SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE

ARTICOLO 45.
(Realizzazione di aree verdi per migliorare la qualità dell'aria e tutelare la biodiversità)
1. È istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un fondo di 50 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 per la riforestazione di aree incolte e antropizzate e per la realizzazione di parchi urbani e non nei comuni a maggiore crisi ambientale, al fine di ridurre le emissioni di CO2, di migliorare la qualità dell'aria e di tutelare la biodiversità.

Capo XXV
MISSIONE 28 – SVILUPPO E RIEQUILIBRIO TERRITORIALE
ARTICOLO 70.
(Misure per sostenere i giovani laureati e le nuove imprese innovatrici del Mezzogiorno nonché per la gestione delle quote di emissione di gas serra)
1. Le economie derivanti dai provvedimenti di revoca totale o parziale delle agevolazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488, nel limite dell'85 per cento delle economie accertate annualmente con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro il 30 ottobre, sono destinate alla realizzazione di interventi destinati a finanziare:
a) un programma nazionale destinato ai giovani laureati residenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, al fine di favorire il loro inserimento lavorativo, dando priorità ai contratti di lavoro a tempo indeterminato. La definizione di tale programma sarà disciplinata con decreto del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, d'intesa con il Ministero dello sviluppo economico e con il concerto delle regioni interessate, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge;
b) agevolazioni alle imprese innovatrici in fase di start up, definite ai sensi di quanto previsto nella Disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato a favore di ricerca sviluppo e innovazione (2006/C 323/01), attraverso la riduzione degli oneri sociali per tutti i ricercatori, tecnici e altro personale ausiliari impiegati a decorrere dal periodo d'imposta dell'anno 2007. I criteri e le modalità per il riconoscimento delle predette agevolazioni, che saranno autorizzate entro i limiti fissati al punto 5.4 della predetta Disciplina, saranno disciplinati con apposito decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, d'intesa con il Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge;
c) la creazione di un fondo denominato «Fondo per la gestione delle quote di emissione di gas serra di cui alla direttiva 2003/87/CE», da destinare alla «riserva nuovi entranti» dei Piani nazionali di assegnazione delle quote di cui al decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 216, secondo modalità stabilite con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze d'intesa con il Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge;
d) la proroga per gli anni 2008, 2009 e 2010 della deduzione forfettaria dal reddito d'impresa in favore degli esercenti impianti di distribuzione di carburanti di cui all'articolo 21, comma 1, della legge 23 dicembre 1998. n. 448;
e) interventi a sostegno dell'attività di ricerca nel sistema energetico e di riutilizzo di aree industriali, in particolare nel Mezzogiorno.
2. In sede di prima applicazione delle disposizioni di cui al presente articolo, il decreto del Ministro dello sviluppo economico di cui al comma 1 è adottato entro il mese di febbraio 2008.
3. Il Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, è autorizzato ad iscrivere, nei limiti degli effetti positivi stimati per ciascun anno in termini di indebitamento netto, le risorse derivanti dalle economie connesse alle revoche di cui al comma 1 in apposito fondo dello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico ai fini del finanziamento delle iniziative di cui al medesimo comma 1.

Infrazione Ue per la qualità dell'aria, Pecoraro Scanio: "Necessari i piani regionali"

Dal sito del Ministero dell'Ambiente

Superamenti di biossido di zolfo nel 2005



“Condividiamo la forte preoccupazione espressa oggi dalla Commissione europea che ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti del nostro paese per non aver rispettato le norme comunitarie sulla qualità dell’aria”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio commentando la decisione assunta oggi a Bruxelles che ha messo nel mirino i superamenti delle concentrazioni orarie di biossido di zolfo nel 2005.

“Questa infrazione – ha aggiunto Pecoraro - conferma la nostra richiesta alle regioni affinchè velocemente elaborino i piani regionali di qualità dell’aria che, appunto, debbono tener conto tutte le fonti di emissioni sul territorio e le misure per raggiungere gli obiettivi fissati a livello europeo per abbatterli”.

“Oggi – ha concluso il ministro - sono ancora troppo poche le regioni italiane che hanno redatto i piani. E questi sono gli strumenti necessari per migliorare la qualità dell’aria e difendere la salute dei cittadini evitando pericolose esposizioni a inquinanti. Inoltre, ci eviterebbero onerose condanne in sede di Corte di Giustizia europea per violazioni di obblighi comunitari”.



Roma, 17 ottobre 2007

Insediamento della nuova commissione VIA-VAS

Dal sito del Ministero dell'Ambiente


Il presidente, prof. Stefano Rodotà: "Tre parole d'ordine: trasparenza, partecipazione, rapidità"

Si è insediata questo pomeriggio la Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via (valutazione impatto ambientale) - Vas (valutazione ambientale strategica) il cui presidente è il Prof. Stefano Rodotà.

“Le parole d’ordine della Commissione - ha dichiarato il presidente Rodotà - saranno tre: trasparenza, partecipazione e rapidità”.

“Trasparenza per rendere meno permeabile dalle pressioni l’attività della Commissione, partecipazione per consentire di individuare nella maniera più efficace le difficoltà e poter governare meglio i conflitti - ha sottolineato il presidente della Commissione -. Quella della partecipazione, poi è una tematica che va al di là solo delle tematiche ambientali, ma che è una questione centrale della democrazia partecipata”.

“Come diceva un famoso giudice americano - ha concluso il prof. Rodotà - la luce del sole è il miglior disinfettante”.

All’insediamento della nuova Commissione Via-Vas era presente anche il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio che ha dichiarato: “Questo Ministero vuole garantire la massima indipendenza della nuova Commissione da qualsiasi possibile interferenza sia di carattere politico che economico e farla lavorare nell’interesse del Paese e nel pieno rispetto di tutte le regole”.

“L’obiettivo che siamo posti - ha concluso il ministro Pecoraro Scanio - è stato quello di inserire elementi di trasparenza, di partecipazione, di celerità e di competenza ed evitare, così, ulteriori procedimenti di infrazione”.



Roma, 25 ottobre

Cara Senatrice Franca Rame....


Gentile sen. Franca Rame, qui la situazione è grave.......
Gentile direttore,
le invio la lettera indirizzata alla Senatrice Franca Rame con preghiera di pubblicazione.

Gentile senatrice, sono una cittadina di Taranto, forse si ricorderà di me perchè Le ho scritto pubblicamente ringraziandoLa per l’interrogazione parlamentare sulla diossina a Taranto.
Torno a scriverle perchè qui la situazione diviene ogni attimo più grave.
Taranto vive un momento particolarlmente delicato : il dissesto finanziario è stato per noi tutti un colpo durissimo.
La città sta, tuttavia, cercando, a fatica, di riemergere dalle ceneri di un fallimento
che non è solo economico ma è, per certi versi, anche sociale e morale.
Taranto è afflitta dalla piaga di un inquinamento selvaggio, incontrollato e insidiosissimo: diossina, pm10, mercurio, solo per citare alcuni degli inquinanti più dannosi per la nostra salute, raggiungono in città percentuali da brivido. ( si stima che il 90% della diossina prodotta in Italia si concentri a Taranto).
Ogni cittadino, grande, piccolo, anziano, respira quotidianamente veleni che compromettono seriamente la sopravvivenza delle generazioni presenti ma soprattutto di coloro che verranno dopo di noi.
La città ospita 9 impianti ad elevato rischio ambientale, trai quali ILVA, AGIP, CEMENTIR.
La città è stata dichiarata, per legge, città ad elevato rischio ambientale.
Da questo deriva il preciso obbligo ,per le istituzioni, di operare per garantire alla
città un progressivo alleggerimento del carico industriale presente sul territorio.
E invece, pensi, ci si sta muovendo esattamente nella direzione opposta.
Il ministero dello sviuppo economico, infatti, vuole imporre, contro il parere
dell’amministrazione comunale e scavalcando il piano regolatore portuale, un
impianto di rigassificazione a tutti i costi.
Questo a 700 metri dalle fiaccole sempre accese della raffineria, ad un chilimetro
dal complesso siderurgico più grande d’Europa e ad un chilomentro e mezzo dal centro abitato.
I pericoli di un possibile effetto domino sono elevatissimi.
(Senza dimenticare che in questi stessi giorni anche l’Eni si propone alla città
con un progetto di raddoppio della capacità produttiva della raffineria, sempre nella stessa area).
L’amministrazione comunale e l’autorità portuale hanno detto NO al rigassificatore
ma questo rischia di non servire a nulla.
La prego di aiutarci ad impedire che l’ennesima violenza sia perpetrata ai
danni del martoriato territorio jonico.
Il mondo politico si ostina ad imporre scelte dettate da principi assolutamente
estranei all’interesse generale e alla salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente in cui viviamo, scelte che paghiamo ogni giorno sulla nostra pelle e
su quella dei nostri figli.
La ringrazio infinitamente
Lea Cifarelli

Dal Corriere del Giorno, 25 ottobre 2007

Rassegna stampa del 25 ott 2007...

Come risolvere il problema dei parchi minerali??? Il Comitato dà una sua risposta...
Dal Corriere del Giorno del 25 ott 2007.
Sulla visita di Di Pietro al Porto, per il Porto di Taranto
Dal Corriere del Giorno del 25 ott. 2007



Attenzione alla caduta del muro.... l'Arsenale di Taranto.
Dal Corriere del Mezzogiorno, 25 ott 2007.

Per i commenti si rimanda al libro degli ospiti... al forum (cliccando qui sulla sinistra!)

giovedì 25 ottobre 2007

Dal Presidio Permanente No discariche

Quali sono le prossime iniziative organizzate dal movimento No Alle discariche?

Qui sotto eccovi la risposta....


REPORT RIUNIONE NAZIONALE RIFIUTI SVOLTASI AD ACERRA IL 14 OTTOBRE 07

Domenica 14 Ottobre 07 ad Acerra, all´indomani della manifestazione nazionale contro l´incenerimento dei rifiuti per la difesa della salute, dell´ambiente e dei beni comuni, che ha visto in piazza ad Acerra oltre 5000 persone, con delegazioni di comitati e lotte provenienti da ogni parte d´Italia, si è svolta una riunione nazionale in tema di gestione dei rifiuti.
Obiettivo dell´incontro, a cui hanno partecipato la Rete dei Comitati campani x la salute e l´ambiente, realtà toscane, calabresi, pugliesi ed esponenti della rete Nazionale Rifiuti Zero, era quello di fare il punto sulle varie battaglie in piedi e sul come rilanciare l´iniziativa contro l´incenerimento a livello nazionale. E´ infatti consapevolezza comune che l´incenerimento non è una scelta isolata, ma rappresenta una strategia dannosa, inquinante ed antieconomica, voluta e finanziata dal Governo, scavalcando il volere delle comunità locali, a solo vantaggio di imprese e multinazionali (FIBE, ERA, VEOLIA, CALTAGIRONE, GORI...) che sono dentro il grande businnes dei CIP 6 e certificati verdi. E´ proprio grazie all´equiparazione, definita illegittima dalla stessa comunità europea, dell´energia prodotta con termovalorizzatori a fonte energetica pulita ed ecocompatibile, che centinaia di milioni di euro, presi dal 7 % della nostra bolletta elettrica, finiscono nelle tasche di questi grandi gruppi per i quali diventa naturalmente conveniente costruire e gestire queste moderne macchine di morte, penalizzando di fatto una via alternativa e non inquinante nella gestione dei rifiuti.
Basti pensare, del resto, all´assurdo attacco di Bersani ai medici dell´Emilia Romagna che, sulla base degli ultimi studi scientifici, affermano l´esistenza di una pericolosa correlazione tra la presenza di inceneritori e l´insorgere nei territori circostanti di particolari patologie mortali, per comprendere come, dietro la costruzione di nuovi
17 inceneritori, esista una lobby protetta dai poteri forti che, dal centro sinistra al centrodestra, ha come unico scopo quello di incrementare i profitti a scapito dell´ambiente e della salute di tutti noi. La stessa sinistra radicale che, a parole, si mostra sensibile alle questioni ambientali, è di fatto complice di questa lobby come dimostra il via libera di Pecorraro Scanio agli inceneritori siciliani e la proposta del piano rifiuti presentato da Rif. Com. in Campania che, pur criticando la logica dell´incenerimento, avalla la costruzione dell´inceneritore di Acerra.
In questo senso le realtà che si sono incontrate Domenica 14 ad Acerra ritengono essenziale rilanciare la battaglia sul piano nazionale ed europeo e fanno appello a tutti gli altri comitati, comunità che resistono ed alla Rete Nazionale "Rifiuti Zero" affinché le proposte che seguono vengano socializzate e condivise:
1. Di esprimere la piena solidariètà ai presidi ed ai comitati di
Montale e Grottaglie, impegnati rispettivamente contro inceneritore e megadiscarica, ed al resto dei comitati in lotta in tutta Italia
2. Di costruire un presidio con conferenza stampa sotto il parlamento
italiano, capace di coinvolgere i media nazionali ed europei, per la prima metà di Novembre, perché venga definitivamente abolito il finanziamento pubblico agli inceneritori attraverso l´uso di CIP 6, Certificati Verdi e qualsiasi altra forma di incentivi.
3. Di avviare la campagna per l´autoriduzione e/o il rimborso della bolletta energetica relativamente alla parte che va a finanziare gli inceneritori in seguito all´ulteriore approfondimento del gruppo di giuristi che si svolgerà a Fano il 20 Ottobre
4. Di partecipare in maniera convinta, indipendentemente dalle forme di
lotta che in ogni realtà si possono mettere in campo, alla giornata mondiale contro l´incenerimento convocata da GAIA (Global Alliance Incinerator Alternatives) per il prossimo 28 Novembre.
5.
Di assumere la manifestazione nazionale del 1° dicembre a Roma " per la ripubblicizzazione dell'acqua e la difesa dei beni comuni", quale momento di lotta per la salute e l'ambiente in coolegamento con le altre battaglie in corso;
6. Di contribuire all´estensione ed al rafforzamento della Rete Rifiuti
Zero, della sua orizzontalità decisionale ed operativa, come della capacità di conflitto e produzione di saperi alternativi
7. Di fare propria la manifestazione contro l´ampliamento
dell´inceneritore di Gioa Tauro il prossimo 22 Dicembre
8. Di essere parte del "patto di mutuo soccorso" stabilitosi dal basso
tra le resistenze territoriali contro la devastazione di salute, ambiente, territori e beni comuni, e di contribuire affinché il patto stesso, rafforzando la reciproca solidarietà, abbia la capacità di porsi sul piano più generale della critica al modello di sviluppo.

Difendiamo la nostra Taranto: il suo mare e le sue coste....


mercoledì 24 ottobre 2007

Intesa tra Gas Natural e Snam Rete Gas sui gasdotti connessi ai rigassificatori di Taranto e Trieste.

Dal Corriere del Giorno del 23 ott 2007

Gas Natural e Snam

intesa per il gasdotto
Collegherà il rigassificatore alla rete di distribuzione
Il Gruppo Gas Natural e Snam Rete Gas hanno raggiunto l’intesa in base alla quale quest’ultima realizzerà i due gasdotti di connessione dei due progetti di rigassificazione di Taranto e Trieste alla rete di distribuzione nazionale del gas, una volta ottenute le autorizzazioni previste.
Questo accordo, si legge in una nota di Gas Natural, segna un importante passo avanti per i due progetti che il Gruppo Gas Natural ha presentato tre anni fa alle Autorità italiane. Esso prevede inoltre un significativo investimento da parte di Snam Rete Gas per il quale Gas Natural ha
presentato le garanzie necessarie ottenute da uno dei maggiori istituti bancari italiani.
La società conferma in tal modo il suo impegno nel portarli avanti entrambi, forte della propria esperienza maturata in Spagna e all’estero nel settore del trasporto di GNL e di realizzazione di impianti di rigassificazione. In Spagna, a Barcellona, dal 1969 è operativo un impianto di rigassificazione con caratteristiche simili a quelle dei due progetti in Italia che, insieme ad altri 5 impianti, costituiscono il sistema di GNL spagnolo che approvvigiona il 69% del gas naturale del Paese.
Attualmente, la multinazionale gestisce l’unico impianto di rigassificazione di Porto Rico e detiene i diritti esclusivi per la capacità eccedente di rigassificazione nell’isola. I due progetti - della capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas ciascuno - prevedono un investimento complessivo di circa 1 miliardo di euro e sono sottoposti attualmente alla procedura per il rilascio della VIA da parte del Ministero per l’Ambiente. In quanto progetti on shore, l’investimento richiesto, a
parità di capacità di rigassificazione, è significativamente inferiore a quello richiesto da progetti off shore, riducendo sensibilmente l’impatto sul consumatore finale italiano.
In tal modo, il Gruppo Gas Natural ribadisce la sua chiara volontà di contribuire alla liberalizzazione del mercato energetico italiano, diversificando le fonti di approvvigionamento attuali che per oltre il 90% sono costituite da metanodotti.

Rassegna stampa






Questo il titolo di un articolo pubblicato sul Corriere del Giorno, il 24 ott 2007. Se desiderate leggere l'intero articolo cliccate su PORTO.

Vi riporto qui di seguito un articolo interessantissimo sul nostro governatore pugliese: le sue confessioni.
Da Puglia d'oggi del 24 ott 2007.


Sempre da Puglia d'oggi del 24 ott 2007....

Altra notizia.... questa volta in Provincia jonica...

Sequestrato campo da golf nel Tarantino

La società titolare del campo – stando ai rilievi della Forestale – aveva da tempo occupato l’area demaniale vincolata del «Tratturello Pineto» senza alcuna autorizzazione

CASTELLANETA MARINA (TARANTO) - Una fascia lunga quasi un chilometro (circa 17mila metri quadrati) del campo da golf internazionale di Riva dei Tessali, a Castellaneta Marina (Taranto), è stata sequestrata da uomini del Corpo forestale dello Stato perchè sorgeva su un tratturo demaniale.
Per aver distrutto ed occupato abusivamente il tratturo è stato denunciato a piede libero l’amministratore della società 'Riva dei Tessali' e sono state comminate sanzioni amministrative fino a 219.000 euro.
Secondo le indagini, la società aveva da tempo occupato l'area senza mai preoccuparsi di chiedere alcuna autorizzazione paesistica, urbanistica e idrogeologica. Gli investigatori ritengono di aver accertato che la società 'Riva dei Tessal', titolare del campo da golf, aveva modificato l’assetto plano-altimetrico e volumetrico del tratturo per adeguarlo alle esigenze del campo da gioco, inglobandolo nello stesso per un chilometro, provocando in tal modo la perdita di quei caratteri storici e culturali tipici degli antichi tratturi che collegavano l’Abruzzo alla Puglia e che venivano percorsi dalle mandrie nelle loro trasmigrazioni periodiche.

Il sequestro è stato disposto dal gip di Taranto che ha ritenuto il «Tratturello Pineto» un «bene di notevole interesse per l’archeologia e la storia», sottoposto a vincolo paesaggistico. Inoltre il tratturo – secondo l’accusa – rientra nel sito di interesse comunitario «Pineta dell’arco Jonico».


23/10/2007

Rigassificatore: Bersani torna all'attacco....

Leggete questo articolo scritto da Nello De Gregorio pubblicato sul sito di Tarantosociale:

www.tarantosociale.org


Le mani sulla Città: Il comune ridotto a "comparsa"

Finanziaria: Il Rigassificatore torna sul Porto

Togliere oggi al Comune il potere di auto-determinare le scelte concernenti la gestione del proprio territorio può aprire la strada ad una pericolosa deriva antidemocratica dai riflessi inimmaginabili.

16 ottobre 2007 - Nello De Gregorio
Se mai ci fossero stati dubbi e sarebbe bastato leggersi l'articolo del 21 settembre scorso su Il Sole 24 Ore dal titolo British Gas verso Taranto, ora l'assalto finale per la costruzione del rigassificatore è ufficialmente ormai pronto ma, ancora una volta, il rischio è di restare impreparati ad affrontare il problema ovvero svegliarsi quando ormai i giochi sono stati fatti.
Se qualcuno, anche in sede istituzionale locale, si illude che un piano regolatore portuale senza la espressa indicazione, fra le destinazioni d'uso, di un'area ove allocare il rigassificatore, sia sufficiente a sventare il pericolo si sbaglia di grosso.
L'invito è andarsi a leggere l'art. 46 del decreto 1.10.2007 n.159 collegato alla Finanziaria che sostanzialmente stravolge letteralmente la precedente legge 24.11.2000 n. 340: "L'autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione, anche situati al di fuori di siti industriali, è rilasciata ai sensi dell'art.8 L.24.11.2000 n.340, a seguito di giudizio di compatibilità ambientale. Nei casi in cui gli impianti siano ubicati in area portuale, il giudizio è reso anche in assenza del parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, che deve essere espresso nell'ambito della Conferenza dei Servizi. In tali casi, l'autorizzazione è rilasciata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e con il Ministro dell'ambiente, d'intesa con la regione interessata. L'autorizzazione costituisce variante del piano regolatore portuale".
Cosa dice l'art.8 della 340/2000: "Qualora l'esito della conferenza di servizi comporti la variazione dello strumento urbanistico, la determinazione costituisce proposta di variante sulla quale si pronuncia definitivamente entro novanta giorni il Consiglio Comunale".
Vorrei che si riflettesse un attimo, al di là di ogni valutazione di merito e anche da parte di chi è favorevole alla realizzazione del rigassificatore nel nostro territorio, sulla stravolgente e per certi versi storica portata antidemocratica di questa formulazione legislativa. Storica ed antidemocratica poiché è la prima volta in assoluto nella storia repubblicana del nostro Paese che in materia di gestione del territorio gli enti locali vengono così brutalmente espropriati del loro diritto all'autodeterminazione delle scelte di merito in materia urbanistica.
Tutto ciò, ripeto, anche al di là delle valutazioni di merito come le problematiche connesse al rischio, ecc..
Da qui la necessità di una battaglia per modificare l'art. 46 della Finanziaria. Una battaglia che prima ancora che essere ambientalista è di difesa della democrazia e delle prerogative sulla salvaguardia e l'intangibilità dei poteri istituzionali sui quali questa nostra democrazia si fonda.
Togliere oggi al Comune il potere di auto-determinare le scelte concernenti la gestione del proprio territorio può aprire la strada ad una pericolosa deriva antidemocratica dai riflessi inimmaginabili.




martedì 23 ottobre 2007

Quanto inquinano le grandi navi....

Da Repubblica.it:

Contribuiscono all'1,8 per cento delle emissioni totali di anidridecarbonica. E negli ultimi sei anni la quota è salita enormemente
Quanto inquinano le grandi navi
L'effetto serra dei giganti del mare

di LUIGI BIGNAMI
SONO circa 90mila le navi che in ogni istante della giornata navigano per i mari e gli oceani della Terra. Le emissioni di gas serra che esse producono, innanzi tutto anidride carbonica, hanno raggiunto un livello che è doppio rispetto a quello globale degli aerei che sfrecciano nei cieli. E' questo il dato che emerge da un rapporto realizzato dall'Intertanko, un'associazione che rappresenta i maggiori operatori per il trasporto navale del pianeta. Secondo questo studio le emissioni sono salite enormemente negli ultimi 6 anni.

Un lavoro analogo - realizzato circa una decina di anni fa dall'International Marittime Organisation - aveva scoperto che il livello di emissioni di gas serra era simile, per quantità, a quello degli aerei. Una crescita così marcata e assolutamente inaspettata sembra legata soprattutto ad una maggiore combustione di carburanti. E questo nell'intento di far percorrere molto più velocemente e con maggiori quantità di merci navi che sino a qualche anno fa si muovevano più lentamente. "Quanto sta succedendo nei mari potrebbe essere solo l'inizio di un notevole incremento di emissioni di anidride carbonica che deve essere tenuto assolutamente sotto controllo", ha detto Dragos Routa, Direttore tecnico della Intertanko.

Lo studio ha messo in luce come attualmente le navi contribuiscano all'1,8 per cento delle emissioni totali di anidride carbonica e che le proiezioni sull'uso dei combustibili prevedono che dall'anno 2000 al 2020 aumenterà del 72 per cento. Ciò non toglie, tuttavia, che il rapporto inquinamento- quantità di merci trasportate rimane sempre a favore delle navi, in quanto se un aereo da carico produce mediamente circa 540 grammi di anidride carbonica per tonnellata trasportata per ogni chilometro, una nave ne produce solo 15.

La ricerca ha scoperto anche che le navi producono un pesante inquinamento, dovuto alla combustione del gasolio, soprattutto quando sono in vicinanza dei porti. Al punto, per esempio, che circa il 25 per cento dello smog presente su Los Angeles deriva proprio dalle navi quando si avvicinano alla città. La preoccupazione, secondo l'Intertanko, sta soprattutto nel fatto che al momento vi sono ancora troppe poche misure realizzate per studiare il fenomeno e ancor meno sono le restrizioni per le emissioni. E se non si interverrà in pochi anni, poiché il traffico navale è in continua crescita le emissioni provenienti dalle grandi navi potrebbero avere un ancor più significativo peso sui mutamenti climatici.

Un dato positivo comunque, esiste. Secondo il rapporto infatti, il numero di navi affondate sopra le 700 tonnellate è sceso da circa 25 negli anni Settanta a poco meno di 4 negli anni Duemila e questo sta ad indicare che molto si è fatto per la sicurezza.

(22 ottobre 2007)

domenica 21 ottobre 2007

Tutti i blog in pericolo: il DDL Levi sull'editoria


Il consiglio dei ministri ha approvato all'unanimità il 12 ottobre il D.D.L. Levi che regolamenta l'editoria, nel quale i blog sono assimilati alle testate editoriali! Eccone alcuni passaggi:

Art. 5
(Esercizio dell’attività editoriale)
1. Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.

Art. 7
(Attività editoriale su internet)
1. L’iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale su internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
2. Per le attività editoriali svolte su internet dai soggetti pubblici si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle
informazioni.

Dal blog di Grillo:

"La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe. "

Leggete il recente articolo su PeaceLink cliccando qui

e vedrete che è¨ scoppiata una polemica e questione grande come una casa che il governo a malapena riesce a controllare!


Insomma, anche il blog del comitato sarebbe in pericolo....è vergognoso, nemmeno sotto il governo berlusconi si era osato tanto!
Spero che qualcuno più esperto di noi possa smentire queste interpretazioni della legge...se così non fosse scrivete il vostro disappunto (per usare un eufemismo) all'autore della legge: levi_r@camera. it .


Una Petizione al Presidente Napolitano dall'unione di 26 associazioni e cittadini di Taranto e Provincia


Questa che trovate qui di seguito riportata è la lettera inviata al Presidente Napolitano dal Comitato per Taranto di concerto con 26 associazioni presenti nel territorio jonico e da tanti cittadini/e: come a dire... "l'unione fa la forza!"


Comitato per Taranto

c/o PeaceLink

casella postale 2009

74100 Taranto

e-mail: comitatopertaranto@yahoo.it






PETIZIONE

sottoscritta da singoli cittadini e dalle organizzazioni territoriali di

ail – aiutiamo ippocrate maria angela miola onlus - amici di beppe grillo associazione fabric - associazione sinistra critica

centro giovanile e universitario jonico - circolo culturale corifeo comitato di quartiere città vecchia - comitato jonico pro agenda 21 comitato per taranto - comitato vigiliamo per la discarica confederazione cobas – delfini erranti - fgci - giovani comunisti

giusta taranto - il cormorano - italia nostra - libera

movimento azione cittadina - osservatorio della legalità - peacelink rete jonica per l’ambiente - tarantoviva – uil – wwf

Taranto 9 ottobre 2007

Al Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO

Palazzo del Quirinale – ROMA

Signor Presidente,

prima di decidere di inviarLe questa PETIZIONE, abbiamo esitato a lungo. Il nostro interesse è rivolto al miglioramento dell’inquinamento ambientale nella città di Taranto originato in larga misura dallo stabilimento siderurgico di Ilva SpA. Ci siamo resi conto, però, che la questione riguarda l’Italia intera. Ha, quindi, prevalso il convincimento che, di fronte alle gravi anomalie che stiamo per evidenziare, Lei si pronuncerà nel modo più giusto in relazione al comportamento di Parlamento, Governo, Ministeri e Corte dei Conti e all’adozione di immediati provvedimenti a tutela dei cittadini italiani.

Con il D. Lgs. 372/1999 l’Italia ha adottato la Direttiva europea 65/96/CE. L’art. 4, comma 11 di tale Decreto stabiliva che tutti gli impianti dovessero essere in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale (nel seguito detta più brevemente AIA) entro il 30 ottobre 2007, data fissata nel 1996 per l’intera Unione europea (Direttiva 65/96/CE). L'AIA condiziona l'esercizio degli impianti al rispetto di vincoli relativi alle emissioni di inquinanti in aria, acqua e suolo, limiti fissati con dispositivi di legge.

Il successivo D. Lgs. 59/2005, che ha integrato e sostituito il D. Lgs. 372/1999, non ha modificato né i contenuti dell’AIA, nè la data entro la quale gli impianti devono esserne in possesso. La scadenza ultimativa del 30 ottobre 2007 era quindi nota in Italia almeno dal 1999, come pure era noto che l’impianto privo di AIA avrebbe potuto proseguire nell'esercizio provvisorio solo dietro proroga tassativamente non superiore a 6 mesi.

A Taranto abbiamo saputo qualcosa sulla procedura per l’AIA di Ilva solo agli inizi di agosto 2007, in barba agli obblighi di trasparenza e di consultazione fissati nella Convenzione di Aarhus e nella stessa normativa AIA. Nonostante il poco tempo a disposizione siamo riusciti a formulare le nostre “Osservazioni” all’“autorità competente” che, per gli impianti indicati dalla legge (praticamente le grandi aziende), è la Direzione Salvaguardia Ambientale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Le “Osservazioni”, qui alleghiamo la lettera al Ministro Pecoraro Scanio e la “Sintesi”, sono di spessore tale che difficilmente la Direzione Salvaguardia Ambientale sarà nelle condizioni di emettere l’AIA e non sarà sufficiente neanche la proroga di sei mesi.

Non è né pensabile né auspicabile che il 30 aprile 2008 qualcuno possa ordinare all’Ilva di fermare gli impianti perché privi di AIA. La priorità assoluta è quindi che il Ministro Pecoraro Scanio decida, per l’AIA di Ilva Taranto, di seguire il percorso del comma 20 dell’art. 5 del D. Lgs. 59/2005 in base al quale “possono essere conclusi, di intesa tra lo Stato, le regioni, le province e i comuni territorialmente competenti e i gestori, specifici accordi, al fine di garantire, in conformità con gli interessi fondamentali della collettività, l’armonizzazione tra lo sviluppo del sistema produttivo nazionale, le politiche del territorio e le strategie aziendali”. Sarà così possibile ottenere dall’Azienda la precisazione di strategie e piani attendibili, in un accordo/impegno solenne, immodificabile e garantito.

Il nostro suggerimento può risolvere lo specifico caso di Ilva Taranto, ma resta il problema generale, che riguarda tutti gli impianti assoggettati ad AIA da parte di DSA. Stando alle ultime informazioni in nostro possesso, le “istruttorie” delle domande di AIA non sono neanche partite perché: 1° la Commissione a cui spetta fare l’istruttoria tecnica delle domande ancora oggi non è operativa in quanto la Corte dei Conti, da agosto, non ha ancora registrato il relativo Decreto di nomina; 2° il Ministero dello sviluppo economico non ha fissato le cosiddette tariffe IPPC, il cui mancato pagamento impedirebbe l’avvio dell’istruttoria per l’AIA.

L’insieme di questi due incomprensibili ritardi sancisce definitivamente che l’Italia non rispetterà gli impegni fissati dall’Europa con la Direttiva 65/96/CE. Le imprese continueranno ad esercire gli impianti senza impegni di sorta per ridurre l’impatto ambientale. I cittadini continueranno a subire le emissioni attuali senza alcun provvedimento migliorativo. Nessuno si preoccupa né delle conseguenze sulla salute delle persone, né delle sanzioni che la Corte di Giustizia europea potrà comminare, tanto sarà lo Stato a pagare.

A Taranto l’ARPA Puglia ha accertato definitivamente emissioni di diossina dall'impianto di agglomerazione dell'Ilva, con valori di concentrazione tali che l'impianto dovrebbe essere fermato se si trovasse in un qualsiasi Stato europeo tranne che in Italia dove, "misteriosamente", quel limite, di fatto, è stato alzato enormemente. In città l’allarme è notevolissimo e rischia di avere conseguenze di ogni genere perché la “diossina a Taranto” è ormai un caso nazionale mentre nessuna autorità scientifico - sanitaria è in grado di dire in quali condizioni e quantità la terribile diossina nuoce a uomini e animali.

Certi del Suo interessamento, Le porgiamo i nostri più deferenti saluti.