Un altro commento tecnico sul Bondi Show.
In attesa della canzone di Orlando.
Le cattive scelte del Governo e del Sig. Bondi
Agostino Di Ciaula – ISDE Italia (Sezione Puglia)
Il Governo dovrebbe scegliere con più attenzione i suoi “commissari” e
il Sig. Bondi dovrebbe scegliere con più attenzione i suoi “consulenti”
scientifici. Entrambi non hanno fatto una bella figura non solo nei
confronti dei pugliesi ma dell’intero Paese e della comunità
scientifica.
Posso capire (ma non accettare) che per il Governo e per il Sig.
Bondi sia più conveniente ignorare i risultati dello studio SENTIERI, i
risultati della perizia scientifica richiesta dalla magistratura, gli
studi dell’Istituto Superiore di Sanità, la valutazione di danno
sanitario di ARPA Puglia, le avvertenze dei medici ISDE e le
innumerevoli altre patologie (diverse dal cancro ai polmoni) causate
dagli innumerevoli inquinanti presenti nelle zone critiche della Regione
Puglia (non solo Taranto), ma questa deriva negazionista ha numerosi
altri limiti da rispettare, non solo in termini etici e di decenza.
Dal punto di vista politico il Governo dovrebbe ricordare che un
commissario così cruciale dovrebbe avere garanzie di terzietà e
perseguire in via prioritaria il bene comune, non interessi particolari.
Dal punto di vista scientifico il Sig. Bondi dovrebbe ricordare ai
suoi consulenti che il carcinoma polmonare nei non fumatori ha
caratteristiche epidemiologiche (maggiore prevalenza nel sesso
femminile, età di insorgenza più giovane), istologiche e persino
genetiche del tutto differenti da quelle del tumore che insorge nei
fumatori e che molte di queste caratteristiche sono proprie dei tumori
polmonari del triangolo della morte Taranto-Lecce-Brindisi.
Il Governo dovrebbe ricordare a se stesso e a Bondi, e Bondi dovrebbe
ricordare ai suoi consulenti, che il cancro del polmone è la prima
causa di morte per tumore in Puglia, Regione che è al primo posto in
Italia per emissioni industriali di particolato (almeno 6-7 volte
superiori a quelle delle altre Regioni italiane) e IPA (almeno 5 volte
superiori a quelle di altre Regioni Italiane) e solo all'undicesimo
posto per numero di fumatori.
Dovrebbero anche ricordare che tra il 1993 e il 2008 la percentuale
di fumatori pugliesi è scesa del 2% (dal 25% al 23%, ISTAT), mentre il
tasso grezzo di mortalità per tumore maligno del polmone (anni
1990-2007) è aumentato del 9% (da 3.79 a 4.18 x 10.000 abitanti, fonte
ISTAT). Tale incremento è stato particolarmente rilevante nella
popolazione di sesso femminile (+57% nel sesso femminile vs +3.5% nel
sesso maschile), meno esposta al fumo di sigaretta, e i tassi grezzi di
mortalità sono più elevati nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce
che in quella di Bari, altra “città portuale” soggetta all’influenza
negativa del fumo e del “contrabbando di sigarette” almeno quanto
Taranto.
Il Sig. Bondi dovrebbe anche ricordare ai suoi consulenti che secondo
stime dell’OMS circa l’8% dei carcinomi polmonari sono assolutamente
indipendenti dal fumo di sigaretta. Secondo tale proporzione, poiché
nella Regione Puglia tra 1998 e il 2004 ci sono state 12.134 morti per
tumori maligni del polmone (Fonte: osservatorio epidemiologico
regionale), è possibile calcolare che in media circa 971 di quelle morti
siano state causate dall’inquinamento atmosferico.
Si sa da anni (ma questo è sfuggito ai consulenti scientifici del Sig. Bondi) che un incremento di soli 10µg/m3della
concentrazione atmosferica di PM2.5 è associata ad un incremento di
rischio di tumore polmonare compreso tra l’8 e il 14%, e che tale
rischio è maggiore per i non fumatori (Pope et al, 2002). Si sa anche
benissimo, al contrario, che una riduzione dell’inquinamento da
particolato comporta una riduzione del rischio di carcinoma polmonare
(Laden et al 2006), con un incremento dell’aspettativa di vita di 0.6
anni per ogni riduzione di 10 μg/m3 di PM10 (Pope 2009).
Altra “dimenticanza” dei consulenti del Sig. Bondi è che in aree ad elevato inquinamento atmosferico (come Taranto) il 20% circa
dei tumori polmonari è legata al particolato, che produce tumore
maligno del polmone anche a concentrazioni atmosferiche di gran lunga
inferiori (Raaschou-Nielsen et al, 2013) a quelle “concesse” da una
legge che non è affatto “health-based” ma sempre più “money-based”.
È anche “sfuggita” al Sig.Bondi e ai suoi consulenti "scientifici" la
considerazione che mentre il fumo di sigaretta, di indubbia e
indiscutibile pericolosità, interessa circa il 25% della popolazione di
età superiore a 15 anni (ISTAT) ed è un fattore di rischio volontario la cui cessazione dipende da decisioni soggettive, l’inquinamento atmosferico interessa tutta la popolazione di qualunque fascia di età ed è classificabile come esposizione forzata, indipendente da scelte individuali e fortemente dipendente da scelte politiche ed economiche.
Questo i pugliesi lo hanno capito bene, anche se si cerca
affannosamente di fare il possibile e l’impossibile per dimostrare il
contrario, con toni e argomentazioni che rappresentano un insulto
all’intelligenza e alla dignità di chi ascolta.
È necessario continuare a ribadire con forza che il rendere la salute
un bene negoziabile è contrario a qualunque principio etico, politico e
morale. Chi rema in questo senso va in direzione contraria al bene
comune, che sia il Sig. Commissario o il capo del Governo.
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