Il resoconto del Senatore Carlo Martelli (M5S) dopo la visita all’Ilva
Ecco cosa scrive il Senatore Martelli subito dopo la visita all’Ilva: La premessa è che come sempre, quando ti fanno fare queste visite guidate, ti fanno vedere uno stabilimento tirato a lustro e ti portano nei posti dove loro vogliono che tu vada e che sono stati maggiormente rimessi a posto.La seconda premessa è che la maggior parte della visita si é svolta nella sala riunioni dove ci hanno raccontato quanto è bella la metallurgia e quanto è bello avere uno stabilimento siderurgico.
Ma andando direttamente al sodo; la visita è consistita nel farci vedere dove la “propietà”.. il commissario, nel caso particolare, stà applicando le disposizioni dell’autorizzazione integrata ambientale. Ebbene, noi abbiamo visto un piccolissimo nastro trasportatore che è stato coperto con un involucro di acciaio zincato e poi abbiamo visto 2 centraline che a detta (e poi ve lo racconterò) dei custodi giudiziari dell’impianto, non sono assolutamente in grado di misurare i livelli di emissione.
Quello che invece è allucinante è lo “stato” dell’impianto; sembra uno di quegli impianti di archeologia industriale con macchinari che tu diresti che sono in dismissione. In particolare, tutta la parte dei parchi minerali, è sembrata veramente una cosa preistorica. Tra l’altro una delle procedure che devono essere messe in campo è quella della bagnatura. Voi immaginate delle montagne di minerali alte 20/30 metri con un piccolissimo getto d’acqua sparato da un camioncino che girava attorno; quindi le dispersioni di polveri rimane elevatissima. Tra l’altro, proprio per evitare che non ci fossero troppe polveri in sospensione, tutti i nastri trasportatori, che disperdono un sacco di materiale, erano fermi.
Nonostante questo, il brillio della polvere di pirite era praticamente ovunque. Per quanto riguarda gli interventi di mitigazione come per esempio le reti che io chiamo zanzariere poste a salvaguardia del quartiere Tamburi, sono assolutamente insufficienti perchè, anche lì, è come prendere una zanzariera per afferrare un’aereo.
Invece per quanto riguarda gli impianti, noi abbiamo visitato un’altoforno che era l’unico altoforno in azione: il numero 5 che ha 40 anni (ricordate questo numero perchè verrà importante dopo). E poi abbiamo visto un treno di laminazione. Quello che abbiamo visto nell’altoforno è abbastanza inquietante nel senso che appare un’impianto con tutti gli anni che esso dichiara e quindi noi non abbiamo visto un’impianto in efficienza e non abbiamo neppure visto l’idea o la messa in opera di provvedimenti atti a far si che questo impianto diventi un impianto moderno. (Ecoblog)
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