Regione Puglia, quando avremo un Registro delle malformazioni congenite? – L’appello del dottor Di Ciaula (Isde)
La Puglia è una regione che non può permettersi alcuna lacuna sul
fronte sanitario. In un territorio che ospita diversi colossi
industriali inquinanti (dall’Ilva di Taranto alla centrale a carbone di
Brindisi), sembra assurdo che non sia presente un Registro delle malformazioni congenite. A porre la questione è il dottor Agostino Di Ciaula,
referente regionale dell’Isde (International Society of Doctors for
Environment), che ha ufficialmente chiesto alla Regione l’istituzione di
tale registro. Una richiesta che si poggia su dati di fatto che non
ammettono sottovalutazioni, soprattutto da chi ha responsabilità
politiche ed istituzionali: la stretta relazione tra l’esposizione
ambientale e le malformazioni congenite.
Una prima lettera, indirizza al governatore Vendola e all’assessore
alle politiche sanitarie Elena Gentile, è partita lo scorso 5 giugno.
Non avendo ricevuto alcun riscontro, il dottor Di Ciaula è stato
costretto ad un secondo invio (lo scorso 17 giugno). Dalla Regione,
però, è arrivato soltanto un silenzio assordante. Nella serata di ieri,
il medico dell’Isde, profondamente deluso da questo atteggiamento, ha
fatto un altro tentativo. Ha pubblicato il testo della lettera su
Facebook nella speranza di trovare qualche interlocutore interessato tra
i parlamentari pugliesi. Il suo appello non ha bisogno di commenti: “A
volte le spinte politiche arrivano dove le spinte etiche mostrano
limiti, scontrandosi contro un muro di insensibilità e menefreghismo. I
pugliesi (soprattutto quelli ancora non nati) sarebbero grati”.
Entriamo nel merito del documento, finora snobbato dai vertici
regionali. Scrive il dottor Di Ciuala: “L’analisi dei meccanismi che
legano l’ambiente alla salute umana è di fondamentale importanza per la
ricerca biomedica e per la prevenzione primaria, non solo in campo
oncologico. Tale analisi si rende particolarmente urgente e necessaria
quando vi sia una chiara evidenza di contemporanea criticità ambientale e
sanitaria, come nel caso delle malformazioni congenite”.
La Puglia, com’è noto, è una terra che non si fa mancare nulla in
fatto di veleni. Di Ciaula spiega quindi un concetto ben noto alla
comunità scientifica: “E’ ampiamente dimostrato che l’esposizione di
donne in gravidanza ad agenti inquinanti può indurre nel feto
modificazioni epigenetiche in grado di causare alterazioni
dell’espressione genica, anche in assenza di mutazioni nella sequenza
del DNA. Numerose evidenze presenti in letteratura internazionale
concordano sull’inquinamento ambientale come importante fattore causale
di alcuni tipi di malformazioni fetali”.
A questo punto, il medico fa chiarezza su alcuni aspetti: “Sia il
certificato di assistenza al parto (CeDAP) che la codifica ICD-9-CM sono
strumenti largamente inadeguati e inattendibili per il monitoraggio
delle malformazioni congenite e generano, anche quando applicati con
questa finalità, distorsioni dei risultati, dovute prevalentemente a
loro sottostima. Un recente articolo scientifico (Gianicolo et al,
“Congenital anomalies among live births in a polluted area. A ten-year
retrospective study”, BMC Pregnancy and Childbirth 2012,12:165) ha
mostrato un’aumentata prevalenza di malformazioni congenite
(principalmente cardiovascolari) nella città di Brindisi, una delle
tante zone della nostra Regione caratterizzate da elevato inquinamento
ambientale. Anche i risultati di questo studio, di sicuro interesse,
contribuiscono a evidenziare i limiti dovuti alla mancanza di un
registro regionale accreditato”.
A differenza di altre Regioni italiane, continua Di Ciaula “i dati
sulla prevalenza delle malformazioni congenite nella Regione Puglia
(malformazioni maggiori/minori in nati e non-nati) sono del tutto
assenti in alcuni casi, incompleti, inattendibili e frammentari in
altri, tanto da rendere praticamente impossibile un’adeguata e
sistematica ricognizione epidemiologica del fenomeno. La mancanza di
dati epidemiologici, a sua volta, genera impossibilità di esaminare il
problema in dettaglio e, soprattutto, impedisce qualunque tentativo di
prevenzione primaria utile a impedire l’insorgenza delle malformazioni
apportando dei correttivi alle cause che le determinano”.
Per tutti questi motivi, viene sollecitata a gran voce l’istituzione del Registro delle malformazioni congenite, iniziativa
da attuare con urgenza per “colmare una lacuna diventata ormai
intollerabile dal punto di vista etico prima ancora che scientifico”.
Conclude il dottor Di Ciuala: “Il registro pugliese potrebbe trarre
vantaggio dalla lunga esperienza della rete collaborativa di registri
delle malformazioni congenite esistenti in diverse regioni italiane,
partecipanti da molti anni al sistema europeo di sorveglianza (Eurocat) e
a quello internazionale (ICBDSR)”.
Ora che l’ennesimo sasso è stato lanciato nello stagno delle
istituzioni, non ci resta che attendere e sollecitare una reazione da
parte del presidente Vendola e dell’assessore Gentile. Tra l’altro, è
sorto su Facebook anche il gruppo “Vogliamo il registro pugliese delle malformazioni congenite”, aperto
a tutti coloro che vogliono sostenere la proposta. E seguendo l’esempio
del dottor Di Ciuala, anche noi concludiamo con una citazione che vale
più di mille parole: “Il peggior peccato contro i nostri simili non è l’odio, ma l’indifferenza: questa è l’essenza della disumanità” (George Bernard Shaw).
Alessandra Congedo per InchiostroVerde
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