sabato 20 luglio 2013

Nodo o cappio?

Ilva, il nodo dello smaltimento dei rifiuti

Ci voleva l’Europa per risvegliare attenzione e coscienze sul vero problema dell’Ilva di Taranto, rimasto finora colpevolmente fuori dalle prescrizioni Aia, non sappiamo se per ignoranza o per strategia, lambito in piccola parte dalle sole inchieste della magistratura, anche se per cause diverse: lo smaltimento dei rifiuti. 
L’allarme lanciato ieri dal vicepresidente italiano dell’Unione Europea Gianni Pittella, il quale in una intervista ha dichiarato che “se non si pensa alle discariche ed ai rifiuti speciali ci sono 5 miliardi di euro che potrebbero essere usati per le bonifiche a rischio di disimpegno automatico”, non può e non deve essere sottovalutato. Per questo, governo e Parlamento italiani hanno il dovere di agire subito, introducendo proprio nel decreto in via di approvazione al Senato, le norme necessarie per regolamentare lo smaltimento dei rifiuti dello stabilimento siderurgico. Non è un fatto economico.
Anche se è innegabile che se l’Ilva fosse costretta a smaltire i propri rifiuti fuori dalla discarica Mater Gratiae i costi lieviterebbero talmente tanto che l’acciaio italiano non sarebbe più competitivo con i prezzi in giro per il mondo. Il nodo è soprattutto ambientale e sanitario: che cosa va in discarica? Quali garanzie abbiamo oggi che i rifiuti della Mater Gratiae non inquinino il suolo o che attraverso il veicolo di possibili falde non entrino direttamente nel circuito alimentare? Quali interventi dovrebbero essere fatti per metterla a norma e tutelare la salute dei cittadini? Identificati e regolamentati gli “sversamenti” in atomosfera, perché non si deve fare altrettanto per quelli a terra?
Dalla risposta a queste domande e dalla risoluzione di questi problemi passa il futuro di Taranto e dei tarantini in primo luogo, ma al contempo il destino dell’Ilva e dell’acciaio italiano. A meno che i politici italiani non vogliano essere più ciechi dei loro colleghi a Bruxelles, il Parlamento ha il dovere di legiferare subito in materia, non solo per l’Ilva e per Taranto, ma per tutte le Ilva e le città in Italia che versano in una situazione simile. Cari politici, ora se siete capaci rispondeteci, ma con i fatti non con le chiacchiere. (Michele Mascellaro TaSera)

Nessun commento: