Associazione
Impatto Zero Onlus
Associazione
Italia Nostra sezione di.Taranto Onlus
COMUNICATO
Invito al confronto.
Le associazioni “Impatto Zero” e “Italia
Nostra” hanno inviato al
commissario straordinario Ilva e al ministro dell’ambiente 10 pagine di
“Osservazioni” sulla “Proposta di piano delle misure e delle attività di tutela
ambientale e sanitaria" redatta dal comitato di tre esperti nominati dal
ministro dell’ambiente. Proposta ed osservazioni sono scaricabili dal sito http://www. italianostrataranto.it/
Per un ampio confronto franco ed
argomentato, proponiamo qui alcune di quelle osservazioni.
Sintesi del piano di
tutela
I tre esperti in poco tempo hanno
inquadrato una realtà industriale immensa e complessa quale è l'Ilva di Taranto
Respingiamo l’impostazione del loro piano perché in esso la "fattibilità tecnica
e l'operatività dello stabilimento" prevalgono su ogni altra considerazione. Il
caso Taranto non è scoppiato per ragioni economiche ed industriali ma per
ragioni sanitarie.
Altrettanto criticabile è che venga
elaborato un piano di tutela senza conoscere le prescrizioni relative ai
comparti di acque, suolo, falda e bonifiche, non ancora stabilite a un anno
dall’emissione dell’AIA.
Gli esperti non hanno rilevato che
nel1’AIA la durata dell'autorizzazione è stata fissata in 6 anni invece di 5. Da
anni ripetiamo che tale carattere premiale è illegittimo in quanto il Sistema di
Gestione Ambientale, “procacciatore del premio”, escludeva l'area a caldo,
proprio quella dove si produce la quasi totalità
dell'inquinamento.
Oggetto, finalità del piano e metodo di
lavoro
Gli esperti sottolineano la novità della
tutela ambientale affiancata da quella sanitaria e ignorano che il Ministero
dell’ambiente, con l’apporto del Ministero della salute, ha impedito che nelle
prescrizioni dell’AIA fosse contemplato il contenimento degli impatti sanitari,
invano richiesto dal “pubblico interessato”.
Mancano totalmente interventi relativi
alle emissioni “fuggitive” ed alla manutenzione.
Le misure e le attività sugli
impianti
La reale copertura dei parchi primari
rappresenta la cartina di tornasole della effettiva volontà di aggredire
l’inquinamento.
Con le attuali 4 batterie in funzione
risulta rispettata la prescrizione relativa ai limiti di emissione; sul dopo,
con tutte le batterie in esercizio, è notte fonda. Per l’obiettivo di meno di 20
mg/Nm3 si deve aspettare il 31.7.2016 per il solo progetto mentre la valutazione
del danno sanitario fatta da ARPA Puglia impone decisioni strategiche ed
operative immediate.
Per evitare gli “accorgimenti” che
diluiscono la concentrazione di diossina nei fumi dell’impianto di
agglomerazione, basta applicare gli esistenti standard generali per gli impianti
di combustione, senza aspettare le conclusioni di cavillosi tavoli di
concertazione.
I provvedimenti adottati per le
acciaierie sono insufficienti, come scrivono gli stessi
esperti.
La capacità produttiva dello stabilimento
è indefinita in quanto dovrebbe far capo alla “visione di futuro dello
stabilimento” che è nel limbo.
Sulla valutazione delle emissioni diffuse
e delle emissioni fuggitive siamo ancora ai primissimi passi. Riproponiamo di
ricorrere alla utilizzazione di tecnologie, attrezzature e mezzi in dotazione al
CESI di Piacenza (ex ENEL): misurano la qualità dell’aria su uno stabilimento
con la tecnologia di un “cannone laser”, asservito a un laboratorio scientifico
mobile, puntato sulla “cappa di fumo”.
Comparto idrico
Gli esperti non rilevano che il prelievo
di 150.000 mc/h di acqua di mare non è stato mai sottoposto alla valutazione
di impatto ambientale prevista per legge per prelievi superiori a 3.500
mc/h.
Non è stato mai effettuato il confronto
qualitativo e quantitativo tra le acque prelevate da Mar Piccolo e quelle
scaricate a Mar Grande: si evidenzierebbe come nell’ “attraversamento” dello
stabilimento l’acqua, al netto di quella che si disperde, viene “arricchita” di
un’enorme quantità di inquinanti che vengono riversati in Mar Grande. Di contro,
le concentrazioni misurate risultano “a norma” per l’abnorme diluizione
consentita da cavilli normativi e giuridici. Basterebbe prescrivere di
effettuare i controlli degli scarichi delle acque a valle dei singoli impianti
(sentenza 4648/2005 del Consiglio di Stato).
Il punto del comitato sul comparto idrico
fotografa il nulla dell’AIA 2011 sull’inquinamento delle acque, con l’aggravante
della perdurante mancanza di prescrizioni. Da oltre 50 anni il problema viene
ignorato. E’ appena il caso di annotare che il Piano direttore delle acque della
Regione Puglia è in vigore da anni, puntualmente
disatteso.
Il comitato di esperti delinea una
proposta operativa pesantissima per la vastità dell’area e per l’impegno
impiantistico ed economico, su cui, però, non viene azzardato nessun numero
per costi e tempi di realizzazione.
Gestione dei residui, dei rifiuti e dei
sottoprodotti
Ora le polveri alla diossina
dell’agglomerato vengono smaltite all’esterno. Nulla si sa del
pregresso.
Non v’è traccia di monitoraggio
dell’acqua di falda, neanche conoscitivo.
Non v’è traccia di piani di ripristino
ambientale che garantiscano il recupero dell’area una volta cessata l’attività
produttiva. Necessita ottenere la consegna all’Autorità Pubblica di
fideiussioni ad hoc, per un sito altrimenti destinato ad essere
“irrecuperabile”.
Messa in sicurezza e interventi
realizzativi
Manca ogni concretezza visto che non v’è
traccia di risorse e tempistica.
Ritardi e lacunosità nell’aggiornamento
del Rapporto di Sicurezza sono emersi anche nel recente incontro in Prefettura
con le associazioni ambientaliste che hanno richiesto approfondimenti nella
prevenzione di incidenti rilevanti e nell’analisi di eventi di rilevanza
ambientale.
Lo stabilimento è da tempo immemorabile
privo di Certificati di prevenzione incendi.
Interventi strutturali per il
contenimento nel consumo energetico, l’uso ottimale dell’energia, il recupero
energetico.
Viene richiesta la revisione generale
della pianificazione energetica dello stabilimento, per tutte le società in esso
operanti, ma non c’è una sola parola su tempi e
costi.
Specifiche misure di tutela della salute
e della sicurezza
Riteniamo che necessiti l’immediato
adeguamento delle strutture sanitarie di Taranto ai bisogni della salute della
popolazione.
All’impegno profuso dal comitato di
esperti sui temi del “Bio-monitoraggio” e della “Attività di prevenzione” deve
corrispondere altrettanta determinazione realizzativa da parte dell’azienda e
delle Istituzioni Pubbliche interessate, organizzazioni sindacali
incluse.
Innovazioni
tecnologiche
Gli esperti esprimono grande fiducia nel
miglioramento della compatibilità ambientale ottenibile operando su materie
prime, processi e tecnologie, tranne una inespressa sfiducia nella possibilità
di “redimere” completamente la cokeria.
La loro proposta di piano, però, non ha
una “visione dello stabilimento del futuro”, peraltro ad essi non richiesta. Con
onestà intellettuale essi scrivono che serve una “riflessione di prospettiva”
sia da parte del “decisore politico” sia della “conduzione aziendale”. Allo
stato, è molto improbabile che ciò avvenga: il “decisore politico” definisce
solo la strategia di politica industriale del Paese e l’attuale “conduzione
aziendale” non dispone di risorse né possiede la necessaria imprenditorialità.
Per intenderci, per la “riflessione di prospettiva” servirebbe un Beneduce o un
Mattei o un Olivetti.
Copertura finanziaria delle
opere
Gli interventi strutturali proposti non
sono valutati economicamente; su interi settori mancano indicazioni. Eppure, il
piano di tutela, comunque approvato dal ministro dell’ambiente, sarà la base del
piano industriale che verrà elaborato dal commissario straordinario ed approvato
dal ministro dello sviluppo economico. Sarà costui l’ “imprenditore che non
c’è”, dotato delle risorse finanziarie ed umane che necessitano per l’oggi e il
domani, per un vero Master Plan privo delle astrazioni e manchevolezze di questi
anni?
La comunicazione e la
partecipazione
Il comitato di
esperti non cita nessuno dei documenti presentati dal “pubblico interessato”
durante i procedimenti di AIA 2011 e AIA 2012 ed ora sollecita la presenza delle
cittadinanza mentre il Garante, che queste cose le faceva sul serio, è stato
eliminato.
Taranto 14 novembre
2013
Avv.
Raffaella Cavalchini (Presidente Impatto Zero) rcavalchini@hotmail.com
Arch.
Giuseppe Todaro (Presidente Italia Nostra) giustodaro@virgilio.it
Ing.
Biagio De Marzo (Impatto Zero) biagiodemarzo@alice.it
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