Ilva, verso un decreto sblocca cantieri. Il no dell'Arpa: "Così i problemi restano"
L'incontro è stato convocato infatti mentre al ministero dell'Ambiente riprende il confronto tecnico tra i rappresentanti dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico e la gestione commissariale dell'Ilva (il commissario Enrico Bondi e il sub commissario Edo Ronchi) per mettere a punto i testi del nuovo provvedimento legislativo che dovrebbe intervenire sulle procedure di autorizzazione degli enti locali per gli interventi di ambientalizzazione nello stabilimento siderurgico. Obiettivo è quello di evitare ritardi e lungaggini nella concessione dei permessi edilizi a partire dai progetti relativi alla copertura dei parchi minerali.
Un nuovo intervento del governo sul caso Ilva, dunque. L'ipotesi di un ennesimo decreto per la grande fabbrica dell'acciaio torna a fare capolino. Ci sono cantieri da avviare per dare concretezza alla ristrutturazione delle acciaierie, travolte dalla burrasca giudiziaria. Di certo il caso Ilva tornerà all'attenzione dell'esecutivo nella riunione del Consiglio dei ministri prevista per martedì.
Il subcommissario Ronchi punta proprio su quei cantieri per migliorare l'attuale impatto ambientale della fabbrica, ma deve fare i conti con lo standby negli interventi, innescato dai ritardi nelle procedure autorizzative. In particolare sul piatto della bilancia ci sono le coperture dei parchi secondari e l'opera imponente della copertura dei parchi minerali primari. Si è fatta concreta la possibilità del ricorso a un terzo decreto. "Si cerca un equilibrio. Il punto da salvaguardare - ha detto l'ex ministro Ronchi è quello che le emissioni siano a un livello tale da non essere nocive per la salute".
Proprio Ronchi ha rappresentato da tempo il disagio nel seguire il proprio mandato e la possibilità di gettare la spugna. Una difficoltà esasperata dal recente provvedimento con il quale il gip Todisco ha negato lo sblocco di una parte delle risorse sequestrate a Riva Fire. Denaro che i commissari intendevano impiegare nel risanamento. E quello finanziario è uno dei nodi da sciogliere. Con il ricorso al credito ma anche alle somme sequestrate durante l'inchiesta. "Denaro - come ha già ribadito in passato il subcommissario Ronchi - del quale si sente tanto parlare, ma di cui non si vede un euro". (RepBa)
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