ILVA la provincia: Vietato andare a scuola a Tamburi
Trasferire gli studenti del liceo artistico di Taranto al quartiere Tamburi è sconsigliato: troppo alto “il rischio per la salute della popolazione studentesca”. È quanto ha spiegato Maria Spartera, dirigente del settore ambiente della provincia di Taranto e direttore dell’Arpa di Taranto, in un parere consegnato al commissario prefettizio Mario Tafaro che guida l’ente dopo le dimissione dell’ex presidente Gianni Florido, finito in carcere il 15 maggio per concussione nell’inchiesta ambiente svenduto che ha svelato i legami tra Ilva e istituzioni locali.
IL COMMISSARIO Tafaro, infatti, ha deciso di trasferire il liceo dalla sua sede attuale in una di proprietà della provincia, per abbattere le ingenti spese di affitto che l’ente era tenuta a sostenere. La prima ipotesi erano gli immobili della Provincia nel quartiere a ridosso della fabbrica dove già si trovano alcuni corsi di laurea dell’università. Un’idea stoppata, però, dopo il parere negativo rilasciato dalla Spartera che ha spiegato in sei punti il suo “no” tra cui il superamento nell’area del quartiere Tamburi dei limititi polveri sottili e di benzo(a)pirene, i risultati delle perizie disposte dal gip Patrizia Todisco, l’aumento rispetto alla media regionale dell’incidenza di mortalità per alcuni tipi di tumore legati a cause ambientali, la presenza nei terreni di diossine, pcb, piombo e altri metalli inquinanti tanto da indurre il sindaco a vietare ai bambini di giocare nelle aiuole. Ma soprattutto il dirigente della Provincia e direttore di Arpa Taranto ha chiarito che “l’esposizione della popolazione agli agenti nocivi e cancerogeni appare strettamente collegata alla distanza industriale e dallo stabilimento Ilva, in maniera inversamente proporzionale, e che via Grazia Deledda dove si trovano gli edifici, ndr) si trova praticamente a ridosso dello stabilimento siderurgico”. Non solo. Per chiarire la criticità di questo eventuale trasferimento la Spartera aggiunge che “il giardino della scuola elementare sita in tale strada è proprio uno di quelli in cui sono stati riscontrati i superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione”. Tutto questo porta logicamente a pensare che i ragazzi del liceo artistico devono essere tenuti il più lontano possibile da quei luoghi “fino alla completa bonifica delle aree”. Il commissario Tafaro quindi, sceglie un’altra destinazione, lontano dal quartiere Tamburi, e scrive due lettere al rettore dell’università, Felice Uricchio, e al legale rappresentante di una compagnia teatrale che utilizzano i locali dell’amministrazione provinciale ai Tamburi perché informati di tutto, possano provvedere a trovare soluzioni per salvaguardare la salute di studenti, attori e chiunque altro utilizzi quelle strutture.
Eppure tra qualche giorno, proprio in via Deledda i bambini della scuola elementare più inquinata d’Italia torneranno tra i banchi. Com’è possibile tenere lontano da quei luoghi gli studenti liceali e consentire ai bambini di frequentare la scuola Deledda? Delle bonifiche in quelle strade non c’è alcuna traccia eppure i bambini, tra qualche giorno, torneranno tra i banchi. A metà luglio il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, ha annunciato l’accordo per gli interventi di risanamento destinati a sei scuole del rione più vicino allo stabilimento: un protocollo firmato con il commissario straordinario per le bonifiche, Alfio Pini, che prevede un investimento di 8,5 milioni di euro per la realizzazione dei primi interventi. Eppure a distanza di quasi due mesi nessun intervento è partito. I piccoli alunni della Deledda torneranno nella scuola con le aiuole che il Comune ha transennato per evitare il contatto con gli inquinanti. Rimetteranno piede in una struttura in cui l’assessorato all’ambiente è stato costretto a tagliare gli alberi dai quali la diossina cadeva come fosse neve.
UNA SCUOLA così vicina alla fabbrica dei Riva che “i valori delle polveri depositate rilevati nel 2010”, scrivono i periti del gip Todisco, sono diminuiti in tutto il quartiere “ad eccezione della postazione ubicata presso la scuola Deledda dove si osserva un incremento superiore al 10% rispetto alla precedente campagna”. Non solo. Molte famiglie hanno iscritto i figli in altri zone di Taranto. Perché a preoccupare i genitori oltre alle emissioni inquinanti ci sono anche delle condotte sotterranee che servono a portare acqua per gli impianti di raffreddamento dell’Ilva. Condotte che sarebbero al centro di una nuova indagine della procura dopo che l’11 febbraio dello scorso anno, una voragine ha inghiottito un furgone con all’interno tre persone, rimaste fortunatamente, ferite lievemente. (Mentinformatiche)
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