Ilva, struttura ombra per conto dei Riva, arrestati cinque fiduciari dell'azienda
La guardia di Finanza di Taranto sta eseguendo cinque ordinanze di
custodia cautelare - quattro in carcere e una ai domiciliari - nei
confronti di altrettanti soggetti che facevano parte, secondo gli
investigatori, di una 'struttura ombra' della famiglia Riva che agiva
all'interno dell'Ilva in base alle direttive della proprietà pur non
essendo inquadrata nell'organigramma dell'azienda. Il provvedimento è
stato emesso dal Gip di Taranto.
Il nuovo filone d'inchiesta sullo stabilimento tarantino è nato da un approfondimento dell'inchiesta madre,
quella che ha portato l'estate scorsa al sequestro degli impianti
dell'area a caldo e all'arresto di alcuni appartenenti alla famiglia
Riva. Ai cinque arrestati è stata contestata l'associazione a delinquere
finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica incolumità in
relazione al testo unico ambientale.
L'esistenza di un governo
"occulto" gestiva l'Ilva era stata descritta dal tribunale del Riesame
di Taranto motivando la decisione di rigettare i ricorsi di Riva Fire e
Riva Forni Elettrici contro il sequestro di beni per 8,1 miliardi di euro disposto dal gip Patrizia Todisco. Dalle indagini sull'Ilva - attraverso le intercettazioni - è emersa "l'esistenza di una sorta di governo aziendale occulto
(non ufficiale) operante all'interno dello stabilimento di Taranto,
una struttura ombra costituita da soggetti denominati 'fiduciari', che
di fatto governavano il siderurgico".
Secondo i giudici
tarantini, i fiduciari sono soggetti "non inquadrati nell'organico di
Ilva spa ma riconducibili direttamente alla proprietà e alla famiglia
Riva. Alcuni di essi, funzionalmente dipendenti di altre società del
gruppo Riva, sono ufficialmente distaccati all'interno dello
stabilimento, con deleghe di funzioni; altri, funzionalmente
dipendenti delle suddette ulteriori società del gruppo Riva, non sono
ufficialmente impiegati presso Ilva spa (ci sarebbe persino un
direttore-ombra, ndr); altri ancora operavano od operano all'interno
dello stabilimento come consulenti esterni".
I 'fiduciari',
secondo quanto risultato dagli accertamenti della Guardia di finanza,
governavano il siderurgico "impartendo le necessarie disposizioni,
occupando alloggi nella provincia di Taranto che risultavano essere
formalmente 'uffici in attivita della Riva Fire spa". Erano cioè "lo
strumento di controllo della proprietà sulla vita dello stabilimento
(avendo il compito effettivo di verificare l'operato dei dipendenti
assicurandosi che fossero rispettate le logiche aziendali)". Per il
Tribunale si tratta, in definitiva, di soggetti che "hanno esercitato un
penetrante dominio su Ilva spa, pur avendo cessato dalla cariche
rivestite in seno a tale compagine societaria, dettando dall'esterno le
linee della politica aziendale" e concorrendo quindi alla commissione
dei reati contestati dalla Procura. (Rep)
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