Ilva, benzene oltre il limite lo sforamento delle cokerie
Le cokerie Ilva hanno sforato i limiti di emissioni del pericoloso benzene nel luglio scorso. Ad ammetterlo sono proprio i tecnici della grande fabbrica di Taranto in una nota spedita nei giorni scorsi al ministero dell'Ambiente, alla commissione istruttoria Aia-Ippc, all'Ispra e all'Arpa. Nella missiva, firmata dal commissario Enrico Bondi e dal direttore dello stabilimento Antonio Lupoli, si parla di "valori anomali riscontrati nelle rilevazioni discontinue di luglio al camino 424-cokefazione batterie 7-8".
DOCUMENTI I VALORI DEL BENZENE REGISTRATI
Al documento è allegata una tabella nella quale sono esplicitate quelle "anomalie". Nel dettaglio gli sforamenti riguardano le emissioni convogliate che sono state monitorate sulla ciminiera della cokeria. Il parametro di riferimento introdotto con la nuova autorizzazione integrata ambientale è di 4.000 microgrammi per metro cubo di benzene. Nell'autocertificazione di Ilva si fa riferimento a tre dati registrati il 15 luglio sui fumi usciti dal camino della cokeria. In due casi su tre il limite Aia di concentrazione del pericoloso benzene viene violato. In un'occasione il sensore piazzato nella bocca della ciminiera evidenzia un'emissione di benzene di 5.000 microgrammi per metro cubo. In un'altra si arriva a 7.000 microgrammi. Nella terza, invece, il dato si attesta sotto il parametro Aia.
Quei valori sono bollati come "anomali rispetto ai limiti previsti dall'Autorizzazione integrata ambientale". Da Ilva, però, ci si affretta a spiegare che "è da tenere presente che dai rilievi eseguiti per tale parametro nel 2013 risulta nella totalità dei casi che il valore misurato è stato inferiore al limite di rilevabilità". E si aggiunge che per questo "i rilievi di luglio sono da considerarsi non rappresentativi", perché anche quelli successivi sono risultati al di sotto del limite Aia. Resta il fatto che due mesi fa, nell'azienda affidata al commissario Bondi, si è registrato lo sforamento dei limiti di uno dei veleni industriali più pericolosi sviluppati dalle cokerie dell'area a caldo, proprio quella che la magistratura ha tentato inutilmente di sequestrare nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale. E non si può non sottolineare che il monitoraggio risulta effettuato in un solo giorno del mese, e non in continuo, e per le emissioni convogliate, mentre resta il punto interrogativo su quelle diffuse e fuggitive. Ad ogni buon conto quell'autocertificazione, che porta anche la firma del capo area delle cokerie, è all'attenzione di Ispra e Arpa che dovranno valutarne la portata.(Rep)
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