martedì 22 ottobre 2013
Bonifiche Ilva con 15 anni di ritardo:le dichiarazioni di Medici per l'ambiente
TARANTO - ''È opportuno ricordare che l'esigenza di bonifica di quei suoli è stata espressa per legge già nel 1998 (Dpr 196/1998) e che, quindi, si inizia oggi a pensare di dare seguito a questa necessità con circa 15 anni di ritardo, ricominciando dalla verifica dell'ovvio''. Lo sottolinea in una nota Agostino Di Ciaula, presidente della sezione pugliese dell'Associazione Internazionale Medici per l'ambiente, riferendosi all'avvio delle procedure di caratterizzazione dei suoli di Statte, comune che insieme a Taranto rientra nel Sin (Sito di interesse nazionale) ed è destinatario di finanziamenti per la bonifica dell'area esterna dell'Ilva. ''Ovviamente - prosegue Di Ciaula - quei 15 anni di ritardo hanno significato per quel territorio, in termini epidemiologici, centinaia di malati e decine di morti in più all'anno, per 15 anni (in realtà molti di più), a causa delle matrici (aria, acqua, terra) inquinate. Ma non si pensi affatto che sia finita qui''. La cosa ''curiosa - secondo il medico dell'Isde - è che da un lato si stanziano 119 milioni (che non saranno sufficienti) per l'avvio della bonifica mentre dall'altro, contemporaneamente, si autorizzano con decreto legge due discariche (una per rifiuti pericolosi, l'altra per rifiuti speciali), che continueranno ad inquinare quelle stesse matrici ambientali che si vogliono bonificare e che faranno risparmiare a Ilva circa 300 milioni di euro, cioè oltre il doppio della cifra prevista per la bonifica''. L'autorizzazione per decreto legge, conclude Di Ciaula, ''secondo una tecnica politica ormai consolidata, evita la procedura di autorizzazione integrata ambientale. La tecnica è quella del voler riempire d’acqua lo scolapasta e segue lo stesso filo logico dell'ultima Aia concessa ad Ilva, quella che da un lato pretende di tutelare l'ambiente, dall'altro vuole farlo senza interrompere la produzione e, dunque, l'emissione di inquinanti''. (Ansa)
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