Una piazzata in pieno stile tarantino.
Siamo di fronte alla fine di una categoria di palazzinari vissuti all'ombra della speculazione?
Una categoria che ha sempre preferito le mazzette e gli inciuci coi politici di turno allo sviluppo di progetti avanzati, di nuove tecnologie?
Come i dinosauri di un'età dell'oro di soldi facili, piani indefiniti e sempre in variante, gestione anarchica e lobbistica, ora ansimano con la città che si contrae, con le nuove leggi sul territorio, con la richiesta di competitività sull'offerta e di riqualificazione dell'esistente.
Già adesso vengono da fuori a soddisfare queste richieste.
Il settore non è morto, sono loro ad essere ormai superati!
"Il settore edile è in vendita" l'annuncio shock sui giornali
Sembra la classica pagina pubblicitaria di vendite
immobiliari. Ma è l’intero sistema di imprese edili di Taranto che in
questo modo comunica di aver chiuso, battuto dalle difficoltà del
momento, dall’indifferenza delle banche e dalle promesse mancate della
politica. “Fine attività” c’è scritto sulla pagina di giornale comprata
sui quotidiani locali dalla sezione dei Costruttori edili di
Confindustria Taranto, aderente all'Ance. Il 'vendesi' campeggia a
caratteri cubitali, e nella pagina non mancano le offerte condite da
amara ironia. Si offrono infatti 'sconti al massimo ribasso, comodi
pagamenti in ritardo, zero interesse dalle banche'. E poi, a chiudere la
pagina, un chiaro riferimento a chi dovrebbe lavorare per il bene
comune: 'Astenersi perditempo politici'. Quella della pagina
pubblicitaria sui giornali è solo la prima di una serie di iniziative
che i costruttori tarantini hanno in calendario per invitare le
istituzioni a un confronto per trovare le soluzioni ad una crisi che sta
portando alla cancellazione del settore. La prossima verranno affissi
per la città manifesti '3x6' dello stesso tenore. "Dal 2009 ad oggi -
spiega Antonio Marinaro, presidente dell’organizzazione di categoria -
la massa salari è diminuita del 69 per cento, e questo è direttamente
proporzionale al calo del fatturato. Nello stesso periodo, dall'inizio
della crisi, il settore ha perso 4.000 addetti". L'imprenditore punta il
dito soprattutto sull'utilizzo degli investimenti, che a Taranto ci
sono stati ma non hanno avuto ricadute positive sull'economia locale.
"Penso - spiega - alla realizzazione con fondi Cipe della piastra
logistica al porto, oppure alle bonifiche ambientali. Per le imprese
locali è come se non fosse accaduto nulla, tutto è passato sulle nostre
teste". Marinaro parla di "potentati economici italiani ed europei che
si garantiscono gli appalti, prendono i soldi e vanno via", senza
lasciare neanche le briciole al tessuto economico locale. "Non lo
possiamo permettere più - conclude - o qui sarà la fine dell'edilizia". (Rep)
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