Operai ammalati: «Riparta il dialogo tra Ilva e Taranto»
TARANTO - Se non è una «rottura» storica degli schemi consolidati all’Ilva negli ultimi vent’anni, poco ci manca. Nei giorni scorsi la Fiom Cgil ha denunciato agli organi competenti dell’Asl e all’Arpa le preoccupanti condizioni dei lavoratori del capannone dove si svolgono lavori di carpentera (noto in fabbrica con la sigla Ocm-Cap). «Ci sono stati segnalati alcuni casi di tumore alla tiroide dai lavoratori operanti nel capannone - ha scritto la Fiom allo Spesal, all’Ispesl e all’Arpa - e un lavoratore si è sottoposto a un intervento chirurgico lo scorso 19 novembre. Siamo venuti a conoscenza, altresì, che in passato vi sono stati altri casi di patologie similari che, da quanto riportatoci dagli stessi lavoratori, si aggirano intorno alla decina. Un paio di questi lavoratori, abbiamo appreso, nel tempo sono stati dichiarati inabili al lavoro per la gravità delle loro patologie».
Nel segnalare casi, non meno gravi, di lavoratori del reparto «con disfunzioni funzionali alla tiroide», la Fiom ha spiegato agli organi Asl e all’Arpa che «nei giorni scorsi è stato avviato da parte sindacale un percorso di confronto con l’azienda e la struttura sanitaria aziendale, nella persona del medico competente, che troveranno riscontro nei prossimi giorni».
La Fiom Cgil ha ritenuto tuttavia necessario segnalare immediatamente la situazione, con un tempismo - ecco d ov ’è la «rottura» - sconosciuto anche nel recentissimo passato. La vicenda riveste un’importanza decisiva nel futuro dei rapporti tra la la città e la fabbrica. Anzitutto, dal punto di vista sindacale, siamo finalmente al ripudio, dentro l’Ilva, di certe «lentezze », di certi «impacci» che, in passato, trasformavano il problema relativo alla salute dei lavoratori, in una questione «privata» tra il dipendente e l’azienda, lasciando l’operaio solo di fronte al suo destino. L’accelerazione impressa dalla Fiom ha fatto bene anche ai rapporti sindacali, aiutando la ripresa del confronto. Nei giorni scorsi, infatti, delegati Fiom e il leader dell’Usb Franco Rizzo hanno incontrato i lavoratori del capannone carpenteria in una improvvisata assemblea. L’Usb, infatti, già da qualche mese aveva messo nel mirino la vicenda, denunciando i problemi di salute degli operai.
Poi c’è l’apertura al confronto con l’Asl e l’Arpa. La lettera, per conoscenza, è arrivata all’Ordine dei medici. Il presidente Cosimo Nume ritiene positivo il passo compiuto: «Ne discuteremo in commissione Ambiente all’Ordine, ma è assai importante che questo dato sia messo in luce. Credo sia giusto chiamare in causa Asl e Arpa. Non c’è nulla di nuovo, purtroppo. È l’ennesima “perla nera” alla collana di disagio che cinge la città. Noi medici abbiamo il dovere di essere sentinelle della salute dei lavoratori e la denuncia sindacale merita un plauso. Perché dai problemi ambientali e di salute non si esce senza i lavoratori, insieme. Loro e la città». FULVIO COLUCCI GdM
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