Ilva, porto Taranto: assolti Emilio, Fabio e Claudio Riva
Il tribunale di Taranto ha assolto «perché il fatto non sussiste»
Emilio, Fabio e Claudio Riva, nelle rispettive qualità di ex presidente,
ex vicepresidente ed ex consigliere delegato del Consiglio di
amministrazione dell'Ilva, e altri 11 imputati dall'accusa di illecita
concorrenza nelle attività di carico e scarico delle merci nel porto di
Taranto.
RICHIESTA CONDANNA A QUATTRO ANNI. Il
sostituto procuratore Giovanna Cannarile aveva chiesto al collegio del
tribunale (presidente Fulvia Misserini) per i Riva la condanna a quattro
anni e sei mesi di reclusione ciascuno. Il pm aveva inoltre chiesto la
condanna a sei anni e sei mesi di carcere per Giampiero Gallina, di
Torino, dirigente del Siderurgico con procura a gestire i pontili dati
in concessione all'Ilva, che rispondeva anche di tentata estorsione, e
sei anni di reclusione per Michele Fazio, di Savona, institore e
componente del consiglio di amministrazione della Anchor Shipping
(agenzia marittima con sede nella città ligure), accusato anche di
estorsione. Condanne comprese tra quattro anni e sei mesi e due anni e
sei mesi di reclusione erano state chieste per quattro componenti del
consiglio di amministrazione dell'Anchor Shipping e per due
rappresentanti della Navalsud, altra agenzia marittima.
PREZZI INFERIORI A QUELLI STABILITI.
Secondo l'accusa, gli imputati avrebbero sostenuto falsamente che
l'Ilva fosse titolare di un terminal di scarico privato al porto di
Taranto, dove potevano operare solo Anchor Shipping e Navalsud. Le
stesse agenzie avrebbero praticato prezzi inferiori a quelli stabiliti
dalle tariffe previste dalla legge per prestazioni raccomandatarie
marittime.
Il tribunale non ha però ravvisato estremi di reato. Gli avvocati Carlo
Petrone e Stefano Caffio, per conto dell'agenzia marittima 'Valentino
Gennarini', avevano chiesto un risarcimento danni di 30 milioni di euro. (Lettera43)
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