La situazione dell’Ilva è per l’ennesima volta sotto i riflettori, stavolta però è il commissario straordinario Enrico Bondi a delineare lo scenario. Secondo la sua prima relazione, l’indebitamento non è sostanzialmente aumentato, ma pesano “eventi esterni”. Spicca un'altra affermazione, che parla di emissioni assolutamente entro i limiti di legge.
IL DOCUMENTO – Si tratta di 25 pagine, in cui il
commissario tira le somme e parla delle questioni legate a produzione,
ambiente, lavoratori che lo interessano da vicino, vale a dire in
riferimento ai mesi giugno/settembre 2013, dal momento in cui Bondi è
stato nominato. Rispetto al 2012, l’anno in corso dovrebbero segnare una
riduzione in termini di vendite di 2 mln di tonnellate di acciaio,
con una produzione che dagli 8 mln e 300mila del 2012 scende ai 6 mln e
300mila di oggi. Gli ordini per interventi prescritti dall’Aia al 26
novembre 2013 arrivano a circa 457 mln, di cui 301 mln dall’1 giugno
2013.
INDEBITAMENTO SOTTO CONTROLLO - Non dovrebbero,
secondo Bondi, peggiorare le condizioni di indebitamento della società
negli ultimi mesi del 2013. Il motivo che ha permesso di evitare aumenti
incontrollabili di questa voce è per il commissario la politica di graduale destoccaggio dei prodotti finiti (ricordiamo che a maggio una quantità rilevante è stata dissequestrata).
GLI EVENTI ESTERNI – Le questioni giudiziarie di
cui spesso abbiamo parlato hanno pesato parecchio sulle attività
dell’Ilva di Taranto. Il commissario Bondi stesso nella sua relazione
afferma che “la gestione del gruppo Ilva è stata negativamente
influenzata da eventi straordinari esterni che ne hanno condizionato sia
l'attività produttiva che quella commerciale, peraltro in un contesto
di congiuntura sfavorevole”. In particolare, il riferimento è ai sequestri disposti dal gip,
a partire da quello di 1 mln e 900 mila tonnellate del novembre 2012
fino a quello più recente, dello scorso settembre, che ha coinvolto le
controllate dirette e indirette. Cali di fatturato, ritardi nelle consegne, riflessi sulla reputazione della società sui mercati: Bondi usa queste parole per definire le ripercussioni delle decisioni dei magistrati, a cui somma i problemi tecnici degli impianti,
in via di superamento. Gli effetti saranno misurabili al termine del
trimestre 1 ottobre-31 dicembre, fa sapere Bondi, mentre in Corte di
Cassazione esiste un ricorso contro il sequestro delle controllate, impugnato per profili di illegittimità.
AIA E AMBIENTE – Avviate le attività di
risanamento e considerando il calo di produzione, l’impatto degli
stabilimenti sarebbe migliorato. Secondo il documento di Bondi,
le rilevazioni dell’Arpa Puglia a Tamburi dimostrerebbero infatti una
presenza di sostanze inquinanti nell’aria inferiore ai limiti fissati
dall’UE e dal nostro Decreto legge 155/2010.
Non ci stanno naturalmente gli ambientalisti. Ecco le parole di Angelo Bonelli, coportavoce dei Verdi, riportate anche sul suo profilo Facebook: “Riteniamo
che le affermazioni di Bondi sul fatto che i dati sulla qualità
dell'aria del quartiere Tamburi siano sotto i limiti europei non
rappresentino la realtà. Contestiamo a Bondi il fatto che dal 29 agosto al 10 settembre non ci sono dati disponibili dalle centraline di monitoraggio
dell'aria del quartiere Tamburi per quanto riguarda gli IPA
(Idrocarburi policiclici aromatici) e le polveri sottili. Lo scorso 13
dicembre le PM10 superavano i 50 microgrammi per metro cubo mentre le
PM2.5 superavano i 25 microgrammi per metro cubo, ben oltre i livelli
consentiti dalle normative europee; segnaliamo inoltre un
preoccupantissimo livello di benzene nell'area della cokeria. Per
questo, ricordando che queste misurazioni fanno riferimento ad un ciclo
produttivo fortemente limitato, con 6 cokerie su 10 ferme, chiediamo che
si faccia immediata e piena chiarezza sulle rilevazioni rendendo noti
le ragioni per cui diverse rilevazioni risultano non sono disponibili”. (Greenbiz)
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