domenica 9 giugno 2013

Un guasto al giorno, mentre Riva ingaggia la "Maglia Rosa"


Nubi rosse, 249 casi in un anno, all'Ilva scatta il nuovo allarme

Dopo qualche giorno di relativa tranquillità, successivo al varo del decreto legge col quale il Governo ha nominato Enrico Bondi commissario dell'azienda, la questione Ilva torna in primo piano. E se non sono certo una novità gli scontri tra l'azienda e i giudici di Taranto - basta ricordare quello sulle merci sequestrate durato quasi cinque mesi - stavolta la novità è rappresentata dal fatto che il ricorso con cui, a partire da martedì, viene chiesto al Riesame di annullare il sequestro del gip, è firmato proprio da Bondi. Inoltre, debutta tra gli avvocati dell'Ilva Franco Coppi, il noto penalista romano conosciuto nel Palazzo di Giustizia di Taranto per aver difeso Sabrina Misseri nel processo relativo all'omicidio della 15enne di Avetrana Sarah Scazzi.
Quando Bondi giorni fa ha firmato il ricorso al Riesame era ancora amministratore delegato dell'Ilva, sia pure dimissionario, e il decreto legge non era stato ancora varato. Il fatto che ora il manager abbia questa duplice veste, ovvero ricorrente per conto della proprietà contro i giudici e commissario dell'Ilva su nomina del Governo, viene visto da alcune forze politiche (è il caso di Sel e del Movimento Cinque Stelle) come un elemento di conflitto.
Inoltre, contrariamente a quanto fatto per il ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Milano contro il sequestro, sempre a carico dei Riva, di 1,2 miliardi per reati fiscali e valutari, questo rivolto al Riesame di Taranto non è stato a tutt'oggi ritirato. C'è anche da dire che stando al decreto numero 61, per il quale il 24 giugno comincerà nelle commissioni congiunte Attività produttive e Ambiente della Camera il dibattito per la conversione in legge, il magistrato deve anche provvedere "allo svincolo delle somme per le quali in sede penale sia stato disposto il sequestro anche ai sensi del decreto legislativo 231" e che queste "somme sono messe a disposizione del commissario".
Non sembra quindi azzardato prevedere come tutta la questione non si presenti facile e la relativa battaglia che ingaggeranno gli avvocati dell'Ilva. Tra i quali esordisce appunto Franco Coppi, una scelta probabilmente maturata dai Riva a fronte della complessità del caso giudiziario che li vede coinvolti. Con l'ingresso di Coppi, non solo la pattuglia dei legali dell'Ilva cresce di numero ma dovrebbe anche diversificare le sue competenze in relazione ai problemi. A quanto pare Coppi dovrebbe seguire l'azienda, mentre Marco De Luca, di Milano, che pure ha seguito tutta la vicenda del sequestro delle merci, concentrarsi invece sui problemi di Emilio Riva, il leader del gruppo siderurgico che dallo scorso 26 luglio è agli arresti domiciliari così come il figlio Nicola, mentre un altro figlio, Fabio, è soggetto a procedura di estradizione dall'Inghilterra all'Italia perché colpito già da fine novembre da ordinanza di custodia cautelare in carcere (una nuova udienza per l'estradizione è prevista proprio in questo mese).
Se tra Ilva e Magistratura rischia di riaccendersi la tensione per via del nuovo ricorso contro il sequestro da 8 miliardi nei confronti della capogruppo Riva Fire - ma l'udienza dell'11 al Riesame di Taranto segnerà solo l'avvio della discussione - nello stabilimento siderurgico di Taranto dovrebbe invece rafforzarsi un clima di tregua, sia pure temporanea. Mercoledì infatti i lavoratori dell'Ilva si vedranno accreditare lo stipendio, problema questo che nei giorni scorsi aveva creato non poche preoccupazioni in fabbrica in quanto si temeva che le retribuzioni saltassero proprio a causa del sequestro.
E invece, sia pure informalmente, l'Ilva venerdì ha assicurato ai sindacati che gli stipendi saranno puntualmente corrisposti. E sempre il 12 giugno, con inizio alle 14,30, la commissione Industria del Senato, presieduta da Massimo Mucchetti, del Pd, già vicedirettore del "Corriere Della Sera", ascolterà in audizione il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. La commissione sta effettuando un'indagine sullo stato della siderurgia. Già nella scorsa legislatura Sebastio è stato più volte ascoltato dai parlamentari prevalentemente su aspetti legati all'Ilva, come la commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti e la commissione Lavoro del Senato.

"Il grafico degli eventi di slopping accaduti mensilmente per le due acciaierie non mostra un significativo trend a diminuire". Lo scrive, in relazione all'inquinamento dell'Ilva di Taranto, il direttore del dipartimento Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Puglia) Maria Spartera in una lettera inviata a ministero dell'Ambiente, Ispra, Garante dell'Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva, Procura e Prefettura di Taranto.
L'Arpa analizza "l'evento segnalato in data 27 maggio 2013 di fuoriuscita di fumi di colore rosso da un edificio industriale dello stabilimento Ilva" e precisa che "detto evento", peraltro verificatosi proprio mentre era in corso l'ispezione di Ispra e Arpa in fabbrica, "è stato dovuto ad un fenomeno di slopping occorso al convertitore numero 3 dell'acciaieria 2. Con il termine di slopping - precisa Spartera nella lettera - è denominato il fenomeno di diffusione in aria di una densa nube di particolato, dovuto all'eccessiva e incontrollata formazione di schiuma durante il soffiaggio della ghisa liquida con conseguente diffusione di tale nuvola di fumi nella parte superiore e al di fuori del capannone dell'acciaieria".
L'Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all'Ilva ordina un netto taglio dell'inquinamento provocato dall'area a caldo del siderurgico ma uno dei fenomeni più visibili, cioè lo slopping delle acciaierie, è tutt'altro che sotto controllo. Tant'è che da febbraio e dicembre scorsi sono stati registrati 240 casi. Lo segnala l'Arpa Puglia in una lettera inviata alle istituzioni e alle autorità, riferendosi all'ultimo episodio di fumi rossastri fuoriusciti dall'acciaieria 2 lo scorso 27 maggio, un episodio che se, come dice l'Arpa, non ha fatto registrare "nell'area di Taranto il superamento dei limiti di qualità dell'aria per gli inquinanti", ha tuttavia egualmente destato nuove proteste e preoccupazioni all'esterno e all'interno del siderurgico.
In relazione all'accaduto del 27 maggio, l'Ilva ha dichiarato all'Arpa e all'Ispra - scrive Maria Spartera, dirigente del dipartimento Arpa di Taranto - che "l'acciaieria 2 è dotata di un sistema intelligente detto Rams finalizzato alla prevenzione dei fenomeni di slopping, ma tale sistema sarebbe stato guasto al momento dell'evento del 27 maggio". Dopo aver sottolineato che l'Aia rilasciata all'Ilva ad ottobre prevede che l'azienda intensifichi e rafforzi "una specifica procedura operativa per l'analisi affidabilistica di tipo Rams idonea a definire i criteri e i parametri operativi per l'eliminazione del fenomeno del cosiddetto slopping", l'Arpa Puglia evidenzia come dai documenti forniti dall'Ilva emerge che da febbraio a dicembre 2012 "si sarebbero verificati ben 240 fenomeni di slopping nelle due acciaierie, il che appare eccessivo per un fenomeno che dovrebbe essere in via di eliminazione". L'Ilva infine "non ha fornito alcun elemento sulla situazione precedente all'implementazione dei sistemi di controllo che consenta una verifica della loro efficienza". (Rep)

Nessun commento: