Ilva, Movimento 5 stelle discute il futuro di Taranto, ma tiene ancora banco il caso Furnari
Non c’era Beppe Grillo, come previsto in un primo momento (“Troppo
stanco dopo l’ennesima campagna elettorale”, spiegano dallo staff). Ma
una decina di parlamentari del Movimento 5 stelle hanno partecipato ad
un’attesa assemblea pubblica a Taranto. A tema l’Ilva: cosa fare del
polo siderurgico finito nella bufera e commissariato dal governo? Ne
hanno discusso con qualche centinaia di cittadini e con alcune
associazioni della società civile tarantina. A scendere in Puglia molti degli onorevoli eletti nella regione: Diego De Lorenzis – l’eletto che più da vicino ha seguito la questione – Giuseppe Brescia, Giuseppe D’Ambrosio e i senatori Barbara Lezzi e Lelio Ciampolillo. Ma anche la lucana Mirella Liuzzi e il romano Alessandro Di Battista.
Sedioline di plastica, un tavolo ed un amplificatore, si parla di Ilva, ma sullo sfondo rimane il tema di Alessandro Furnari e Giuliana Labriola. I due primi fuoriusciti dalla compagine grillina, entrambi proprio di Taranto, hanno motivato la propria uscita con un marcato dissenso sulle soluzioni che Beppe Grillo ha prospettato per l’azienda dei Riva. “Ci siamo tolti un dente, non è mai stato un problema di se ma di quando”, taglia corto un attivista. “I parlamentari ci sono tutti o ne manca qualcuno? - chiede un signore in maglietta rossa, appena eletto per il Movimento al Consiglio comunale di un paese a pochi chilometri di distanza – In questi mesi sono spesso stati contattati sulla questione Ilva, ma non si sono mai fatti vedere".
Da queste parti ‘Furnari’ è ormai diventato un aggettivo: “Abbiamo i Furnari nascosti dietro l’angolo in tutta la provincia – spiega un’attivista locale – Dobbiamo stare attenti e guardarci le spalle”. Sulla questione il meetup tarantino, il 192, è ancora silente, e così i parlamentari presenti: “Mi interessa poco la loro uscita – liquida la questione Lezzi – sono qui per parlare d’Ilva”. “Non mi preoccupa – aggiunge Ciampolillo – hanno fatto una scelta personale ma in Parlamento è pieno di parlamentari a 5 stelle”. Forse è arrivato il momento della riflessione, dopo le tante (poco concilianti) parole spese su Facebook e un comunicato stampa al vetriolo che ha lasciato qualche strascico di malumore tra i parlamentari più dialoganti.
Ma oggi è il giorno dell’Ilva, e i problemi interni al Movimento passano in secondo piano. “Ci vogliono soluzioni condivise”, spiega Lezzi, e De Lorenzis aggiunge che “bisogna ascoltare i cittadini e il parere degli esperti sulle prospettive che ci sono perché in giro per il mondo sono state trattate problematiche simili con successo”. La bussola dei grillini rimane la chiusura dell’area a caldo. “Vorremmo che fosse chiusa”, conferma Lezzi. “Dobbiamo trovare una soluzione - ha proseguito De Lorenzis - garantire i diritti dei lavoratori, sempre sacrificati in nome dei profitti della grande industria, e dare un futuro soprattutto ai bambini. Non ci si può più ammalare di lavoro”. Attacca a testa bassa Ciampolillo: “La politica fino a questo momento non ha saputo risolvere il problema, anche perché in Regione siede un poeta”.
Un tema ripreso da Lezzi, che critica la decisione del governo di procedere con la decretazione d’urgenza: “Con questo metodo non si trovano mai soluzioni soddisfacenti. Faremo ostruzionismo”. Concorda anche Brescia: “Bisogna restituire la legittimità al Parlamento, non può essere il governo a decidere. Qui si tratta di pianificare il destino di Taranto per i prossimi cinquant’anni”.
Restringendo l’arco temporale, è Ciampolillo a sintetizzare la soluzione stellata per l’Ilva: “Chiudiamo immediatamente l’area a caldo e introdurre il reddito di cittadinanza. Permetterà a tutti i cittadini di avere una garanzia di reddito, chi ha perso il lavoro e chi potrebbe perderlo. Un modo per permettere di portare avanti serenamente gli interventi di risanamento in questa città”.(HuffingtonPost)
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