Ilva: Taranto, raggiunto accordo su esuberi tra azienda e sindacati
(Adnkronos) - Un accordo e' stato raggiunto questo pomeriggio nel corso di un incontro tra i sindacati dei metalmeccanici e l'Ilva di Taranto sui numeri relativi agli esuberi con ricorso ai contratti di solidarieta' determinati dalla crisi di mercato e dal conseguente fermo di alcuni reparti. In particolare si fermeranno dal 1° luglio per tre mesi il reparto Altoforno 2, le batterie 9-10 e per 15 giorni l'Acciaieria 1 che alla ripartenza avra' un solo convertitore.Il numero complessivo di esuberi e' comunque leggermente piu' basso rispetto all'accordo raggiunto a marzo al Ministero dello Sviluppo Economico, anche se nei reparti che andranno in blocco, ci sara' un aumento dei contratti di solidarieta' e in particolare si passa da 307 a 464 unita' nell'area altoforno 2 mentre nell'acciaieria si passa da 473 a 600 unita'.
Negli altri reparti gli esuberi in base all'accordo diminuiscono: nella laminazione a caldo si passa da 709 a 684, nella laminazione a freddo da 648 a 495, nei tubifici da 534 a 462, nei Servizi da 561 a 486. Per le Manutenzioni centrali, (reparto ritenuto strategico nella mole dei lavori di adeguamento), dove l'azienda rappresentata oggi dal responsabile del Personale Enrico Martino e dal direttore dello stabilimento Antonio Lupoli, aveva previsto un aumento degli esuberi (12 in piu'), invece i sindacati sono riusciti a spuntare una diminuzione da 441 a 380 circa. Praticamente invariati gli esuberi per gli altri reparti Energia e Sas.
''Noi avevamo chiesto di rivisitare l'accordo sui contratti di solidarieta''', spiega all'Adnkronos il segretario generale della Fim Cisl di Taranto Mimmo Panarelli. ''Con l'accordo sottoscritto da un lato abbiamo 282 esuberi in piu' per via delle fermate di impianti ma dall'altro le riduzioni sono pari a circa 400. Complessivamente circa 110 unita' in meno. Abbiamo chiuso con 3640 esuberi rispetto all'accordo di marzo che ne prevedeva 3749 pur in presenza di ulteriori impianti che si fermano e che a marzo non erano previsti''. In genere, come precisa lo stesso Panarelli, si tratta di numeri di massima. Per esempio finora sono state 1300, massimo 1500, le unita' lavorative a utilizzare i contratti di solidarieta'. Naturalmente con le fermate di Afo2, di due batterie e dell'Acciaieria 1 i numeri effettivi aumenteranno. E' stato confermato durante l'incontro che il fermo di tre mesi dell'altoforno 2 verra' utilizzato dall'azienda per mettere a norma l'impianto sulla base di quanto previsto dall'autorizzazione integrata ambientale. Interventi che, secondo il programma, erano invece previsti per l'inizio del 2015. Quindi il fermo, determinato dalla stagnazione di mercato, verra' utilizzato per anticipare i lavori utili per rendere l'impianto compatibile dal punto di vista ambientale. ''E' un fatto importantissimo, nel senso che non sono tre mesi vuoti e persi ma finalizzati alla messa a norma'', conclude Panarelli.
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