Il gip presso il Tribunale di
Taranto Patrizia Todisco potrebbe decidere nella prossima
settimana se scarcerare e disporre i domiciliari per il
dimissionario presidente della Provincia di Taranto, Gianni
Florido, del Pd, che mercoledi' scorso e' stato arrestato dalla
Finanza insieme ad altre quattro persone per concussione. Ieri
Florido, presenti i suoi avvocati, e' stato interrogato in
carcere ed ha respinto l'accusa che avrebbe fatto ripetute e
insistenti pressioni sui dirigenti dell'assessorato
all'Ambiente della Provincia, e in particolare su Luigi
Romandini, affinche' all'Ilva venisse rilasciata
l'autorizzazione all'uso della discarica "Mater Gratiae"
all'interno del siderurgico.
Nella sua deposizione al gip, Florido ha invece spiegato
che non c'e' stata alcuna pressione ad operare illegalmente ma
che ha solo chiesto agli uffici dell'ente di decidere o
favorevolmente o negativamente sulle istanze dell'azienda per
evitare che il contenzioso approdasse poi al Tar con un costo
per la stessa Provincia. E infatti, ha rammentato Florido, piu'
volte l'Ilva e' ricorsa al Tar contro gli atti della Provincia
spesso avendo ragione.
Oggi, intanto, ha lasciato il carcere per essere sottoposto
ai domiciliari Girolamo Archina', ex consulente Ilva addetto ai
rapporti istituzionali, che era stato arrestato il 26 novembre
scorso. Mercoledi' scorso Archina' era stato colpito da una
seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere per la
vicenda della discarica per la quale sono in carcere Florido e
l'ex assessore all'Ambiente della Provincia di Taranto, Michele
Conserva, mentre e' ai domiciliari l'ex direttore generale
dell'ente, Vincenzo Specchia.
L'ultima ordinanza era stata notificata ad Archina'
proprio il giorno in cui il Tribunale del Riesame, accogliendo
l'istanza dei suoi avvocati, gli aveva concesso per ragioni di
salute i domiciliari. Ed e' proprio a questa decisione del
Riesame che gli avvocati si sono rifatti a fronte del secondo
provvedimento restrittivo, chiedendo al gip la scarcerazione di
Archina', disposta oggi.
Negli atti dell'autoritá giudiziaria il ruolo di Archina'
e' ampiamente descritto come colui che molto attivamente, e
attraverso ripetute pressioni, interviene sul mondo politico,
istituzionale e amministrativo tarantino e pugliese per fare
gli interessi dell'Ilva ed evitare che l'azienda venisse
"penalizzata". Un ruolo che per i magistrati si esplica contro
regole e leggi. Nell'ultima ordinanza il gip Todisco afferma
che Archina' era perfettamente a conoscenza delle decisioni
della Provincia prima ancora che venissero formalizzate, e che
sapeva benissimo anche degli avvicendamenti dei dirigenti. "Un
maestro degli insabbiamenti" era stato invece definito Archina'
da Emilio Riva, patron del gruppo siderurgico, stando ad
un'altra intercettazione. Emilio Riva che, al pari del figlio
Nicola, entrambi ex presidenti Ilva, e' ai domiciliari dallo
scorso 26 luglio sempre nell'ambito dell'inchiesta sul
siderurgico, mentre un altro figlio, Fabio, destinatario di un
pe'rovvedimento restrittivo dallo scorso 26 novembre, e' ancora
in Inghilterra dove e' stata richiesta l'estradizione in
Italia.
Archina', infine, era stato allontanato dall'Ilva gia'
prima del suo arresto. Ai primi di agosto, infatti, appena
vennero fuori le intercettazioni che lo riguardavano, il
presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, decise di inbterrompere
il rapporto di lavoro. (AGI).
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