NO al Piano Cimino: 10 anni dopo il suo NO al Progetto "Sircom"
Legambiente ribadisce la sua netta opposizione a nuove rovinose
cementificazioni
Circa 10 anni dopo la bocciatura del progetto da parte del Consiglio Comunale ci riprovano.
L'area intorno alla Palude Erbara è nuovamente sotto il tiro della Sircom. Come allora, Legambiente ribadisce il suo fermo NO a questa nuova rovinosa colata di cemento.
Il progetto va ad interessare un'area, il comprensorio palude Erbara - Salina Grande, interna al bacino idrografico del Mar Piccolo e per questo dai fragili equilibri idrogeologici ed ambientali. Un'area caratterizzata da un complesso ecosistema ambientale e paesaggistico, importante anche sotto l'aspetto faunistico per il passaggio e la sosta di diverse specie protette di uccelli migratori e stanziali. Un'area che va salvaguardata a tutti i costi. Non a caso Salina Grande e secondo seno del Mar Piccolo sono stati riconosciuti siti di interesse comunitario (s.i.c.). Per garantirne la tutela, secondo Legambiente, occorre che siano accorpati in un'area destinata a riserva regionale.
Per Lunetta Franco, presidente del circolo Legambiente di Taranto "il progetto costituirebbe un'espansione urbanistica della città del tutto deleteria anche sotto l'aspetto sociale ed urbanistico. Comporterebbe, infatti, un ulteriore consumo di suolo a fini meramente speculativi in una cintura urbana sin troppo dilatata ed ormai difficilmente governabile sul piano dei servizi e del controllo sociale."
Per Legambiente, inoltre, la realizzazione del progetto accentuerebbe i processi di spopolamento dei quartieri storici della città e la sofferenza della piccola distribuzione, a sua volta perno della vivibilità di gran parte del contesto urbano consolidato.
"Quel che lascia particolarmente perplessi", aggiunge Leo Corvace, del direttivo del circolo "è che in questi anni non si sia ancora messo mano ad un piano regolatore distorto nelle sue previsioni di espansione urbanistica e di incremento della popolazione. Questo ha comportato che si continuasse a costruire a dismisura in periferia ed a stravolgere sempre più l'assetto edilizio originario del centro cittadino".
Il pericolo per quest'area non viene infatti solo dalla riproposizione del progetto Sircom, ma anche dalla nuova massiccia cementificazione prevista nel piano particolareggiato attualmente all'esame negli uffici comunali.
Legambiente ribadisce la necessità di uno stop senza deroghe all'espansione urbanistica della città e l'urgenza di una politica basata sul recupero urbanistico ed edilizio. Il patrimonio ecologico e paesaggistico va tutelato e valorizzato, non cementificato: a tal fine va allargata la riserva regionale della palude La Vela sino a comprendere la Salina Grande, Cimino e l'area intorno alla Palude Erbara.
L'area intorno alla Palude Erbara è nuovamente sotto il tiro della Sircom. Come allora, Legambiente ribadisce il suo fermo NO a questa nuova rovinosa colata di cemento.
Il progetto va ad interessare un'area, il comprensorio palude Erbara - Salina Grande, interna al bacino idrografico del Mar Piccolo e per questo dai fragili equilibri idrogeologici ed ambientali. Un'area caratterizzata da un complesso ecosistema ambientale e paesaggistico, importante anche sotto l'aspetto faunistico per il passaggio e la sosta di diverse specie protette di uccelli migratori e stanziali. Un'area che va salvaguardata a tutti i costi. Non a caso Salina Grande e secondo seno del Mar Piccolo sono stati riconosciuti siti di interesse comunitario (s.i.c.). Per garantirne la tutela, secondo Legambiente, occorre che siano accorpati in un'area destinata a riserva regionale.
Per Lunetta Franco, presidente del circolo Legambiente di Taranto "il progetto costituirebbe un'espansione urbanistica della città del tutto deleteria anche sotto l'aspetto sociale ed urbanistico. Comporterebbe, infatti, un ulteriore consumo di suolo a fini meramente speculativi in una cintura urbana sin troppo dilatata ed ormai difficilmente governabile sul piano dei servizi e del controllo sociale."
Per Legambiente, inoltre, la realizzazione del progetto accentuerebbe i processi di spopolamento dei quartieri storici della città e la sofferenza della piccola distribuzione, a sua volta perno della vivibilità di gran parte del contesto urbano consolidato.
"Quel che lascia particolarmente perplessi", aggiunge Leo Corvace, del direttivo del circolo "è che in questi anni non si sia ancora messo mano ad un piano regolatore distorto nelle sue previsioni di espansione urbanistica e di incremento della popolazione. Questo ha comportato che si continuasse a costruire a dismisura in periferia ed a stravolgere sempre più l'assetto edilizio originario del centro cittadino".
Il pericolo per quest'area non viene infatti solo dalla riproposizione del progetto Sircom, ma anche dalla nuova massiccia cementificazione prevista nel piano particolareggiato attualmente all'esame negli uffici comunali.
Legambiente ribadisce la necessità di uno stop senza deroghe all'espansione urbanistica della città e l'urgenza di una politica basata sul recupero urbanistico ed edilizio. Il patrimonio ecologico e paesaggistico va tutelato e valorizzato, non cementificato: a tal fine va allargata la riserva regionale della palude La Vela sino a comprendere la Salina Grande, Cimino e l'area intorno alla Palude Erbara.
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