Gli oltre 400 milioni di euro per le attività di bonifica a Taranto ci sono. Il quadro normativo che li rende spendibili anche. Ormai tutto è pronto per avviare gli interventi attesi da decenni e che puntano a bonificare le aree del quartiere Tamburi particolarmente colpite dall’azione dell’inquibamento, l’area pip di Statte, che si trova a ridosso dello stabilimento siderurgico, allo studio preliminare per il disinquinamento di Mar Piccolo che è stato affidato ad Arpa Puglia, agli stessi impianti dell’Ilva in modo da abbattere le emissioni nocive che provengono dall’area a caldo. Come del resto dimostrano i dati rilevati dalle centraline interne allo stabilimento e pubblicati da Arpa Puglia nel suo sito instituzionale (www.arpa.puglia.it, cliccare su “Rete di monitoraggio della qualità dell’aria interna dell’Ilva”).
Con la definizione del quadro normativo sono state attivate, infatti, le prime gare di appalto, avviati i lavori ed è iniziato il reclutamento degli addetti. L’Agenzia regionale per l’ambiente, infatti, ha emesso il bando (i termini scadono il prossimo 13 settembre) che consente di assumere a tempo determinato 14 tecnici (chimici, ingegneri dell’ambiente, tecnici informatici, statistici e biologi) che andranno a far parte del Centro di salute ambientale.
Lo stesso ha fatto il commissario Ilva, Enrico Bondi, con la costituzione di un dipartimento Aia (il cui compito sarà quello di assolvere a tutte le prescrizioni previste dall’Autorizzazione integrata ambientale), affidato all’ing. Erder Mingoli. Del dipartimento per i lavori Aia, che lavorerà in stretta collaborazione con il subcommissario Edo Ronchi, faranno parte anche dieci ingegneri che saranno formati attraverso un progetto di apprendistato di alta formazione e ricerca che Ilva sta avviando con importanti atenei pugliesi e nazionali. Tale progetto arriverà a coinvolgere complessivamente 30 giovani ingegneri.
Per quanto riguarda gli interventi di bonifica, sono disponibili per il rione Tamburi 8,5 milioni di euro. Nel quartiere è stata già effettuata la caratterizzazione nel centro abitato. Si tratta del sottoprogetto 4 (SP4) che riguarda tutti i terreni del centro abitato per i quali si interviene con fondi di finanziamento già nelle casse del Comune e rivenienti dall’Accordo di programma quadro dei Tamburi. In questo caso i progetti sono stati approvati dalla cabina di regia. Appena il progetto esecutivo sarà validato potranno partire le gare di bonifica per il SP4.
Per quanto riguarda le scuole dei Tamburi, il Comune di Taranto interverrà con i fondi stanziati dal governo a seguito del famoso decreto legge (convertito in legge n. 161 dell’ottobre 2012). In questo caso si interverrà sia per quanto riguarda la struttura fisica delle scuole, con il potenziamento dell’efficienza energetica di tutte e cinque gli istituti, sia per la caratterizzazione nelle aree interne alle stesse. La caratterizzazione dirà il tipo di bonifica necessaria.
Trentasette milioni di euro, come previsto dal Protocollo d’intesa del 2012 per il risanamento di Taranto, saranno utilizzati, invece, per la bonifica dell’area industriale di Statte. Con questo protocollo d’intesa, il Comune di Statte si impegna a espletare tutte le procedure di gara e l’attuazione dei lavori in stretto raccordo con il commissario straordinario Pini e con il soggetto attuatore degli interventi, Antonio Strambaci, del ministero dell’Ambiente. (CdG)
Bonifica delle aree inquinate dall'industria e dall'Ilva in particolare, risanamento degli impianti del siderurgico per abbattere le emissioni nocive dell'area a caldo, creazione di strutture tecniche per rafforzare controllo e monitoraggio ambientale. Muove su tre fronti la strategia messa in campo per Taranto affinché superi l'emergenza che l'ha segnata nell'ultimo anno. Ci sono ben tre leggi in proposito: la 171 del 4 ottobre 2012, la 231 del 24 dicembre 2012 e la 89 del 3 agosto 2013. Le ultime due riguardano l'Ilva - la 89 è quella sul commissariamento dell'azienda -, mentre la 171 la bonifica dell'area esterna allo stabilimento.
Avviati nell'Ilva i lavori dell'Autorizzazione integrata ambientale con la fermata di una serie di batterie coke, degli altiforni 1 e 2 e dell'acciaieria 1 (168 milioni sui 325 del 2013 già spesi a metà luglio) e creato per l'Aia un dipartimento con 30 ingegneri. Messi poi sulla rampa di lancio i primi interventi per la bonifica delle scuole del rione Tamburi di Taranto (8 milioni) e dell'area industriale del Comune di Statte (37 milioni), nonché avviato lo studio preliminare per il disinquinamento di Mar Piccolo di Taranto. Adesso, invece, avanza il discorso relativo alla nuova struttura di analisi dei dati ambientali e del loro impatto sulla salute pubblica. L'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Puglia (Arpa) ha infatti lanciato il bando per assumere a tempo determinato 14 tecnici che costituiranno l'ossatura del Centro ambiente e salute di Taranto. I termini per accedere alla selezione si chiudono il 13 settembre prossimo. In particolare l'Arpa cerca chimici, ingegneri dell'ambiente, tecnici informatici, statistici e biologi.
Il Centro ambiente e salute è istituito dalla Regione Puglia, nasce da una delibera di giunta (la n. 1980 del 12 ottobre scorso) che a sua volta si rifà alla legge regionale n. 18 del 2012 (Piano straordinario salute e ambiente) e ha una dote di 8 milioni di euro assegnata col bilancio del 2012. Di questi, 4,730 milioni serviranno alla ristrutturazione e all'adeguamento funzionale dell'ex ospedale Testa di Taranto, ubicato proprio nell'area industriale e ceduto dall'Asl tarantina all'Arpa Puglia in comodato d'uso ventennale, mentre 3,270 milioni saranno finalizzati alla fase di start up e al personale. «Condurre un progetto sperimentale di monitoraggio e di contrasto delle criticità sanitarie associate ai fattori di rischio ambientali»: questa la mission assegnata ad Arpa Puglia e Asl Taranto che si avvarranno anche dell'Ares, l'Agenzia per la sanità.
Alla struttura l'Arpa ha invitato a partecipare anche l'Ilva non ottenendo però riscontro. Lo dice lo stesso direttore generale dell'Arpa, Giorgio Assennato, scrivendo al commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, e invitando l'azienda ad abbandonare la «cultura negazionista» sull'impatto ambientale del siderurgico. Assennato parte da un dato, ovvero dall'invito ricevuto come Arpa a presentare a Basilea al congresso della Società di epidemiologia il caso Ilva. «Evidentemente - scrive Assennato a Bondi - il comitato scientifico non ha condiviso il suo giudizio sull'inattendibilità del nostro lavoro in merito alla valutazione di danno sanitario dell'Ilva. Mi auguro che lei comprenda - sottolinea Assennato - il valore strategico di trasformazione di atti amministrativi in produzione scientifica per affrontare in modo adeguato la complessitá dei problemi dell'area tarantina». (Sole24h)
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