venerdì 15 maggio 2009

I porti italiani bocciati dall'UE

La Commissione europea oggi ha deciso oggi di trasmettere al governo italiano un parere motivato per il mancato rispetto di una sentenza dalla Corte di giustizia europea che riguarda la normativa europea sull´approvazione e l´attuazione di piani di raccolta e di gestione dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico. La sentenza del 25 settembre 2008 (Causa C-368/07, Commissione contro Italia la Corte di giustizia europea) affermava che l´Italia ha omesso di attuare adeguatamente la direttiva 2000/59/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 novembre 2000, relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico (GU L 332 del 28.12.2000, pag. 81). La Commissione Ue spiega che la direttiva ignorata dal nostro Paese punta a «ridurre gli scarichi in mare di rifiuti prodotti dalle navi e di residui del carico da parte delle navi che usano i porti comunitari. A tal fine la direttiva prevede il miglioramento della disponibilità e dell´uso di impianti portuali destinati alla raccolta e alla gestione di questo tipo di rifiuti e residui, rafforzando in questo modo la protezione dell´ambiente marittimo. Una delle disposizioni principali della direttiva riguarda l´elaborazione, l´approvazione e l´applicazione di piani di raccolta e di gestione dei rifiuti prodotti dalle navi per ciascun porto». Una direttiva che doveva essere attuata entro il 27 dicembre 2002, ma nel 2008, quando è stata emessa la sentenza della Corte, «moltissimi porti italiani non avevano ancora un piano di raccolta e gestione dei rifiuti delle navi. Nonostante le recenti iniziative delle autorità italiane, la situazione rimane ad oggi sostanzialmente invariata. La Commissione ha dato all´Italia un´ultima possibilità di porre rimedio alla situazione prima di ricorrere nuovamente dinanzi alla Corte di giustizia perché infligga all´Italia una penalità finanziaria per mancata ottemperanza della sentenza succitata». (Greenport)

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