venerdì 17 ottobre 2008

Ci mancava il petrolio nello Jonio...


Trivellazioni petrolifere nel Mar Jonio lucano. È subito scattata la mobilitazione delle popolazioni locali. A Metaponto Lido c'è stato un summit operativo nella sede dell’Associazione degli operatori turistici “Leucippo”, presieduta da Gianfranco Sortiero. Vi hanno aderito, inoltre, l’Associazione No-scorie Trisaia, il Comitato dei Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto e l’Ucaib (l'Unione dei commercianti, artigiani e imprenditori bernaldesi).
Si è parlato delle trivellazioni petrolifere già autorizzate sulla terraferma, nel territorio di Bernalda-Metaponto, e dei Comuni limitrofi, e dell’autorizzazione ministeriale, in via di approvazione, circa le trivellazioni in mare riguardanti quasi tutto il tratto della costa jonica lucana, tra i fiumi Sinni e Basento.
I convenuti hanno affrontato in maniera unanime e critica la questione, chiedendo al Comune di Bernalda la convocazione urgente e monotematica di un apposito Consiglio comunale, per informare la popolazione. Il neo assessore esterno all’Ambiente, Arcangelo D’Alessandro, che presiedeva l’incontro, ha recepito la richiesta, assicurando di portarla personalmente all’attenzione del sindaco Francesco Renna (Pd).
«Si tratta - hanno affermato Pietro Tamburrano e Antonio Forcillo, del comitato civico dei Cittadini Attivi - di un problema di pubblico interesse, che un’Amministrazione municipale, per legge, è tenuta a portare al vaglio della cittadinanza. Il territorio jonico, infatti, è a grave rischio di sfruttamento e di degrado: sia dal punto di vista ambientale, che sul piano sociale ed economico. Tenuto conto, poi, che il Metapontino è a forte vocazione agricola e turistica, in virtù dell’enorme patrimonio archeologico esistente, simili scelte di carattere estrattivo, per terra e per mare, comporterebbero una grave opera di annientamento di questi luoghi e delle loro popolazioni».
Molto dura anche la posizione del comitato “No scorie Trisaia”, i cui componenti hanno rilevato: «Dopo i campi agricoli biologici, i bacini idrici e i boschi, ora la lobby petrolifera vuole trivellare il mar Jonio lucano. Così, al posto degli ombrelloni e delle barche a vela, vedremo solo le piattaforme petrolifere. Gli ecosistemi marini, già inquinati dall’Ilva e dalla raffineria di Taranto non reggeranno l’impatto delle trivelle. Potremo perciò dire addio alla pesca, al turismo e a tutta l’eco - nomia dei comuni jonici. Il petrolio serve solo ai politici per mantenere poltrone e prendere voti», conclude No Scorie, che invita tutti i Consigli comunali della zona a tenere aperti, in maniera permanente, i consessi cittadini, in segno di protesta, per chiedere al Ministero dell’Ambiente di bocciare il progetto di trivellazione petrolifera nel Mar Jonio.
Angelo Morizzi - La Gazzetta del Mezzogiorno

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