venerdì 17 ottobre 2008

Briciole di pena


Una sola condanna è stata pronunciata per l'incidente causato dal crollo di una gru bivalente all’interno dell’Ilva avvenuto il 12 giugno 2003.
La grossa gru si spezzò in due parti e crollò al suolo travolgendo due operai che stavano lavorando. A lasciarci la vita Paolo Franco e Pasquale D'Ettorre, i primi morti della grande ondata di giovani entrati all'ilva negli ultimi anni.

Una sola condanna: un anno e 4 mesi di reclusione, come a dire briciole di pena per una morte che si poteva benissimo evitare.
Una condanna ad una persona, Luigi Capogrosso, il cui nome è ben noto sia all'Ilva che all'interno del Tribunale di Taranto.

Per gli altri imputati pena sospesa, e per Emilio Riva l'assoluzione dal reato ascrittogli per non aver commesso il fatto.

Oggi, in quell'aula di Tribunale è stata fatta giustizia?

Negli occhi dei genitori di Paolo Franco si leggeva chiaro il messaggio della triste sentenza: a pagare è oggi chi difende la vita, chi difende la salute, chi difende il diritto alla sicurezza, alla "formazione e informazione" come ripete insistentemente Angelo Franco, il padre di Paolo.

La rabbia è anche tra i presenti: semplici cittadini, ma anche l'onorevole Donatella Duranti, e l'Assessore alla Cultura del Comune di Taranto a rappresentare l'Amministrazione Comunale.
E proprio il Comune di Taranto è stato chiamato in causa dall'avvocato Mattesi, difensore dell'Ilva.
Questo pomeriggio l'Assessore riferirà in Consiglio Comunale. Aspettiamo ora il pronunciamento.

Grandi assenti: i sindacati tutti, gli operai e i rappresentanti dei principali partiti politici. Ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, si capisce chi ha veramente a cuore la sorte di Taranto e dei suoi cittadini lavoratori.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà per l'Associazione 12 giugno, ed in particolare per la famiglia Franco.

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