lunedì 3 febbraio 2014

Uova, masserie e diossina

Diossina, un nuovo allarme

Il Fondo Antidiossina, presidente Matacchiera, ha inviato ad un laboratorio di Analisi e ricerca applicata di Altavilla Vicentina, R&C Lab s.r.l., un campione di uova comprate in tre masserie nei territori di Crispiano e Martina Franca. I risultati di tali analisi anticipati da Matacchiera, lo scorso 8 gennaio, hanno ricevuto conferma. Autorevole conferma.
“Veniamo a sapere adesso – afferma Fabio Matacchiera, in conferenza stampa, insieme al prof. Franco Scherma-, che anche la Asl di Taranto, negli anni scorsi, aveva rilevato diverse criticità con vistosi superamenti non solo dei valori di azione (valori che, superati, impongono le necessarie misure di monitoraggio e bonifica), ma anche, fin oltre il 200%, dei valori limite (valori che impongono la distruzione dei prodotti alimentari). Le uova delle galline allevate a terra, acquistate di recente dal Fondo Antidiossina, presso alcune masserie situate in prossimità di Martina Franca, e successivamente inviate al centro specializzato per tali analisi, hanno evidenziato valori critici con riferimento ai limiti di azione. Tali esiti risultano estremamente interessanti proprio perché in essi spiccano le voci relative alle diossine, ai furani e al pcb, in entità di gran lunga superiore ai valori di fondo che normalmente si attestano nel range 0,2- 0,5 pg/gr, contro i circa 0,5 – 0,9 pg/gr ritrovati dal Fondo Antidiossina.
Le uova prelevate dalle tre masserie presentano quantitativi abbastanza lontani dai valori limite, ma non troppo lontani dai valori di azione. Interessante anche constatare che i valori più elevati di diossine e pcb si riscontrano nelle uova della masseria più vicina all’area industriale. Infatti, nelle uova prelevate nella masseria a nord di Martina Franca, i valori di diossine e pcb sono risultati inferiori a quelli rilevati nelle altre più vicine a Taranto”. “La Asl di Taranto e precisamente il Dipartimento di Prevenzione – ha proseguito Matacchiera – è tornata a fare i controlli dopo averli interrotti dal 2009. Benché in tale occasione fossero stati rilevati valori oltre la norma. L’impegno, dopo tale anno, è stato prevalentemente indirizzato alla grande produzione trascurando le masserie considerata la loro scarsa incidenza di immissione di uova sul mercato. Le uova delle galline allevate a terra nelle masserie di Crispiano e Martina Franca sono risultate in molti casi positive alla presenza di questi pericolosi elementi, tanto che la stessa ASL ne sconsigliò il consumo con apposita ordinanza del 4 gennaio 2013 firmata dai dirigenti del Dipartimento, dott. Teodoro Ripa e dott. Vito De Chirico”. Ormai la situazione impone l’urgenza di un monitoraggio continuo con attenzione anche alle piccole realtà produttive. D’altra parte una recente Raccomandazione della Commissione Europea del 3 dicembre scorso afferma che: È ora opportuno raccomandare che la presenza di diossine, PCB diossina-simili e PCB non diossina-simili nelle uova da allevamento all’aperto, nelle uova biologiche, nel fegato di agnelli e pecore, nel granchio guantato (Eriocheir Sinensis), nelle erbe aromatiche essiccate e nelle argille vendute come integratore alimentare sia soggetta a un monitoraggio rafforzato. Il problema rimane quello del reperimento delle risorse. Per i controlli prima e per le bonifiche dopo. Controlli e bonifiche che disvelano il grande bluff del governo italiano che da un lato dichiara la portata strategica dell’Ilva e dall’altra nasconde quel che rimane dell’attenzione per lo stabilimento siderurgico nelle pieghe di un decreto preoccupato prioritariamente, sia pure legittimamente, della “Terra dei fuochi”. La scandalosa sequela dei decreti salva Ilva sembra non fermarsi mai. (CdG)

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