mercoledì 7 ottobre 2009

Un gesto da capire...

Si tratta di un atto che condanniamo ma che potrebbe avere un altissimo valore simbolico.
Ricordiamo che quella è la chiesa che più di tutte sacralizza la dipendenza Taranto-Ilva, quella che celebra le messe di morte di operai e abitanti dei tamburi. E' la chiesa che recentemente ha visto Riva, padrone dell'Ilva, "donare" i fondi per risanarla e pulirla dalla polvere che la ricopre.
La violenza è espressione di disagio che non ha sfoghi istituzionali. Questo stato non si combatte con la repressione ma con la partecipazione e la responsabilità politica.

Armato di coltello devasta le tele e l'altare, messo in fuga dal parroco della chiesa
Il folle gesto di un uomo, sull'episodio indaga la polizia

TARANTO - È entrato in chiesa come un normale parrocchiano, ma con sé portava il coltello o comunque un oggetto affilato con cui ha devastato alcune tele e l'altare per poi fuggire.

L'uomo in evidente stato di agitazione questa mattina è entrato nella cappella del Gesù Divin Lavoratore, al rione Tamburi, ed è stato il parroco che accortosi di quanto stava accadendo ha dato l’allarme mettendo l'uomo in fuga. L’autore degli atti di vandalismo è così scappato facendo perdere le sue tracce. Sull’episodio indaga la polizia. (Corriere della sera)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo possa spiegarsi con la crescente disperazione di chi sentendosi abbandonato da ogni istituzione e senza via di uscita giunge a perdere fiducia in tutto e sfoga la rabbia in gesti di solo apparente la "follia...