martedì 13 ottobre 2009

Riapre l'Afo4... che gioia! Che aria buona!!!

Taranto, l’ok all’altoforno 4 Ilva dipende dalla ripresa: se continua sarà riaperto
L'azienda è pronta a rimettere in marcia l'impianto,
ma bisognerà verificare la natura del rilancio


TARANTO — L’Ilva è pronta a rimettere in marcia l’altoforno 4 (Afo4) dello stabilimento siderurgico di Taranto. Farlo ripartire da gennaio o rinviarne di qualche settimana la riaccensione dipende dalla natura della «ripresina» registrata nei due mesi di luglio e agosto. L’azienda, in altri termini, deve accertare se si tratta solo della ricostituzione delle scorte da parte dei committenti dopo i primi sette mesi dell’anno senza ordinativi all’acciaieria o di «un rimbalzo fisiologico» di mercato dovuto a fluttuazioni nei consumi. Ciò significherebbe che «si sta continuando a risalire dal fondo della crisi».
Solo in questo secondo caso Ilva riaccenderà Afo 4, e gli impianti collegati come il treno nastri 1, riportando la produzione di ghisa al settanta per cento delle capacità dello stabilimento. Una situazione molto vicina alla normalità per l’impianto più importante del gruppo Riva con la conseguenza positiva che anche la cassa integrazione in atto da un anno diminuirebbe. La notizia è stata fornita la settimana scorsa dai vertici del gruppo durante la riunione periodica del comitato aziendale europeo (Cae) a Novi Ligure che ha analizzato la situazione nei diversi siti produttivi in Italia, Grecia, Francia, Spagna, Belgio, Germania. Sono stati confermati i timidi segnali di ripresa ma anche le difficoltà del periodo. L’azienda ha ripetuto che continuerà gli investimenti in campo ambientale. Il comitato aziendale europeo ritiene necessario «che essa continui a svolgere la sua attività nel massimo rispetto della compatibilità ambientale e valuta positivamente il percorso avviato a Taranto con le istituzioni e con il governo».
Il comitato, inoltre, è convinto che «non ci debba essere conflitto tra lavoro e ambiente e invita il gruppo Riva a proseguire nella messa in pratica di tutte le misure e gli investimenti necessari per rendere eco-compatibili tutte le produzioni e in tutti i siti con una attenzione specifica per Taranto». A questo scopo il Cae ritiene utile una vera «governance» in grado di «modificare i cicli produttivi utilizzando le migliori tecnologie possibili».
Cesare Bechis (Corriere del Mezzogiorno)

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