sabato 9 marzo 2013

Cominciano a germogliare le cause per decessi

Ilva, causa civile morte donna rione Tamburi: chiesto risarcimento 1,6 milioni

Nei giorni scorsi l'avvocato Fabrizio Giusti ha presentato la prima di una serie di cause civili, con relative richieste di risarcimento, in cui si sostiene che alcuni cittadini di Taranto sono stati gravemente danneggiati, si sono ammalati o sono addirittura deceduti a causa dei fumi e degli sversamenti tossici e inquinanti dello stabilimento siderurgico Ilva. Il primo caso riguarda i congiunti (marito e due figli) di una casalinga di 60 anni morta meno di due anni fa per una grave forma tumorale alla cervice uterina.
La signora viveva nel rione Tamburi, lo stesso che si trova a ridosso del siderurgico dove la concentrazione di inquinanti e' piu' marcata, come maggiore e' l'incidenza delle patologie tumorali. L'impianto probatorio si avvale della documentazione formata e acquisita agli atti del processo penale a carico dell'Ilva per presunto disastro ambientale, nell'ambito del quale il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha disposto, mediante l'incidente probatorio, due accertamenti peritali e, precisamente, una perizia medico-epidemiologica ed una perizia chimico-ambientale.
Le perizie hanno collegato, nel primo caso l'incremento delle malattie tumorali nella zona di Taranto rispetto alla media nazionale all'attivita' inquinante dell'Ilva e, nel secondo, le sostanze inquinanti rinvenute e monitorate alle specifiche emissioni caratteristiche del processo produttivo dell'Ilva e non di altre industrie presenti sul territorio. L'avvocato Giusti si avvarra' anche dei risultati del Progetto Sentieri, uno studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio ambientale, predisposto dall'Istituto Superiore di Sanita', che descrive per varie forme di patologie monitorate l'incremento di incidenza sul territorio tarantino rispetto alla media nazionale, regionale e provinciale. I ricorrenti agiscono come congiunti della signora deceduta, la quale prima di morire avrebbe gia' maturato un diritto al risarcimento del danno che, pertanto, si trasferisce ai suoi eredi che chiedono, quindi, un risarcimento di un milione di euro. Ma anche in proprio per le sofferenze da essi patite per causa della malattia e la morte della loro congiunta, chiedendo, percio', un ulteriore risarcimento di duecentomila euro per ciascuno di essi. (Adnkronos)

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