martedì 26 febbraio 2013

Numeri dalla città morta

Una cosa almeno è certa dopo queste elezioni: il Grande Circo Clini sta impacchettando tutto sui camion e presto partirà la carovana tecnico-fascista che ci ha imposto la legge più antidemocratica della dittatura Monti.



Partirà per tornare negli ingranaggi della burocrazia ministeriale dove Clini è despota incontrastato e burattinaio di tanti politici inetti che si susseguono al dicastero del (finto) ambiente.
Il Circo Clini lascia la scena pubblica e riprende a frequentare i salotti privati dove è stato concepito, tra quei pochissimi potenti che decidono per un popolo di decerebrandi che forse non imparerà mai a votare.
Ci vuole tanto a collegare una faccia pubblica al milione di porcate di cui tutti si lamentano dal parrucchiere?

Tra lavoro e ambiente Taranto sceglie Grillo

In una città piegata dalle vittime per il cancro, divisa tra chi vuole chiudere la «fabbrica della morte» e chi invece vuole continuare a lavorarci «perché l’alternativa è la fame». Una città di 200 mila abitanti su cui incombe la mannaia di 6.500 cassa integrati, a partire dal 3 marzo, s’impone la voglia di riscatto. Il desiderio di rompere gli schemi, di disarcionare i privilegi di una politica distante dai problemi della gente che qui continua a piangere chi di Ilva si ammala fino a morire.
La strepitosa vittoria di Grillo - primo partito con il 30% dei consensi - è in sintonia con il resto del Paese, ma qui più che altrove è sinonimo di una parola: basta. Basta con le chiacchiere, basta con le promesse, ma basta anche con un’anima dei cortei che tanto hanno infiammato la coscienza civile la scorsa estate. Né il centrosinistra, né il verde Bonelli (candidato con Ingroia che non raggiunge il 3%), né soprattutto il Movimento Liberi pensanti riescono a farsi una ragione del responso delle urne. Alle 10 e mezzo della sera i dati non sono ancora definitivi, ma il senso è chiaro. «Io non sono neppure andata a votare» dice Silvia Naccarati, 36 anni, laureata in storia dell’arte, uno dei tre portavoci di Liberi pensanti, che sostituiscono il carismatico Cataldo Ranieri che ha ceduto il campo per amor di «rotazione democratica». «Nessuno dimostra veramente interesse ai nostri problemi» prosegue Silvia che rilancia l’immagine di una Taranto «più concentrata su cultura e turismo invece che sull’industria». Un altro portavoce, Nicola Ordini insiste sull’esigenza «di una democrazia partecipata, che nasca dalla base». Stile grillini? «No, quelli non ci convincono».
Eppure persino a Tamburi, il quartiere a ridosso dell’Ilva, persino nell’area praticamente sotto i parchi minerari da cui «è più facile che si propaghino le sostante tossiche come la diossina», ha vinto il Movimento5stelle.

Il segretario della sezione Pd di Tamburi, Egidio Di Todaro, non si dà pace: «Grillo s’è preso buona parte di chi una volta votava per noi. Certo mi sciocca l’idea che sia il primo partito, perché qui noi come Pd raggiungiamo il 27% alla Camera e come coalizione sfioramo il 30%. E mi fa male anche il 30% del Pdl. Ma come? La Prestigiacomo negava le esalazioni tossiche e ora prendono quanto noi?». Nel complesso i dati dell’intera città non cambiano granché. Il centro sinistra, alla Camera, crolla dal 37,2% delle politiche del 2008 al 28% con il Pd attestato al 22%. E perde anche il Pdl che 5 anni fa aveva conquistato il 47,7% mentre oggi rasenta il 30% «anche se un buon 10% - dice con rammarico un pidiellino doc - è dovuto all’ex sindaco Cito, che mai ha aderito a Forza Italia e successive trasformazioni».

Vincenzo Curcio, 32 anni, da 10 operaio all’Ilva, sposato, un figlio di 2 anni e un altro in arrivo rappresenta il triunvirato dei Liberi pensanti: «Grillo? Le nostre aspettative dal nuovo governo, se mai ce ne sarà uno vista l’instabilità, sono pari a zero. Taranto sta morendo e noi abbiamo fame di salute e di giustizia. Che non deve fare a pugni con il diritto al lavoro».
Marianeve Santoiemme, 43 anni, un lavoro ce l’ha: educatrice per i disabili. Ma da ieri e sul Lago di Garda a cercarne uno nuovo: «Mia figlia, a 7 anni, è invalida al 100% per un’asma causata dall’Ilva. Noi a Taranto non possiamo più vivere. Il nuovo governo? Mah, ho paura ci riservino le solite chiacchiere».(LaStampa)

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