sabato 22 settembre 2012

Arriva, arriva...

Perchè non lanciare una campagna di adesione pubblica?

Ilva, una «class action» e azione penale «Casi di omicidio come Thyssenkrupp»

 È la richiesta di una decina di cittadini contro Riva L'avvocato Lecce: «Qui casi di decessi consapevoli»  «Così come accaduto per il processo Thyssenkrupp, culminato con le sentenze di condanna per i vertici aziendali, chiederemo alla Procura di Taranto di valutare l'opportunità di contestare, oltre alle lesioni colpose, al danneggiamento e al getto pericoloso di cose, anche il reato di omicidio volontario con dolo eventuale a carico dei rappresentanti legali dell'Ilva finiti sotto inchiesta». Lo ha detto l'avvocato Giuseppe Lecce presentando la «class action» nei confronti della proprietà del siderurgico per il risarcimento di «danni materiali, fisiologici, biologici ed esistenziali» chiedendo il sequestro conservativo di beni immobili e mobili facenti capo ai legali rappresentanti dell'azienda».
L'AFFONDO - Ma non è tutto. Il legale, che rappresenta una decina di cittadini di Taranto, presenterà nei prossimi giorni denunce in sede penale. «Nelle motivazioni del tribunale del riesame - rileva - vi è un passaggio molto interessante dal quale emerge in modo inequivocabile come i legali rappresentanti dell'Ilva fossero pienamente consapevoli che l'attività produttiva nel suo complesso e la sua organizzazione di mezzi e tecniche fosse esercitata in piena violazione delle leggi in materia di sicurezza ed inquinamento». «Secondo noi - aggiunge il legale - l'Ilva avrebbe coscientemente risparmiato sulla sicurezza degli impianti omettendo di apprestare o predisporre dispositivi tali da contenere entro i limiti previsti l'emissione di gas, fumi, polveri ed esalazioni e quindi ha inquinato con la consapevolezza che tale attività industriale avrebbe potuto cagionare la morte sia dei lavoratori che dell'intera collettività».
L'INIZITIVA - I cittadini interessati hanno contratto malattie o sono familiari di persone decedute per patologie legate all'inquinamento. Ma anche diportisti e commercianti, come il titolare di un vivaio, che si trova nell'area di passaggio del nastro trasportatori dell'Ilva, che ritengono di aver subito danni materiali. Il legale ha reso noto che già oggi invierà tramite fax al tribunale di Taranto l'esposto per l'azione collettiva, «strumento - ha sottolineato - che consente pretese risarcitorie nei confronti di aziende e multinazionali, in questo caso l'Ilva, atteso che si tratta di illeciti plurioffensivi che sono stati compiuti nei confronti di più soggetti». (CdM)

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