martedì 24 luglio 2007

Una risposta al Comitato per Taranto

Pubblichiamo qui di seguito una lettera pubblicata sul Corriere del Giorno di ieri 24 luglio 2007.


Stavolta, l'operato del Comitato per Taranto è stato messo in discussione.
Il Signor Luigi Romeo a cui "ci permettiamo di ricordare che l'area di Taranto è interessata da insediamenti industriali che rappresentano possibili fonti di inquinamento" ci chiede di individuare le soluzioni di cui " avremo bisogno per andare avanti in questa città disastrata".

Rispondere non è semplice a mio avviso. Ma mi permetto comunque di rispondere "individualmente" e non a nome del Comitato.
Come è scritto sulla sinistra di questo blog il Comitato nasce per uno scopo ben preciso che è quello di tutelare l'ambiente, il territorio jonico e allo stesso modo per diffondere la cultura del rispetto e dellasalvaguardia dell'ambiente in tanti modi e forme, secondo il metodo scientifico, e quello divulgativo, mirando sempre al coinvolgimento di tutta la cittadinanza.
Se abbiamo dato parere negativo sia al raddoppio della raffineria (oltrettutto bocciato anche dalla stessa Arpa) che allo stesso progetto dell'impianto del terminale di rigassificazione è perchè i risultati degli studi compiuti, con metodo rigoroso e scientifico hanno dato alla luce delle grosse anomalie e delle carenze insite nei progetti stessi. Dietro a quei pareri ci sono stati tanti studi di persone esperte :scienziati, docenti universitari e esperti in materie tecniche. Dietro a tutti quei pareri negativi, ci sono state tante discussioni, e tanti confronti avuti alle riunioni di ogni lunedì.

Noi consideriamo un bene prezioso il lavoro offerto dagli stabilimenti industriali.
Noi non cerchiamo di soffocare l'industria esistente, ma chiediamo semplicemente che vengano rispettate delle norme fondamentali che fino ad ora sono state calpestate.

Mi domando allora, noi davanti a questa situazione dovremo far finta di niente? no, noi denunciamo determinate situazioni che devono essere cambiate e chiediamo
1) alle istituzioni, che vengano rispettati i fondamentali principi di partecipazione democratica e di coinvolgimento popolare ai processi decisionali nelle tematiche ambietali.
2) agli industriali, il rispetto del nostro territorio e della salute dei cittadini e dei lavoratori.
Tutelateci, tuteliamoci!

Antonietta Podda



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Temo che la mentalità che ha portato Taranto alla situazione attuale, è proprio quella del signore che ha scritto la lettera: farsi accecare dalla promessa di un posto di lavoro !!!!! ma a quale prezzo?
mi viene da chiedere sempre allo stesso signore: quanti parenti, amici o semplici conoscenti ha visto ammalarsi di cancro o leucemia? quanti sono sopravvisuti? non gli interessa sapere se i suoi figli corrono lo stesso rischio?
Dobbiamo smettere di aspettare che qualcuno ci porti il lavoro... il lavoro dobbiamo crearlo noi!

Anonimo ha detto...

Temo che la mentalità del signore che ha scritto la lettera sia proprio quella che ha portato Taranto al punto in cui si trova:
aspettare che qualche grosso gruppo industriale del nord crei i posti di lavoro serve solo a far sfruttare il ns territorio!

Non possiamo credere ancora alle favole facendoci accecare dal ricatto del lavoro !!!

Se non vogliamo fare gli schiavi a vita, Il lavoro dobbiamo crearcelo da soli...