sabato 20 giugno 2009
Come sarà il futuro? Parliamo di bonifiche e corruzione
(AGI) - Genova, 18 giu. - Sono 30 gli indagati nell'ambito dell'indagine su corruzione, turbativa d'asta e false fatturazioni, condotta dal pm genovese Francesco Pinto nell'ambito dell'operazione di riconversione industriale che riguarda le aree ex Ilva e l'ex oleificio Gaslini di Genova Cornigliano. I fatti risalgono al 2007 e avvennero sotto la seconda giunta dell'ex sindaco Giuseppe Pericu. Tra gli indagati figurano l'imprenditore delle demolizioni e riconversioni Gino Mamone, l'ex consigliere comunale Ds Massimo Casagrande, l'ex assessore dell'attuale giunta comunale Paolo Striano e l'imprenditore Capparelli della ditta Fontessa. A Mamone sono contestati le ipotesi di reato di turbativa d'asta, corruzione e falsa fatturazione. Di corruzione sono indagati Casagrande, Striano (anch'egli consiglire comunale di maggioranza sotto la giunta Pericu) e Capparelli. L'indagine prende le mosse dalla cosiddetta "Mensopoli", l'inchiesta del pm Pinto che porto' in carcere tra gli altri anche l'ex braccio destro dell'attuale sindaco di Genova Stefano Francesca e alle dimissioni di due suoi assessori, Massimiliano Morettini e Paolo Striano. Secondo gli inquirenti Mamone era a capo di un cartello di imprese che riusciva a spartirsi gli appalti delle conversioni industriali in atto a Cornigliano, come detto nelle aree ex Ilva e ex oleificio Gaslini. Mamone, inoltre, e' indagato di avere sottratto denaro al fisco emettendo fatture per sponsorizzazioni di squadre ciclistiche, in realta' mai avvenute.
Come al solito qualche "giornalaio" ha colorato più del dovuto le notizie di cronaca...
RispondiEliminaLa trattativa per l'ex oleificio Gaslini non è andata a buon fine perchè Capparelli si è rifiutato di pagare.
Come mai che non è stato scritto?