Il Comitato per Taranto intende intervenire a Brindisi nell'ambito della questione scottante della diossina rilevata dall'Arpa a Taranto. Pur non essendo direttamente legata al tema dell'effetto serra, la questione diossina sarà appositamente trattata a Brindisi e vogliamo dire la nostra.
A Taranto l'Arpa ha rilevato un livello medio di diossine di 11,1 nanogrammi a metro cubo (ng/m3). Tale valore è stato espresso in "tossicità equivalente". Tale valore è ventisette volte superiore rispetto al limite (0,4 ng/m3) adottato dalla Regione Friuli Venezia Giulia in base a parametri europei di tutela della salute. Noi esigiamo che la salute dei cittadini di Taranto goda della stessa protezione che è riservata ai cittadini di Trieste, come è previsto dall'articolo 3 della nostra Costituzione (il sacrosanto "principio di uguaglianza").
Pertanto abbiamo deciso di scrivere al Ministero dell'Ambiente e alla Regione Puglia. E a Brindisi ci rivolgeremo specificamente al sottosegretaria all'Ambiente Laura Marchetti che concluderà il convegno.
Cosa chiediamo?
Vogliamo che anche per l'impianto di agglomerazione dell'Ilva venga adottato il limite di 0,4 nanogrammi a metro cubo.
Tale nostra richiesta è indirizzata in primo luogo alla Regione Puglia. Chiediamo che la Regione Puglia emani un decreto regionale simile a quello della Regione Friuli Venezia Giulia. Abbiamo inviato all'Arpa Puglia e a Nichi Vendola uno studio giuridico che attesta come sia possibile adottare un simile provvedimento.
In secondo luogo la nostra richiesta di adozione del limite di 0,4 ng/m3 è indirizzata al Governo a cui sono già giunte due interrogazioni parlamentari sulla diossina a Taranto, una da parte del senatore Fernando Rossi e una da parte dei senatori Francesco Martone e Tommaso Sodano; quest'ultimo è presidente della Commissione Ambiente del Senato e in tale veste parteciperà al convegno di Brindisi.
Nell'interrogazione parlamentare dei senatori Martone e Sodano si chiede "se il Governo Italiano ritenga di dover vincolare l'autorizzazione all'emissione di diossine anche per Taranto al limite di 0,4 nanogrammi a metro cubo normalizzato espresse in "tossicità equivalente" così come previsto dalla Decisione europea e di cui sopra, imponendo l'adozione delle migliori tecniche disponibili che oggi permettono di raggiungere tale limite" (si veda
www.tarantosociale. org).
Tale limite può essere autonomamente prescritto in sede di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). Al Ministero dell'Ambiente in particolare chiediamo che subordini la concessione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale all'Ilva all'adozione delle migliori tecnologie disponibili per giungere entro due anni a rispettare il limite di 0,4 ng/m3.
Un'altra richiesta che facciamo è che l'AIA sia vincolata all'adozione di un monitoraggio in continuo della diossina, che è tecnicamente fattibile e che può registrare anche quanta diossina viene emessa la notte dall'Ilva (cosa che l'Arpa non ha fatto nei suoi monitoraggi) . Un monitoraggio 24 ore su 24 e per tutti i giorni del mese - realizzato da laboratori indipendenti - è la migliore garanzia che intendiamo esigere.
Un'altra richiesta che facciamo è quella di conoscere dove vengano conservate attualmente le polveri trattenute dagli elettrofiltri e contaminate da diossina. Ricordiamo - senza alcun riferimento all'Ilva ma per diritto di cronaca - che alcune indagini della magistratura italiana hanno scoperto notevoli quantità di diossina nei fertilizzati, assieme a mercurio e ad amianto (si veda
www.globalproject. info/art- 7257.html).
Infine chiediamo che l'adozione delle BAT (le migliori tecnologie disponibili) vengano adottate alla luce non del principio di "economicità" (ossia di compatibilità in relazione alla convenienza di acquisto da parte dell'azienda) ma sulla base della loro massima efficienza rispetto all'obiettivo dell'abbattimento della diossina.
Ribadiamo che la sottosegretaria all'ambiente Laura Marchetti è per noi la naturale interfaccia per ascoltare e portare avanti in sede di governo e di Ministero dell'ambiente queste richieste.
Riponiamo in lei la nostra fiducia e la invitiamo a farsi portavoce delle nostre istanze.
Da tecnico vi dico che la normativa italiana è inadeguata, fare la media di 200 sostanze invece delle 17 più tossiche è un errore colossale. La legge italiana si deve uniformare al principio di Precauzione Massimo. Cmq a Taranto come a Brindisi emergono anche dei dati preoccupanti per quanto riguarda Arsenico, IPA e Benzene tutti e tre cancerogeni di classe 1 ( IARC ). Lottiamo affinche quelle sostanze siano al di sotto della soglia fissata dai Dati INES.
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