(Lecceprima) Il Salento procede verso una sostanziale normalità, dopo il caos dei giorni scorsi provocato dalla controversa vicenda dei rifiuti, che ha lasciato temere il peggio. Qualche area del territorio lascia trasparire ancora piccole sofferenze, ma si procede con determinazione nella stabilizzazione dei centri più colpiti: a Gallipoli rimangono qua e là i postumi dell’emergenza, ma ci si sta attrezzando per riportare la città ad una condizione ottimale; stesso discorso per Nardò, dove vanno ultimandosi i lavori di sgombro dei cassonetti ricolmi; diverso discorso per Galatina, dove Antonio De Matteis, presidente della Csa, la società che gestisce la questione rifiuti in città, ha preannunciato che la situazione potrebbe stabilizzarsi al meglio nella giornata di lunedì, con la normalizzazione del Quartiere fieristico. A Burgesi, intanto, continua lo scarico dei rifiuti in discarica e con esso prosegue il monitoraggio dei comitati proambiente del territorio, che verificano ora per ora il traffico dei tir: sono circa una novantina i camion che quotidianamente arrivano ad Ugento, senza, quindi, alcuni sovraccarico e nel rispetto degli accordi dei giorni scorsi.
Sul fronte dell’emergenza, l’assessorato regionale all’ecologia ha deciso di prorogare di 30 giorni l’autorizzazione rilasciata alla società esercente la discarica di Cavallino, finalizzata alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti ingombranti e non pericolosi, nel rispetto da parte della Regione degli impegni presi il 24 dicembre nella Prefettura di Lecce, su richiesta del presidente Ato Le1, Gianni Garrisi. Dall’Ato Le/1 è arrivato l’impegno e il pieno sostegno ad essere ecosolidali con gli altri bacini del territorio.
Ma quel che fatica a normalizzarsi, invece, è la querelle politica, fatta di accuse reciproche tra gli esponenti regionali e provinciali degli opposti schieramenti...
TARANTO: “NO AI RIFIUTI DI LECCE”
A Taranto è già partita la mobilitazione contro l’ipotesi, al vaglio degli enti preposti, di trasferire i rifiuti degli ambiti territoriali leccesi nelle discariche di Fragagnano o Grottaglie. Il comitato per Taranto e la sezione ionica italiana leucemie (Ail) hanno chiesto formalmente al presidente della Provincia, Gianni Florido, di deliberare ufficialmente il no allo sversamento dei rifiuti leccesi nel territorio tarantino. Ancora più esplicito e netto il vicepresidente del consiglio regionale, Luciano Mineo, che senza mezzi termini blocca sul nascere ogni ipotesi di questo tipo: “Nessuno si sogni – afferma - di imporre all’area ionica lo smaltimento dei rifiuti di Lecce. La Provincia di Taranto è nettamente contraria all’ipotesi e chiede il coinvolgimento ad ogni tavolo di discussione in tal senso. Nessuno può prendere in considerazione i siti di Fragagnano e Grottaglie sulla testa dei consiglieri regionali, delle istituzioni, dei cittadini delle due comunità e dell’intera provincia”. “Taranto ha già dato – precisa Mineo - sono oltre due anni che i rifiuti dei bacini Ato Le 2 e 3 vengono conferiti nelle discariche di Fragagnano e Grottaglie. Il fatto che Taranto si sia dotata per tempo ed in maniera utile di impianti di smaltimento dei rifiuti, non significa che debba diventare la pattumiera della Puglia”.
Dello stesso avviso il presidente della provincia Florido: “Esiste una profonda differenza tra solidarietà e subalternità – sostiene - solidali con il Salento lo siamo stati fino al 31 agosto scorso. E poi, forzando la mano con Fragagnano e Grottaglie, con la proroga sino al 31 dicembre. La Puglia ha più di due province: non mi sta bene che Taranto diventi il terminale della crisi leccesi”.
Ma, nonostante le parole di Florido, il comitato per Taranto non lesina critiche al presidente: “Continua con la sua politica di capo autoreferenziale, osteggiando il coinvolgimento della cittadinanza in una giusta causa comune, diversamente da quello che hanno fatto, con popolarità e successo, i sindaci e presidenti salentini”. Dagli ambientalisti tarantini critiche aspre nei confronti di Raffaele Bagnardi, sindaco di Grottaglie, che “da tempo impegnato ad ampliare le discariche e proporre inceneritori, insensibile al bene dei suoi concittadini, si è già detto pronto ad accoglierla on cambio di qualche sconticino sull’ecotassa (quelli che altrove chiamano i trenta denari)”.
Il diretto interessato smentisce accordi con le istituzioni e si dice pronto a collaborare di comune intesa con la Provincia. Ma è evidente che la crisi salentina sta diventando sempre più un affare regionale.
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